Nuovi limiti di velocità in autostrada, scoppia la polemica

Nuovi limiti di velocità in autostrada? Il MIT ci sta pensando, ma non mancano le polemiche: ecco il limite massimo e i possibili rischi collegati

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Con l’arrivo al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture di Matteo Salvini, in carica dallo scorso ottobre, gli italiani al volante hanno imparato a fare i conti con le ambizioni del ministro. Nei pensieri del titolare del dicastero, infatti, c’è quello di mettere mano in maniera precisa al Codice della strada, per cercare di svecchiare le norme che sono indietro di almeno tre decenni.

E se una prima parte del Codice sembra ormai prossimo a entrare in vigore (ve ne abbiamo parlato qui nel dettaglio), c’è un’altra idea che balena nelle teste dei piani alti del MIT: nuovi limiti di velocità in autostrada. Ma dove e quando potrebbe essere possibile?

Nuovi limiti di velocità in autostrada, i requisiti

Chiariamo, si tratta ancora di una fase di studio in cui il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sta ragionando sul da farsi per cercare di mettere mano al Codice. Si tratta di una riflessione ad ampio spettro che, come sempre capita, tocca più scenari. Tra questi anche quello di aumentare i limiti di velocità in autostrada.

Secondo quanto emerge, infatti, nello studio del MIT ci sarebbe anche spazio all’ipotesi di portare il limite in autostrada dagli attuali 130 km/h a 150, ben 20 km/h in più. Ma per aumentare il limite, ovviamente, dovranno essere superati degli ostacoli non di poco conto. E se dovesse essere così, non tutti i tratti autostradali italiani potrebbero abbracciare il nuovo limite.

Per aumentare il limite di velocità massimo sulle autostrade italiane e portarle a 150 chilometri orari, infatti, è necessario che le tratte abbiano due precisi requisiti. Il primo riguarda la presenza del sistema Tutor per il rilevamento della velocità dei veicoli in transito. Si tratta di sistemi che sono presenti in quasi tutte le autostrade a tre corsie di marcia, come per esempio la A4 e diversi punti della A1.

Altro requisito fondamentale è poi il numero di corsie per senso di marcia. In questa prima ipotesi, infatti, si parla di un limite innalzato a 150 km/h nei tratti che abbiano tre o più corsie per senso di marcia. Quali sono quindi questi tratti?

Sulla A8 dall’intersezione con la A9 fino alla barriere di Milano, così come sulla A4 tra Milano Est e Bergamo per circa 33 chilometri e sulla A1 dall’allacciamento della A22 fino a quello con la A14 le corsie per senso di marcia sono addirittura 4. A tre corsie invece 12 chilometri sulla A26, tra Vercelli Est e la A4, e sulla A27 tra per 10 chilometri tra Treviso Nord e Treviso Sud. Anche sulla A1 sono presenti diversi tratti a tre corsie per senso di marcia, come quelli tra le uscite Modena Nord e Modena Sud, tra le uscite di Colleferro e Anagni-Fiuggi e tra quelle di Cassino e San Vittore. Tratti a tre corsie per senso di marcia anche sulla A14 tra Faenza e Forlì e sulla A30, per due tratti di venti chilometri circa, tra Casera e Salerno.

I rischi e le polemiche per i nuovi limiti di velocità

Ma il possibile cambio dei limiti massimi di velocità non piace a tutti, anzi. Tra i primi a muovere qualche dubbio c’è stato Altroconsumo, organizzazione dei consumatori che si è chiesta se la scelta sia priva di rischi. Nell’analisi sono quindi emerse diverse criticità.

Il primo rischio sarebbe a livello ambientale e riguarda di certo il consumo di carburante direttamente collegato all’aumento delle emissioni di inquinanti. Passando da una velocità di 130 km/h a una di 150 km/h, infatti, si passerebbe a un consumo di carburante più alto del 20% e circa il 10% in più di emissioni ogni 10 km di velocità in più.

Altra criticità è poi legata alla sicurezza stradale. Altroconsumo, infatti, sottolinea che all’aumentare della velocità vengono meno dei paletti di sicurezza come lo spazio di arresto in caso di frenata (servirebbero oltre 40 metri per fermare completamente il mezzo), lo sbandamento (le possibilità aumentano all’aumentare della velocità) e il cono visivo (la visione periferica è minore e quindi sarà più difficile percepire rischi o pericoli che provengono lateralmente e reagire in modo adeguato).

Attenzione anche alle conseguenze degli incidenti. Se un sinistro avviene a 150 km/h, infatti, i danni sarebbero ben peggiori in quanto l’energia cinetica aumenta sempre più.

Solo effetti negativi? No, ce ne sarebbe uno positivo, ovvero la riduzione dei tempi di percorrenza. Effetto però esiguo dati i rischi che si corrono.