ChatGPT bloccato in Italia: come avere i rimborsi

Il Garante ha bloccato ChatGPT in Italia. Una decisione che ha deluso migliaia di utenti, che ora attendono un rimborso da OpenAI: ecco se e come avverrà

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Redazione

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ChatGPT è inutilizzabile in Italia, come in tanti hanno già avuto modo di notare. Siamo l’unico Paese occidentale che ha attivamente agito per contrastare l’intelligenza artificiale, che presenta ancora dei lati oscuri che non possono essere ignorati.

Qualche mano si era già alzata con Midjourney ma ora è intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali e OpenAI non ha avuto alternative: ChatGPT oscurato in Italia.

Perché l’Italia ha bloccato ChatGPT

Sono due le domande che gli utenti appassionati di intelligenza artificiale si stanno ponendo dopo la decisione presa dal Garante per la protezione dei dati personali. La prima è ovviamente perché ChatGPT non funziona più in Italia, mentre la seconda è come usare la funzione di OpenAI nonostante il divieto.

Non è un segreto che il blocco possa essere aggirato con una VPN. Detto questo, le motivazioni della sospensione dell’utilizzo di questa piattaforma meritano d’essere ascoltate ma soprattutto tradotte in una discussione tra Paesi (anche negli USA vi sono forti dubbi, con tanto di esposto del Center for AI and Digital Policy alla Federal Trade Commission).

Il provvedimento del Garante sottolinea, tra le altre cose, la mancanza di un’informativa ritenuta adeguata che vada a informare i diretti interessati sulla raccolta dei dati che viene operata da OpenAI.

Si ha necessità di una base giuridica che possa giustificare tanto la raccolta quanto la conservazione in massa dei dati personali, sfruttati per l’addestramento degli algoritmi, al fine di una loro costante miglioria in termini di “ragionamento”.

Ciò non si traduce in un blocco a tempo indeterminato. In 20 giorni OpenAI dovrà riuscire a comunicare quelle che sono le misure introdotte o previste per rispettare le richieste del Garante. L’alternativa? Una multa fino a ben 20 milioni di euro o, in alternativa, fino al 4% del fatturano annuo.

Rimborso ChatGPT dopo il blocco: come ottenerlo

Per quanto in molti si siano semplicemente divertiti nell’uso della piattaforma messa a disposizione da OpenAI, sperimentando come con le immagini di Midjourney, tanti usano ChatGPT in ufficio. L’intelligenza artificiale ha avuto un enorme impatto fin da subito in certi ambiti, tale da far ragionare concretamente sui lavori che potrebbero essere rimpiazzati nel prossimo futuro.

Va da sé che chiunque abbia sfruttato l’AI per questioni professionali, si sia ritrovato in serie difficoltà dopo il blocco del Garante. Per un uso reiterato e professionale, infatti, è necessario sottoscrivere un abbonamento, che al momento risulta del tutto inutilizzabile. Viene quindi da chiedersi come ottenere un rimborso da ChatGPT.

Per fortuna OpenAI non è rimasta in silenzio, ignorando la situazione venutasi a creare in Italia, tutt’altro. È stato infatti diramato un comunicato ufficiale per rassicurare tutti gli utenti coinvolti in questa vicenda. Dopo aver ribadito la notizia che è ormai di dominio pubblico, ovvero il blocco sul nostro territorio, si spiega chi avrà diritto al rimborso: “Stiamo sospendendo i rinnovi degli abbonamenti in Italia, così che nessuno riceva addebiti mentre ChatGPT è sospeso. Stiamo emettendo rimborsi in Italia per chiunque abbia acquistato un abbonamento nel mese di marzo”.

Non poteva però di certo mancare un riferimento chiaro alle accuse rivolte dal Garante per la protezione dei dati personali. Viene sottolineato il grande impegno per la protezione della privacy degli utenti, nel rispetto del GDPR e altre leggi legate alla privacy degli utenti. Si annuncia un confronto con le autorità italiane, al fine di tornare online al più presto. Tutto sarà quindi risolto in automatico e, stando a quanto riportato sul sito ufficiale, l’attesa sarà di 5-7 giorni lavorativi.