Elon Musk canta vittoria per il compenso da 56 miliardi di dollari portato a casa con il benestare degli azionisti di Tesla. Alla fine di un lungo tira e molla, il tycoon sudafricano ha ragione ad esultare: i soci della sua casa automobilistica hanno deliberato a favore del pacchetto retributivo monstre per l’amministratore delegato. Il multimiliardario ha anticipato l’esito della votazione mentre era in corso nella giornata di giovedì 13 giugno, nonostante avesse contro alcuni degli investitori maggiori.
Il maxi compenso di Elon Musk
Musk ha fatto appello ai tanti piccoli azionisti per aggirare l’opposizione di diversi tra i soci più grandi dell’azionariato di Tesla, come il fondo sovrano della Norvegia “Norges Bank”, il maggior fondo pensione degli Stati Uniti, quello dei dipendenti pubblici della California “Calpers” e del Sistema pensionistico degli insegnanti dello Stato della California (Calstrs).
Come ricordato dal Corriere della Sera, per strappare il “sì” della maggioranza dei votanti, l’ad e fondatore di Tesla aveva fatto leva sulla minaccia di un suo possibile addio all’azienda o di rallentarne lo sviluppo, avvertendo di non sentirsi a proprio “agio” nell’introduzione l’intelligenza artificiale nelle auto senza avere il controllo della società.
Motivo per il quale il patron della compagnia aveva chiesto che gli venisse riconosciuto un pacchetto che lo potesse portare a una quota di almeno il 25%, in modo da consentirgli di portare avanti l’integrazione dell’AI sui veicoli della casa automobilistica.
In una lettera agli azionisti, la presidente di Tesla, Robyn Denholm, aveva spiegato che il maxi premio, composto principalmente da un piano di assegnazione di azioni nel corso di in un decennio, serve “a mantenere l’attenzione di Elon e a motivarlo a concentrarsi sul raggiungimento di una crescita sorprendente per la nostra azienda”.
“Entrambe le risoluzioni degli azionisti di Tesla stanno passando con ampi margini!“, ha scritto Musk sul suo profilo ‘X’ mentre la votazione era ancora in corso, mostrando l’andamento delle preferenze, in riferimento delle risoluzioni per approvare il suo pacchetto retributivo da 56 miliardi di dollari e al piano per spostare la sede di Tesla dal Delaware al Texas.
La vicenda
La necessità di fare ricorso al parere dell’azionariato era nata dall’annullamento del maxi pacchetto retributivo stabilito nel 2018 da parte della corte del Delaware, secondo cui la cifra del compenso sarebbe sproporzionato, contrario all’interesse degli investitori e approvato da un consiglio di amministrazione succube di Musk. Da qui la decisione del fondatore di Tesla di chiamare ad esprimersi l’assemblea dei soci con una seconda votazione.
Il multimiliardario sudafricano, già in cima alla classifica dei più ricchi del mondo, non riceverà però il premio sotto forma di denaro, ma in opzioni che, una volta esercitate, gli consentiranno di aumentare del 25% la sua partecipazione in Tesla, oggi ferma al 13%.
L’ammontare finale potrebbe essere più elevato o più basso dell’attuale valore indicativo di 56 miliardi, a seconda delle quotazioni della società in Borsa, che al momento capitalizza a Wall Street circa 550 miliardi di dollari a Wall Street, somma del 30% inferiore rispetto a un anno fa e dimezzato rispetto ai massimi di 1.120 miliardi toccati nel novembre del 2021.
Dopo l’annuncio di Elon Musk di aver ottenuto i voti necessari per la sua retribuzione monstre, il titolo di Tesla è salito del 7,63%.
Nonostante la vittoria sul fronte dell’azionariato, la decisione finale rimane nelle mani della corte del Delaware: se anche il giudice darà il via libera, Musk potrà esercitare immediatamente le opzioni o dilazionarle nel tempo fino al 2028.