Codice della strada, si cambia: chi colpirà la stretta del governo

Il codice della strada è vecchio di almeno tre decenni e non è adeguato a fermare le continue stragi stradali. Con queste motivazioni il ministero delle Infrastrutture punta a un nuovo codice della strada operativo entro il 2024.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Matteo Salvini ha deciso: il codice della strada è obsoleto e va aggiornato. E non solo per quanto riguarda certe nuove tendenze giovanilistiche, come i monopattini elettrici recentemente bocciati a Parigi a furor di popolo. “Le norme attuali sono vecchie di oltre tre decenni”, ergo urge una riforma di ampio respiro, dice Salvini.

In arrivo il nuovo codice della strada

L’obiettivo è porre un freno ai continui incidenti mortali sulle strade, che nel 2022 hanno sfondato quota 3mila morti. Nelle intenzioni della politica la recente introduzione del reato di omicidio stradale avrebbe dovuto significativamente ridimensionare il triste fenomeno. Cosa che nei fatti però non è avvenuta. Dunque si punta al restyling del codice della strada.

La tabella di marcia è delineata: lo scorso 22 marzo il ministero dei Trasporti ha aperto un tavolo tecnico con le associazioni di categoria. A quell’incontro hanno partecipato oltre 90 personalità fra esperti, sindacalisti e rappresentanti di associazioni dei trasporti. Il ministero ha inoltre messo a disposizione una casella di posta elettronica (stradesicure2023@mit.gov.it) per ricevere, entro il 10 aprile, spunti e proposte. Conclusa la fase preparatoria si procederà da adesso in poi con confronti più serrati fra governo, enti e associazioni in vista di un decreto legge che entro il mese di aprile apporti “modifiche puntuali al codice vigente in materia di sicurezza stradale”.

Entro fine anno si procederà poi a una legge di ampio respiro che preveda una revisione organica del Codice della strada. L’ultimo step riguarda infine la stesura di un nuovo regolamento attuativo che entro giugno 2024 sarà chiamato a rendere materialmente operativo il nuovo codice della strada.

Si sono già registrate recenti proposte di modifiche al codice della strada, come ad esempio l’idea di rendere obbligatoria la PEC per ogni automobilista. E si sono già viste strette sui monopattini e autovelox posti anche nel centro delle città. Quella in arrivo però è una riforma di più ampio respiro.

L’ossatura del restyling del codice della strada sarà redatta dal ministero dei Trasporti, ma collaboreranno al testo anche il ministero dell’Interno e il ministero della Giustizia.

Nuovo codice della strada, cosa cambia

Ecco, di massima, i punti che saranno toccati:

  • prevista una stretta contro la sosta selvaggia. Si preannunciano tempi più duri per chi parcheggi sui posti riservati ai disabili, in doppia fila o sui passi carrabili;
  • previsto un giro di vite anche contro chi guidi in stato di ebbrezza o sotto effetto di droga;
  • possibile l’aumento del limite di velocità su determinati tratti autostradali;
  • Matteo Salvini invoca poi un ban a vita dalle strade per chi si sia macchiato di gravi e reiterate violazioni;
  • anche l’Italia dovrebbe poi mettere in atto una stretta sui monopattini elettrici: si valuta al momento l’introduzione dell’obbligo di targa e del casco;
  • il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Galeazzo Bignami, ha infine proposto condizioni più severe per il conseguimento della patente.

Troppi morti sulle strade italiane

“In Italia – ha ricordato in viceministro Bignami – sono sufficienti 10 ore di guida per conseguire la patente. Dovremo portarle almeno a 12 avendo presente che la media europea è di 20. È inoltre fondamentale prevedere l’inserimento di test sul pericolo percepito. Molti giovani non hanno la reale idea di cosa possa accadere non rispettando un semaforo rosso o contravvenendo a elementari quanto fondamentali regole per la circolazione. Altri non sono in grado di guidare indifferentemente auto con cambio manuale e automatico, sempre più diffuso”.

Bignami ha inoltre posto l’accento sulla cultura della sicurezza dicendo che “lo Stato non può rimanere inerme” di fronte alle continue stragi stradali e dunque è necessario “agire fin dall’accesso alla mobilità per limitare, se non annullare, le morti che sono dovute a una scarsa cultura della sicurezza“.