Bologna a 30 km/h, MIT stoppa il limite: “Problemi superiori ai benefici”

Il ministro dei Trasporti si schiera apertamente contro la politica attuata dal Comune di Bologna: atteso un confronto/scontro

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Tutta Italia parla di Bologna e non per motivi culturali. Si discute di Bologna Città 30, ovvero del piano che impone un limite di velocità di 30 km/h ferreo. Un piano seguito da un sistema di controllo molto attento, che ha portato alle prime multe e all’esplodere delle polemiche.

Queste sono state circoscritte alla città negli ultimi mesi, in preparazione di questa fase attuativa, ma ora la polemica è nazionale e soprattutto politica.

Bologna, ritardi e multe

Il limite dei 30 km/h a Bologna ha generato un rallentamento del traffico considerevole. Ritardi degli autobus e disagi per i taxi, per non parlare delle aziende, le cui consegne sono state inficiate. Per quanto si tenti di rispettare la nuova soglia, il rischio è sempre dietro l’angolo. Il minimo della sanzione prevista è di 29,40 per chi supera il limite fino a 10 km/h, dunque tra i 36 e i 45 km/h. Sanzione che passa a 42 euro, se non pagata entro 5 giorni, così come a 86,50 oltre i 60 giorni.

È giunta una comunicazione da parte del Ministero dei trasporti, seguita da una nota del ministro Salvini. Si è dunque scatenato uno scontro a distanza, con il sindaco Lepore che ha parlato di fake news, diffuse anche dal ministro Matteo Salvini.

La nota del ministero

La nosta del ministro dei Traporti è alquanto dura: “Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia d’essere un danno per tutti, a partire da chi lavora“. Salvini non vede benefici proporzionali tra sicurezza e riduzione delle emissioni. Agendo in questo modo “trasdisce lo spirito della norma”, perché non si creano zone 30 ma si trasforma l’intera città.

Le sue parole raggiungono ulteriormente la pancia del Paese, sottolineando una potenziale motivazione extra che il Comune di Bologna avrebbe evidenziato come giustificazione alla manovra: “Necessità di non coprire il cinguettio degli uccellini con il frastuono dei veicoli”.

Salvini si dice pronto al confronto, auspicandosi buonsenso. Le premesse di questo faccia a faccia, però, non sembrano le migliori. Nel frattempo i cittadini si ritrovano nel mezzo, costretti a pagare per evitare che le sanzioni diventino più salate. Dura la risposta del sindaco Matteo Lepore: “Salvini ci dia una mano, invece di diffondere fake news. Modifiche solo se serviranno, ma andiamo avanti perché la Città 30 sta funzionando”.

Il primo cittadino ha descritto il provvedimento come una scelta coraggiosa, che lo vede in prima linea a metterci la faccia. Ha di fatto accusato il ministero di voler strumentalizzare la situazione, il che anticipa un duro scontro nei prossimi giorni.

Posizioni nettamente distanti, con il ministero che parla di problemi per i cittadini ben superiori ai benefici per la sicurezza stradale. Il confronto ci sarà ma anche la risposta dell’assessore alla mobilità di Bologna, Valentina Orioli, non lascia immaginare un dialogo sereno con il Mit: “Il ministro Salvini dovrebbe approfondire meglio il tema della sicurezza stradale. Il Piano del suo ministero, recependo linee guida internazionali, indica il limite dei 30 km orari come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane”. La situazione di Bologna risulta dunque non di facile risoluzione, anzi. Non è da escludere, inoltre, che l’intera vicenda finisca infine nelle aule dei tribunali italiani.