ChatGPT bloccato in Italia: come avere i rimborsi

ChatGPT è stato bloccato sul territorio italiano dal Garante per la Privacy e OpenAI ha previsto il rimborso del prezzo totale dell'abbonamento premium

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il servizio ChatGPT, gestito da OpenAI, è bloccato in Italia a causa delle serie preoccupazioni che sono state sollevate dalle autorità in merito alla protezione dei dati personali. La decisione è stata guidata dalla necessità di assicurare la conformità del sito al Regolamento generale sulla Protezione dei dati (Gdpr) europeo in seguito alle lacune individuate dal Garante.

ChatGPT bloccato in Italia: cos’è successo

Il Garante per la Protezione dei dati personali ha isolato vari problemi nel funzionamento di ChatGPT: la mancanza di un sistema di verifica dell’età efficace, che dovrebbe impedire l’accesso al servizio ai minori di 13 anni, e la mancata chiarezza nella base legale per la raccolta e il trattamento dei dati personali necessari per il funzionamento dell’algoritmo.

Di fronte a queste constatazioni, il Garante ha richiesto a OpenAI di adottare una serie di misure correttive entro un periodo di 20 giorni. Si tratta dell’introduzione di un sistema di verifica dell’età migliorato e la pubblicazione di una nuova informativa dettagliata sul trattamento dei dati.

L’orientamento è quello del consenso esplicito degli utenti per l’uso delle informazioni personali, che garantisca comunque la possibilità per gli utenti di opporsi al loro trattamento e alla loro conservazione.

L’Italia è diventato così un caso di studio significativo per altre nazioni nell’Ue che potrebbero trovarsi a dover affrontare questioni simili man mano che l’uso dell’intelligenza artificiale continua a espandersi rapidamente.

Tra 20 giorni OpenAI dovrà riuscire a comunicare quelle che sono le misure introdotte o previste per rispettare le richieste del Garante o riceverà una multa fino a ben 20 milioni di euro o, in alternativa, fino al 4% del proprio fatturano annuo.

Come ottenere il rimborso da ChatGPT

OpenAI ha reagito prontamente allo stop di ChatGPT in Italia, avendo cura di prevedere il rimborso agli utenti che hanno sottoscritto abbonamenti per uso professionale.

Considerando l’impossibilità di utilizzare il servizio durante i 20 giorni di sospensione imposti dal Garante per la protezione dei dati personali, OpenAI ha annunciato misure specifiche per garantire la tutela dei propri clienti.

Sono stati sospesi i rinnovi automatici degli abbonamenti, per evitare addebiti inutili sulla carta di debito o sulla carta di credito, e ha programmato di emettere rimborsi per tutti coloro che avevano acquistato un abbonamento nel mese di marzo, periodo immediatamente precedente al blocco.

La procedura di rimborso è automatica e, come specificato nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito dell’azienda, dovrebbe concludersi entro 5 o 7 giorni lavorativi.

Cos’è ChatGPT e a cosa serve

ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI che funziona come un chatbot avanzato. Basato sulla tecnologia del Generative pre-trained transformer, genera testo che risponde in modo coerente e contestualmente appropriato alle domande degli utenti.

Può comprendere e rispondere a una vasta gamma di quesiti, partecipare a conversazioni continuative e aiutare l’utente con informazioni e compiti specifici, a iniziare dalla scrittura e la revisione di testi fino alla programmazione con vari linguaggi macchina.

Il modello è stato addestrato su un grande corpus di testo che include libri, articoli, siti web e altri tipi di testi scritti. Questo gli permette di avere una vasta conoscenza enciclopedica. L’interfaccia è invece simile a una chat e per interagire con l’intelligenza artificiale è sufficiente inserire comandi discorsivi, come quando si comunica con un essere umano.