Salute e healthcare, vola il mercato: “La medicina sarà sempre più digitale, personalizzata e preventiva”

Il mercato dell'healthcare promette una crescita molto interessante per i prossimi anni. Come cambierà il modo di curarsi per i pazienti

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

In Italia se ne parla ancora relativamente poco rispetto ad altri Paesi, pur rappresentando un driver di sviluppo essenziale, dal punto di vista strettamente economico, e un imperativo irrinunciabile, dal punto di vista sociale: l’healthcare, cioè l’assistenza sanitaria, la gestione e la “cura” della salute, è un mercato che vola.

La dimensione del settore dei servizi sanitari è cresciuta fortemente negli ultimi anni. L’invecchiamento della popolazione, l’allungamento dell’aspettativa di vita, la diminuzione del numero medio dei membri di una famiglia, una maggiore mobilità del lavoro: sono tutti elementi che sosterranno la domanda di salute nei prossimi anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prevede un aumento di oltre 250mila morti l’anno nel mondo a causa del cambiamento climatico nel periodo 2030-2050, con un impatto particolarmente significativo sui gruppi più vulnerabili.

Si prevede che le dimensioni del mercato dei servizi sanitari registreranno una forte crescita nei prossimi anni, oltre a un ritorno importante delle professioni sanitarie tra i giovani. Secondo le previsioni Istat, in Italia gli over 65, che oggi rappresentano il 24% della popolazione, aumenteranno, raggiungendo il 35% nel 2050. Lombardia, Lazio, Veneto, Campania e Piemonte sono le regioni che, complessivamente, ospitano quasi la metà degli italiani che hanno più di 65 anni. Le aree con la concentrazione maggiore di over 65 sono la Liguria (29%), il Friuli-Venezia Giulia (27%), e poi Piemonte, Toscana, Molise e Umbria (26%).

Il mercato globale dei servizi di consulenza in ambito healthcare, secondo il rapporto stilato dal The Business Research Center, nel 2024 supererà i 28 miliardi di dollari di valore, dai 25 del 2023, per arrivare poi a sfiorare, entro il 2028, i 50 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto del 13,9%.

Telemedicina, assistenza centrata sul paziente, medicina personalizzata, cure preventive saranno al centro di queste trasformazioni. Non a caso, i tassi di sopravvivenza e la qualità della vita sono migliorati enormemente negli ultimi dieci anni. I progressi medici e tecnologici hanno svolto un ruolo importante nel loro progresso. La diagnostica ad alta tecnologia e le apparecchiature terapeutiche che integrano i modelli di pratica medica hanno migliorato l’erogazione dei servizi sanitari.

Secondo un rapporto di TrendWatch, i progressi della medicina ad esempio sono responsabili di un miglioramento del 70% dei tassi di sopravvivenza per i pazienti colpiti da infarto e di una riduzione di due terzi del tasso di mortalità per chi ha un tumore. Questi fattori contribuiscono alla potenziale crescita del mercato.

Anche l’aumento della spesa sanitaria stimola il mercato dei servizi sanitari. Le spese sanitarie si riferiscono a tutti i costi associati alla fornitura di servizi sanitari, attività di pianificazione familiare, programmi nutrizionali e aiuti di emergenza con particolare attenzione alla salute. L’aumento della spesa sanitaria migliora l’accesso ai servizi sanitari, riducendo i pazienti alle cure e portando potenzialmente benefici a una porzione più ampia della popolazione.

“Tra le regioni è il Nord America l’area guida, a livello mondiale, del mercato dei servizi di consulenza sanitaria mentre le stime vedono nell’Asia-Pacifico la regione più promettente in termini di crescita complessiva tra il 2024 e il 2033” spiega a QuiFinanza Davide Lucano, amministratore delegato di OPT Spa.

Lucano, l’Europa è la terza area al mondo, dopo Nord America e Asia Pacifico, per questo mercato. Quali sono i Paesi europei più promettenti?

In Europa è la Germania il principale mercato europeo dei servizi di consulenza sanitaria, che arriverà a toccare i 4 miliardi di dollari di valore entro il 2030, con un tasso di crescita annuale del 10,6%, di poco inferiore a quello fatto registrare da Regno Unito (10,9%) e Francia (12,7%) nel medesimo periodo.

Quali margini di miglioramento ha il mercato italiano?

In Italia, invece, il settore della consulenza in ambito sanitario non ha ancora espresso le sue piene potenzialità e ha degli importanti margini di miglioramento. Come OPT Spa, da 30 anni leader nella consulenza e formazione in ambito sanitario sia pubblico che privato, lavoriamo quotidianamente al fianco di medici, associazioni pazienti, istituzioni e realtà dell’industria farmaceutica mondiale, garantendo risultati distintivi, tangibili e duraturi. Per riuscire a garantire il continuo miglioramento delle performance e delle cure del sistema sanitario, guidandolo verso l’innovazione continua, noi ad esempio progettiamo da tempo soluzioni digitali a supporto della governance clinico-organizzativa delle strutture sanitarie, sviluppate su misura in base alla patologia e ai bisogni specifici del paziente e di ogni singola struttura operante sul territorio italiano, sia a livello regionale che nazionale.

Quali sono i principali trend da cavalcare per lo sviluppo del settore della consulenza in ambito sanitario?

La forza trainante dietro questa ondata di crescita è rappresentata, in primis, dall’impatto trasformativo della digitalizzazione sui servizi di consulenza sanitaria. L’impiego e l’utilizzo del digitale e delle sue applicazioni, infatti, è in grado di trasformare i modelli di business, contribuendo a generare valore e favorendo la scoperta di preziose informazioni sulla gestione e il monitoraggio delle patologie. Questo ha applicazioni dirette anche sulla rapida espansione del mercato globale dei programmi di supporto al paziente, i cosiddetti PSP, sempre più richiesti all’interno dell’industria farmaceutica, in quanto l’assistenza sanitaria è sempre più incentrata sul paziente, che ora non vuole più solo farmaci ma anche ricevere informazioni, supporto, risorse e strumenti per poter gestire efficacemente i problemi di salute. Questi strumenti sono molto utilizzati nel trattamento di malattie croniche come il diabete, il cancro e i disturbi autoimmuni in quanto possono migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti, i risultati complessivi in termini di salute e l’esperienza sanitaria.

Il ruolo del paziente sarà sempre più centrale all’interno del sistema sanitario. Quali sono a suo avviso i passi da compiere per avere un business patient oriented?

La centralità del paziente è uno degli obiettivi principali che dovrebbe perseguire il nostro Servizio sanitario nazionale perché ciascun soggetto è portatore di una propria complessità e necessita di risposte specifiche lungo il percorso di cura e assistenza sanitaria. Uno dei primi passi in questo senso è garantire una presa in carico multidisciplinare che abbatta gli steccati tra le varie discipline, attuando un cambiamento organizzativo nei modelli di cura. È necessaria poi anche una rivoluzione culturale, con medici, infermieri e operatori sanitari che devono ribaltare il loro punto di vista, imparando a utilizzare le tecnologie digitali a sostegno della cura clinica. Solo così avremo persone in grado di sfruttare al massimo le potenzialità offerte dalle apparecchiature digitali in ambito sanitario e che siano davvero orientati al soddisfacimento della patient experience.