Secondo uno studio realizzato da parte di un ente di ricerca del Sudafrica, alcuni segnali di disturbo dell’organismo sono più frequenti nei pazienti che hanno contratto la variante Omicron del coronavirus. Per questa mutazione – come osserva anche un report della “Uk Health Security Agency” – è più rara la perdita del gusto e dell’olfatto, mentre il picco di trasmissibilità e di carica virale avverrebbe più tardi rispetto alle altre varianti.
Tra i sintomi che sono stati riscontrati in maniera più ricorrente nei soggetti colpiti da Omicron c’è un’intensa e accentuata sudorazione notturna che tende a presentarsi non solo nel periodo di infezione attiva, ma che persiste anche per diverse settimane dopo la guarigione. Quindi, dopo la presunta paralisi del sonno segnalata da diverse autorità nelle scorse settimane, ora ci sarebbe un altro segnale di disturbo riconducibile alla nuova variante.
Omicron e i disturbi del sonno, molti dati a supporto di questa tesi
A confermare questa ipotesi segnalata da migliaia di pazienti – oltre all’ente di ricerca sudafricano – è anche il dottor Amir Khan, medico del Servizio sanitario nazionale del Regno Unito ed esperto in virologia e microbiologia. “Occorre prestare attenzione alla sudorazione notturna come segno per sottoporsi ad un tampone molecolare” ha dichiarato il professor Khan in una recente intervista rilasciato al quotidiano britannico Daily Mail.
“La comparsa di sintomi come l’intenso sudore prodotto durante le ore di sonno potrebbe essere un fattore riconducibile alla presenza del virus all’interno del nostro organismo” ha proseguito il medico. “Potrebbe infatti essere il Covid ad avere un impatto sulla regolazione del sonno nel nostro cervello, dato che sono stati segnalati effetti neurologici da parte di diversi istituti che si stanno occupando di studiare la sintomatologia più frequente tra i casi positivi”.
Omicron e i disturbi del sonno, c’è chi mette in guardia e sconsiglia facili conclusioni
D’altro canto però c’è anche chi – come la dottoressa Kat Lederle, esperta in terapia del sonno dell’Università di Guildford, nel sud dell’Inghilterra – mette in guardia esperti e cittadini dalla possibilità di interpretare questi sintomi in maniera fallace, attribuendoli erroneamente alla nuova variante del coronavirus. Queste le sue parole rilasciate all’emittente televisiva britannica Sky News: “È vero, abbiamo riscontrato una tendenza frequente di disturbi notturni tra i casi più recenti di persone risultate positive. Tutto lascia pensare che siano sintomi riconducibili alla variante Omicron, ma non possiamo darlo per certo”.
“Infatti – ha proseguito la professoressa – la quasi totalità di questi segnali che il nostro corpo ci manda potrebbero essere derivanti dallo stress che tutti noi stiamo subendo a causa dei grandi cambiamenti che la pandemia sta portando nelle nostre vite. Siamo consapevoli che – proprio come per la paralisi del sonno riscontrata da molti pazienti – questa sintomatologia sta riguardando moltissimi cittadini del Regno Unito ed altrettanti nell’Unione europea e negli Stati Uniti, ma non è ancora possibile da parte nostra trattare questa correlazione tra Omicron e la sudorazione notturna come un dato acquisito”. Kat Lederle ha concluso affermando che “c’è bisogno di un riscontro a lungo termine che per ora non abbiamo”.