Addio zona rossa per i vaccinati, green pass illimitato, scuola: ecco il nuovo decreto

Il Consiglio dei ministri ha approvato un altro decreto con nuove misure anti-Covid. In particolare, le novità sono relative ancora una volta al green pass e alla scuola, ma non solo

Archiviata la difficile elezione del Presidente della Repubblica ed entrata in vigore la nuova stretta sul green pass (qui le uniche attività esenti dall’obbligo, in cui non verrà richiesto nemmeno quello base), il Consiglio dei ministri ha approvato un altro decreto con nuove misure anti-Covid. In particolare, le novità sono relative ancora una volta al green pass e alla scuola, ma cambiamenti importantissimi riguardano anche il sistema a colori delle regioni e i viaggi.

Introducendo il nuovo decreto il premier Mario Draghi ha parlato di una situazione di relativo ottimismo, soprattutto grazie ai vaccini e alla variante Omicron, più contagiosa e meno grave (qui gli 8 sintomi “spia” e quando fare il tampone). “I dati sulle vaccinazioni sono molto incoraggianti. Vogliamo una Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi” ha detto. “Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura”.

Draghi ha anticipato anche che sulla base dell’evidenza scientifica, e continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica, il governo annuncerà un calendario di superamento delle restrizioni vigenti. I nuovi provvedimenti vanno nella direzione di una “ancora maggiore riapertura del Paese”.

Lo strappo della Lega

Da segnalare che alcuni ministri leghisti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia, non hanno votato le nuove misure. Come riporta l’Adnkronos, fonti di governo precisano che entrambi erano presenti alla riunione, dunque il via libera al decreto è arrivato senza l’appoggio della Lega, con quello che qualcuno ha definito uno strappo. Il ministro del Turismo Garavaglia ha detto no soprattutto alle misure che introducono una distinzione tra vaccinati e non all’interno della scuola.

Il ministro della Scuola Patrizio Bianchi ha comunque voluto precisare in conferenza stampa che il confronto con la Lega è stato fatto con la “massima attenzione e responsabilità da parte di tutti”. Anche il ministro Speranza, parlando di scuola, ha chiarito che “non c’è nessuna discriminazione”, perché i vaccini ci stanno permettendo di aprire una nuova fase della pandemia, senza più “misure invasive generalizzate”, grazie al 91% degli italiani che ha risposto positivamente alla vaccinazione.

Durata green pass

La prima grande novità del decreto, preannunciata nei giorni scorsi, è la validità illimitata del green pass per chi ha fatto 3 dosi di vaccino oppure 2 dosi e ha già avuto il Covid.

Dal momento che per ora le agenzie regolatorie Ema e Aifa non hanno approvato la quarta dose di immunizzazione, si poneva infatti il problema dei milioni di italiani a cui il green pass scadrà tra pochi mesi, o settimane.

“La certificazione verde Covid-19 ha validità a far data dalla medesima somministrazione senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”, si legge nel testo. Il governo ha quindi stabilito che per chi ha fatto la terza dose di vaccino o le due dosi + malattia il green pass, per quanto riguarda il nostro Paese, non avrà più scadenza. La validità del certificato verde, ha confermato il premier Draghi, “per chi ha tre dosi diverrà indefinita”.

Scuola

Per quanto riguarda la scuola, “vogliamo limitare di molto l’uso della didattica a distanza, per permettere a un numero sempre maggiore dei nostri bambini e ragazzi di andare in classe” spiega il ministro Bianchi. “Veniamo incontro alle esigenze delle famiglie, che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore da lunedì 7 febbraio.

Per quanto riguarda il rientro a scuola, la grandissima novità – che fa felici le famiglie – è che si resta in presenza sia alle scuole materne che ai nidi, quindi da 0 a 6 anni, fino a 5 casi di positività: dal 5° caso scatta la Dad.

Per la scuola primaria, da 6 anni a 12, scatta invece quella che in Cabina di regia è stata definita come “divaricazione“, con la distinzione tra vaccinati e non: dal 5° caso in su gli studenti vaccinati restano in classe, mentre vanno a casa quelli che non lo sono e che dovranno usufruire della didattica a distanza.

Niente Dad quindi per gli studenti che hanno completato il ciclo vaccinale o che sono guariti da meno di 120 giorni, indipendentemente dal numero di contagi nella classe.

Nella scuola secondaria, dai 12 anni in poi, regole invece più severe visto il maggior numeri di vaccinati: basteranno infatti 2 casi in classe per far scattare la Dad.

Altra importante novità è che la quarantena per la scuola scende da 10 a 5 giorni mentre, se ci sono casi di positivi Covid in classe, scatta l’obbligo di FFP2 per docenti e alunni, fatta eccezione per i piccoli di nidi e materne (0-6 anni), per i quali l’uso della mascherina non è previsto dalla legge. Prima che si arrivi alla soglia di casi massimi che fa scattare la Dad, “l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte degli alunni e dei docenti”.

Inoltre, dopo la quarantena basterà il tampone fai da te. “In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione”, recita il testo.

Zona rossa

Oltre alla scuola, tra i provvedimenti c’è la decisione di eliminare le restrizioni, anche in zona rossa, per chi è vaccinato.

Le regole in vigore in zona rossa restano quindi solo per i non vaccinati. Tradotto, significa che per i vaccinati non ci saranno più le distinzioni tra i colori delle regioni.

Arrivi dall’estero

Novità anche per chi arriva in Italia dall’estero. Ai soggetti provenienti da uno Stato estero in possesso di un certificato rilasciato dalle competenti autorità sanitarie estere di avvenuta guarigione o di avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dall’avvenuta guarigione dal Covid, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali sul territorio nazionale sussiste l’obbligo di possedere il green pass rafforzato, previa effettuazione di un tampone antigenico rapido (entro le 48 ore) o molecolare (entro le 72 ore) con esito negativo.

Il tampone non è obbligatorio in caso di avvenuta guarigione successiva al completamento del ciclo vaccinale primario.

Nel caso di vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, l’accesso ai servizi e alle attività è consentito in ogni caso previa effettuazione di test rapido o molecolare.