Ferragosto, prenotazioni in calo. Per vacanze low cost ci si salva solo con l’early booking

Nella settimana più calda dell’anno, quella attorno a Ferragosto, le prenotazioni per le vacanze in Italia sono in calo. Pesano inflazione e bassi salari. Come spendere poco

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Ferragosto si avvicina e, sebbene le spiagge di tutta Italia siano prese d’’assalto da turisti italiani e stranieri, i numeri parlano chiaro: nella settimana più calda dell’anno le prenotazioni sono in calo. È quanto emerge dall’ultima rilevazione di Lybra Tech, azienda del Gruppo Zucchetti che, grazie all’analisi dei big data, fornisce una fotografia predittiva dell’andamento dei flussi turistici nel nostro Paese.

Questo nonostante nel Travel & tourism development index 2024, pubblicato dal Forum economico mondiale (Wef), l’Italia sia entrata nella top 10 delle destinazioni più ambite per questa estate. E nonostante gli italiani in viaggio solo nella settimana di Ferragosto siano ben 13 milioni, secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio, in collaborazione con Swg.

Agosto si conferma il mese preferito, se non altro perché moltissimi hanno le ferie “forzate” proprio ora. Sono infatti 17,5 milioni le persone che hanno programmato un viaggio in agosto, 1 milione in più rispetto all’anno scorso, per un totale di 19,2 milioni di partenze.

La ricerca evidenzia anche la crescita delle vacanze di lunga durata – quelle di almeno 7 giorni – che va a compensare il lieve calo dei viaggi di durata media, da 3 a 6 giorni. Il mare resta la località preferita per un italiano su due, seguito dalla montagna con il 18% e dalle città d’arte, con meno del 10%. Per quanto riguarda la scelta di dove dormire (occhio sempre alle truffe che stanno spopolando online…) il 31% ha scelto seconde case o case di amici e parenti, mentre gli alberghi ospitano soltanto il 23% degli italiani in vacanza.

Quella che è, nel 58% dei casi, la vacanza principale è quest’anno un po’ più “italiana” rispetto al 2023, con l’82% dei nostri connazionali che resterà nel Belpaese, il 5% in località vicino a casa. Tra le mete preferite, l’Emilia Romagna e il Sud, con Calabria, Sicilia, Campania e Puglia nella top 5, e Liguria di seguito insieme alla Toscana.

Il budget complessivo delle famiglie per le vacanze di agosto è stimato in di 15,5 miliardi di euro, 1,5 miliardi in più rispetto al 2023. La spesa media per la vacanza lunga è di 1.040 euro a persona (+10% in più rispetto ai 945 euro dell’anno scorso). La spesa complessiva per le vacanze è tra i 6,7 e 7 miliardi di euro, ma che nasconde comunque una certa fiacchezza. Anche considerato che l’inflazione ha reso proibitiva una vacanza per ben 6,5 milioni di italiani.

A spiegarne le ragioni Michela Ciccarelli, data analyst che ha condotto la ricerca Lybra Tech: “Nel tentativo di incontrare prezzi più bassi per la settimana più cara dell’anno ci si è mossi con largo anticipo, addirittura tra gennaio e febbraio”.

Ciccarelli, ci può fare qualche esempio?

La Riviera Romagnola è stata scelta più di sei mesi fa dal 25% delle persone, contro il 15% del 2023. Ancora più deciso l’incremento nella Riviera Veneta, dove si è passati dal 17% al 47%, e nella Costa degli Etruschi in Toscana, dal 25% al 41%.

Da dove prendete questi dati?

Il nostro approccio è quello di intercettare i turisti nel momento della pianificazione del viaggio. Ci basiamo sulle informazioni raccolte dai software Zucchetti installati negli oltre 20mila hotel partner: un hub così unico da essere il primo per volumi in Europa nel settore dell’accoglienza.

Quanto incide l’effetto inflazione su questo fenomeno?

La prenotazione in anticipo, il cosiddetto early booking, rivela il perdurare del clima di incertezza nel quale vivono le famiglie italiane. Non è un segreto che stipendi e salari non sono aumentati quanto le tariffe. Pertanto, molti non hanno ritenuto conveniente investire più soldi rispetto all’anno prima, neanche per Ferragosto.

Con un effetto importante sul trend del settore alberghiero…

Beh, siamo ad un punto in cui la durata della permanenza risulta in diminuzione rispetto allo scorso anno.