Le spunte blu di X (Twitter) violano le norme europee maxi multa in arrivo per Elon Musk?

X causa ancora problemi a Elon Musk: l'Unione europea sostiene che la piattaforma violi le normative del Dsa con le sue spunte blu a pagamento

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Ancora problemi per il social network di Elon Musk X, già Twitter. Alcune delle nuove funzioni introdotte dall’imprenditore di origini sudafricane hanno attirato l’attenzione della Commissione europea. Violerebbero infatti la nuova legge sui servizi digitali, il Dsa, che limita il potere della grandi aziende tech nei confronti dei consumatori e delle realtà più piccole.

Le prospettive per l’azienda potrebbero essere molto serie. Le multe per violazioni di questo tipo arrivano al 6% del fatturato globale, un colpo non indifferente per una società che è già in difficoltà economica come X. L’Unione europea la scorsa settimana ha anche comunicato simili indagini nei confronti di Meta, la società che gestisce Facebook e Instagram.

X (Twitter) nel mirino dell’Ue

L’Unione europea, attraverso il suo organo di governo, la Commissione, ha comunicato che il social network X, che in passato si chiama Twitter, violerebbe le nuove norme in materia di servizi digitali. L’azienda, acquistata ormai più di un anno fa dall’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense e fondatore di Tesla Elon Musk, avrebbe apportato dei cambiamenti alla piattaforma che l’Ue ritiene non adeguati alle proprie regolamentazioni.

Si tratta principalmente di tre difetti che riguarderebbero alcuni servizi che X offre ai propri utenti, il modo in cui rende disponibili i dati e la trasparenza in fatto di vendita della pubblicità, la principale fonte di entrate del social. In particolare, l’Ue lamenta:

  • La concessione agli utenti disposti a pagare della “spunta blu”, marchio che in passato certificava l’appartenenza di un profilo a una persona di rilievo pubblico. Secondo l’Ue, il cambiamento apportato allo scopo del simbolo confonderebbe gli utenti, rendendo più difficile assicurarsi dell’autorevolezza del post che un account con questo simbolo nel nome pubblica.
  • L’impossibilità, per parte dei ricercatori, di avere accesso ai dati pubblici dell’azienda. In particolare, chi vuole accedere ai dati di X, che per legge dovrebbero essere liberamente disponibili, sarebbe in pratica costretto a pagare una somma sproporzionata.
  • La poca trasparenza nei riguardi della concessione della pubblicità. Non esiste in fatti un archivio pubblicitario consultabile e, al contrario, esistono barriere che prevengono la vigilanza di autorità e utenti su questo punto

L’Ue e le grandi aziende tech americane

“A nostro avviso X non è conforme al DSA in aree chiave legate alla trasparenza, servendosi di dark pattern e quindi fuorviando gli utenti, non fornendo un repository di annunci adeguato e bloccando l’accesso ai dati per i ricercatori. Al centro del DSA c’è il tema della trasparenza e siamo determinati a garantire che tutte le piattaforme, inclusa X, siano conformi alla legislazione UE” ha dichiarato il Commissario Ue con delega alla concorrenza Margrethe Vestager.

Il rischio per l’azienda è dover pagare una multa pari al 6% del suo fatturato globale. Con i dati del 2023, si tratterebbe di più di 200 milioni di euro. X non è però l’unica azienda americana ad essere finita nel mirino della commissione. Anche Meta, parent company di Facebook e Instagram, è sotto indagine, questa volta per una violazione del Dma, il digital markets act, legata principalmente alla possibilità per gli utenti di questi social di pagare per evitare che i propri dati vengano usati a scopo pubblicitario.