E’ arrivata venerdì 4 febbraio in Italia la pillola antivirale contro il Covid di Pfizer chiamata Paxlovid. Il farmaco orale è in grado di abbattere fortemente il rischio di ricovero in ospedale: Paxlovid è un inibitore della proteasi e ha un’efficacia dell’89% se somministrato entro i primi 3, massimo 5 giorni, nella progressione della malattia grave.
Cosa sappiamo sulla pillola anti-Covid di Pfizer
Paxlovid può essere utilizzato per il trattamento di adulti con Covid che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso una malattia grave. L’Ema ha raccomandato di somministrarlo il prima possibile dopo la diagnosi ed entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi.
Dopo la grande rivoluzione del farmaco antivirale di Merck, il primo ad arrivare sul mercato specifico contro il virus Covid, anche Pfizer si conferma in prima linea dopo la corsa al vaccino. Il Molnupiravir, la pillola Merck, è però efficace solo al 30%, mentre Paxlovid ha un’efficacia dell’89% contro la malattia grave.
Paxlovid può dunque essere prescritto dai medici come trattamento domiciliare ai pazienti ad alto rischio al primo segno di infezione, aiutandoli potenzialmente a evitare malattie gravi che possono portare al ricovero in ospedale o persino alla morte.
Le attuali varianti, rilevano gli esperti, possono essere resistenti ai trattamenti incentrati sulla proteina spike presente sulla superficie del virus SARS-CoV-2, a causa delle mutazioni. Ma la pillola Pfizer agisce a livello intracellulare sulla proteasi del virus SARS-CoV-2 inibendo la replicazione virale.
Nirmatrelvir ha mostrato un’attività antivirale in vitro coerente contro le varianti Covid, anche contro Omicron (qui gli 8 sintomi “spia” di Omicron e qui come capire a quale variante si è positivi, in base ai primi sintomi), quindi si può immaginare che manterrà una forte attività antivirale contro eventuali nuove varianti.
Quante pillole all’Italia
Ora, la pillola è disponibile “con un anticipo di quasi un mese rispetto a quelle che erano state le previsioni iniziali”, ha spiegato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli, ospite di “Buongiorno” su Sky TG24.
La struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo ha fatto sapere di aver già iniziato la distribuzione delle prime 11.200 pillole anti-Covid alle Regioni e alle Province autonome, nell’ambito del contratto finalizzato lo scorso 27 gennaio con Pfizer, d’intesa con il Ministero della Salute.
Il contratto prevede la fornitura complessiva di 600mila trattamenti completi nel corso del 2022, che verranno progressivamente distribuiti alle Regioni, non appena disponibili, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dell’Aifa.
Quanto investe Pfizer e quanto guadagna
Pfizer ha fatto sapere che continuerà ad investire fino a circa 1 miliardo di dollari per supportare la produzione e la distribuzione di questo farmaco.
Ha stipulato accordi con diversi Paesi e ha avviato contatti bilaterali in circa 100 Paesi in tutto il mondo. Inoltre, ha firmato un accordo di licenza volontaria con il Medicines Patent Pool (MPP) per il suo trattamento antivirale orale per aiutarne ad ampliare l’accesso, in attesa di autorizzazione o approvazione normativa, in 95 Paesi a basso e medio reddito, che rappresentano circa il 53% del popolazione mondiale.
In molti si sono chiesti quanto guadagna Pfizer grazie alla sua commercializzazione. Come anticipato da Report, sappiamo che ogni trattamento viene venduto negli Stati Uniti a 530 dollari, in Europa c’è un accordo per venderlo a 350, considerando dunque un prezzo medio di 400, su 80 milioni di dosi che verranno distribuite sul mercato, la stima è di 32 miliardi di ricavi.
Come funziona Paxlovid
Comunque una grande notizia per i positivi al Covid, ma attenzione: perché non tutti possono assumere la pillola Paxlovid. Spulciando il foglietto illustrativo del farmaco, troviamo quali sono le “popolazioni speciali” e le controindicazioni per cui vanno adottate accortezze particolari (come si prende e cosa dicono i dati sulla sua efficacia).
Almeno per ora, il medicinale è stato testato solo sugli adulti, quindi non è previsto per i bambini.
Insufficienza renale
Nel bugiardino si legge che non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale lieve (eGFR da ≥ 60 a < 90 ml/min).
In pazienti con compromissione renale moderata (eGFR da ≥ 30 a < 60 ml/min), invece, la dose di Paxlovid deve essere ridotta a PF-07321332/ritonavir 150 mg/100 mg ogni 12 ore per 5 giorni per evitare la sovraesposizione.
Paxlovid non deve invece essere proprio utilizzato in pazienti con insufficienza renale grave (eGFR < 30 ml/min, compresi i pazienti con malattia renale allo stadio terminale – ESRD – in emodialisi).
Particolare attenzione anche per i pazienti con insufficienza renale moderata. Il blister giornaliero contiene due parti separate, ciascuna contenente due compresse di PF-07321332 e una compressa di ritonavir corrispondente alla somministrazione giornaliera alla dose standard. I pazienti con insufficienza renale moderata devono essere avvisati del fatto che solo una compressa di PF-07321332 con la compressa di ritonavir deve essere assunta ogni 12 ore.
Insufficienza epatica
Non è necessario alcun aggiustamento della dose di Paxlovid per i pazienti con lieve (Classe A di Child-Pugh) o moderata
compromissione epatica (Child-Pugh Classe B).
Non deve invece essere utilizzato in pazienti con grave insufficienza epatica.
Terapia concomitante con regime contenente ritonavir o cobicistat
Non è necessario alcun aggiustamento della dose di Paxlovid per i pazienti sieropositivi all’Hiv o all’infezione da virus dell’epatite C (HCV) che stanno ricevendo ritonavir o cobicistat.
Controindicazioni
Ecco invece le controindicazioni segnalate rispetto al farmaco anti-Covid di Pfizer:
- ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti
- medicinali che sono potenti induttori del CYP3A
- le concentrazioni plasmatiche di PF-07321332/ritonavir possono essere associate alla potenziale perdita di risposta virologica e possibile resistenza
Paxlovid non può essere iniziato immediatamente dopo l’interruzione di uno qualsiasi dei seguenti medicinali (i farmaci elencati di seguito non sono comunque da considerarsi un elenco completo):
- antagonista dei recettori alfa1-adrenergici: alfuzosina
- analgesici: petidina, piroxicam, propossifene
- antianginoso: ranolazina
- farmaci antitumorali: neratinib, venetoclax
- antiaritmici: amiodarone, bepridil, dronedarone, encainide, flecainide, propafenone, chinidina
- antibiotici: acido fusidico, rifampicina
- anticonvulsivanti: carbamazepina, fenobarbital, fenitoina
- anti-gotta: colchicina
- antistaminici: astemizolo, terfenadina
- antipsicotici/neurolettici: lurasidone, pimozide, clozapina, quetiapina
- derivati dell’ergot: diidroergotamina, ergonovina, ergotamina, metilergonovina
- agenti per la motilità gastrointestinale: cisapride
- prodotti erboristici: Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum)
- agenti modificatori dei lipidi:
– Inibitori della HMG Co-A reduttasi: lovastatina, simvastatina
– Inibitore della proteina di trasferimento dei trigliceridi microsomiali (MTTP): lomitapide - inibitore della PDE5: avanafil, sildenafil, vardenafil
- sedativi/ipnotici: clorazepato, diazepam, estazolam, flurazepam, midazolam orale e triazolam
Avvertenze speciali e precauzioni d’uso
Il rischio di reazioni avverse gravi dovute alle interazioni con altri medicinali può essere dovuto all’inizio di Paxlovid in pazienti che ricevono medicinali che inibiscono o inducono il CYP3A.
Queste interazioni possono portare a:
- reazioni avverse clinicamente significative, potenzialmente gravi, pericolose per la vita o fatali
- eventi da maggiori esposizioni di medicinali concomitanti
- reazioni avverse clinicamente significative dovute a maggiori esposizioni di Paxlovid
- perdita dell’effetto terapeutico di Paxlovid e possibile sviluppo di resistenza virale.