Era nell’aria da tempo, e finalmente la novità con il nuovo anno è arrivata: nuove regole per l’isolamento Covid. Nonostante medici ed esperti continuino a farci restare in allerta per via della nuova variante Gryphon – che ha nuovamente piegato la Cina -, oggi possiamo dire con una certa tranquillità che, in generale, il Covid non fa più paura come un tempo. Grazie sostanzialmente alla protezione dei vaccini, che, ricordiamo, è altissima in Italia, e per merito di un avanzamento importante delle cure, con i primi farmaci ormai in commercio da mesi per i casi più a rischio.
La situazione Covid in Italia
Ma qual è oggi la situazione Covid? Tra l’inizio di giugno e la metà di luglio 2022, sul territorio dell’Unione europea i casi Covid sono triplicati, dopodiché il numero di casi è tornato a diminuire.
Al termine della settimana che si è chiusa il 18 dicembre, il numero di casi tra le persone di età superiore ai 65 anni è aumentato del 7% rispetto alla settimana precedente, mentre il tasso di mortalità da Covid è diminuito dell’11% rispetto alla settimana precedente. Lo European Covid-19 Forecast Hub prevede un aumento dei casi segnalati in più della metà dei Paesi nel periodo fino alla 52a settimana del 2022.
In Italia, secondo l’analisi dei dati relativi al periodo 12–18 dicembre 2022 e del periodo 16–22 dicembre 2022 sulla base dei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute, si conferma il trend in diminuzione dell’incidenza di nuovi casi di infezione, pari a 270 per 100mila abitanti. Al momento resta contenuto l’impatto sugli ospedali, con tassi di occupazione dei posti letto in diminuzione nelle aree mediche, al 14,1%, mentre è stabile in terapia intensiva, al 3,7%.
Dall’ultima indagine rapida sulla prevalenza e distribuzione delle varianti condotta il 13 dicembre 2022 dall’ISS e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che Omicron, cioè la variante BA.5, rimane ampiamente predominante, con una prevalenza a livello nazionale pari al 90,6%.
Nonostante il trend in diminuzione, come dicevamo, la situazione in Cina rende difficile immaginare quali traiettorie si svilupperanno nei prossimi mesi, anche a livello nazionale, in relazione alla possibile emergenza e diffusione di nuove varianti.
Cosa succederà nei prossimi mesi
In generale, spiegano gli esperti del Ministero, diversi fattori contribuiscono a rendere incerte l’evoluzione epidemiologica e le ricadute sul sistema sanitario nazionale.
Ad esempio, le caratteristiche del virus SARS-CoV-2 nella stagione fredda: gli andamenti epidemiologici e di impatto sui sistemi sanitari potrebbero cambiare in seguito alla comparsa di nuove varianti virali in grado di aumentare la trasmissibilità o la gravità clinica dei casi.
A incidere è anche il grado di adesione alla campagna vaccinale, lo stare molto in ambienti chiusi, comprese le scuole, e il livello di co-circolazione di altri virus respiratori come quelli influenzali, parainfluenzali, il temibile virus respiratorio sinciziale, ecc. Nella 48ma settimana del 2022 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è stata pari a 16 casi per mille assistiti e ha superato la soglia di intensità alta. L’incidenza delle sindromi similinfluenzali è aumentata in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei 5 anni di età, in cui l’incidenza è pari a 50 casi per mille assistiti.
Ora, il Ministero della Salute ha emanato un circolare con cui fissa nuove regole per la gestione dei casi Covid. Vediamo quali sono le nuove regole per i positivi e per i contatti stretti di casi, in vigore dal 1° gennaio 2023.
Positivi al Covid: le nuove regole dal 1° gennaio
Le persone che siano risultate positive a un test Covid, molecolare o rapido, continuano ad essere obbligate a stare in isolamento, ma con nuove modalità:
- per i casi che, dalla scoperta della positività al Covid, sono sempre stati asintomatici, l’isolamento ora termina dopo 5 giorni dal primo test positivo. Può anche terminare prima dei 5 giorni se si effettua un tampone in farmacia, ambulatorio o ospedale, che risulti negativo
- per i casi che non presentano sintomi da almeno 2 giorni, l’isolamento anche termina dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla eventuale comparsa dei sintomi, a prescindere dall’effettuazione del tampone: significa che, per uscire dalla quarantena, senza sintomi da almeno 2 giorni, non serve più un test ufficiale
- per i casi in soggetti immunodepressi, l’isolamento termina dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo: per le persone a rischio, dunque, il tampone di uscita continua a restare obbligatorio
- per gli operatori sanitari, se asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento può terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo.
Regole speciali sono state stabilite dal ministro della Salute Orazio Schillaci per i cittadini che abbiano fatto ingresso in Italia dalla Cina nei 7 giorni precedenti il primo tampone positivo: queste potranno terminare l’isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni dal primo test positivo se sono asintomatici da almeno 2 giorni e negativi a un tampone molecolare o rapido.
Quando è ancora obbligatoria la mascherina
Attenzione però: al termine dell’isolamento, per tutti i casi visti sopra resta obbligatorio comunque l’uso della mascherina di tipo FFP2 fino al 10° giorno dall’inizio dei sintomi o, per gli asintomatici, dal primo test positivo. Il Ministero raccomanda poi di evitare persone ad alto rischio e/o ambienti affollati.
Sia l’obbligo di mascherina fino al 10° giorno che la raccomandazione di evitare luoghi affollati e persone fragili possono essere interrotti se si effettua prima un tampone negativo.
Contatti stretti di positivi al Covid
Cosa succede invece ai contatti stretti di persone positive al Covid? Per loro continua ad applicarsi il cosiddetto regime dell’autosorveglianza, durante il quale è obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, ma non più fino al 10° giorno: l’autosorveglianza si dimezza e dura solo fino al 5° giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto.
Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi che potrebbero essere ricondotti al Covid, come febbre, tosse, mal di gola, raffreddore, dolori articolari, brividi o spossatezza, il Ministero raccomanda di sottoporsi subito a un tampone.
Per quanto riguarda gli operatori sanitari, questi devono eseguire un test antigenico o molecolare ogni giorno fino al 5° giorno dall’ultimo contatto con un caso confermato.