Treni, arrivano i rimborsi automatici per i ritardi sui regionali e il Tap&Pay

Dal 1° gennaio 2025 per tutti i treni regionali di Trenitalia scatta il rimborso automatico su carta di credito in caso di ritardo superiore ai 60 minuti

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 30 Dicembre 2024 14:56

In una parentesi storica in cui Trenitalia arranca più che mai per via dei continui ritardi e disservizi su e giù per l’Italia, ecco che la partecipata di Ferrovie italiane annuncia una piccola grande rivoluzione per i passeggeri, spesso costretti a subire in silenzio – e senza rimborso – l’ormai atavico malfunzionamento di treni, binari e sistemi obsoleti vari per prendere un treno.

Trenitalia ha annunciato due importantissime novità per il 2025: la prima (la più attesa) è il rimborso automatico in caso di ritardi dei treni regionali; la seconda è l’introduzione di nuove modalità di pagamento che dovrebbero migliorare e velocizzare le procedure di acquisto degli utenti. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.

Rimborsi automatici per i treni regionali

Dal 1° gennaio 2025, Trenitalia introduce una rivoluzione nella gestione dei rimborsi per i ritardi dei treni regionali. “Stiamo lavorando per agevolare l’esperienza di viaggio dei passeggeri,” ha sottolineato l’ad Luigi Corradi. Ma se da un lato aumentano i servizi, dall’altro anche i rincari sono pesantissimi: solo per questo Natale il prezzo medio di un biglietto Trenitalia è aumentato di ben il 300%.

Con il nuovo anno, dicevamo, scatterà il rimborso automatico ma solo in caso di ritardi superiori a 1 ora e solo per i passeggeri che avranno acquistato i biglietti online con carta di credito o carta di debito. L’indennizzo sarà accreditato direttamente sulla carta utilizzata per il pagamento, eliminando così il famoso foglio da presentare allo sportello per la richiesta cartacea formale.

Per chi sta già facendo i salti di gioia, fermi tutti: il rimborso verrà dato solo per importi superiori ai 4 euro. E, come detto, se il ritardo sarà inferiore a 1 ora, niente da fare. Considerato che spesso i regionali viaggiano, sì, in ritardo, ma inferiore all’ora, c’è da capire chi davvero riuscirà a beneficiare di questo nuovo sistema.

Come funziona il rimborso automatico

Il rimborso che Trenitalia dovrà riconoscere verrà accreditato sulla carta di credito entro 30 giorni dalla data del viaggio. E l’importo? Ecco quanto spetta:

  • 25% del costo del biglietto per ritardi tra 60 e 119 minuti
  • 50% del costo del biglietto per ritardi pari o superiori a 120 minuti (2 ore).

Per chi invece avrà acquistato un biglietto cartaceo restano valide le procedure tradizionali che prevedono la compilazione del modulo ad hoc.

Nessuna novità per ora per chi invece prende l’alta velocità per viaggiare. Per i Frecciarossa e Frecciargento è già attivo da settembre lo Smart Refund, un sistema che semplifica e velocizza i rimborsi per i ritardi delle Frecce. Andando sulla propria area personale dell’app di Trenitalia è possibile chiedere il rimborso “semplicemente” facendo un click.

Tuttavia, a molti di voi, come a molti di noi della redazione di QuiFinanza, sarà capitato di vedersi negato questo rimborso. Perché? Perché in diversi casi, se avete comprato il biglietto già con una tariffa scontata in occasione di promozioni particolari o inserendo un codice sconto, il sistema vi dirà che il rimborso non può essere applicato perché non raggiunge o supera una certa soglia, non meglio specificata.

Arriva in tutta Italia il sistema Tap&Pay

Se per i poveri passeggeri il 2024 è stato un incubo, e se per Trenitalia, bersagliata da continui scioperi, e per il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini pure è stato un annus horribilis, il 2025 andrà meglio? Considerato lo stato delle nostre ferrovie, ce lo auguriamo.

Oltre ai rimborsi automatici, Trenitalia sta provando a introdurre qualche altra innovazione per semplificare l’esperienza di viaggio degli italiani. Tra queste, dopo l’eliminazione del check in obbligatorio per i treni regionali che tanto caos aveva generato, soprattutto tra i più anziani, verrà progressivamente esteso a tutto il territorio nazionale il sistema Tap&Pay, già attivo su alcune linee, che consente di acquistare il biglietto semplicemente appoggiando una carta di pagamento contactless direttamente sull’obliteratrice presente sul treno.

Gravi carenze, soprattutto al Sud: il rapporto Pendolaria 2024

Parlando di ritardi, come non chiedersi a questo punto com’è andata sui treni Trenitalia nel 2024. In questa analisi ci viene incontro “Pendolaria“, il report che ogni anno stila Legambiente proprio sullo stato di salute della rete ferroviaria italiana.

Purtroppo, ci sono parecchie cose che ancora non funzionano, in particolare al Sud e sulle linee considerate secondarie ma dove viaggiano ogni giorno decine di migliaia di persone. Qualche esempio: le corse dei treni regionali e l’età media dei treni nel Mezzogiorno sono ancora distanti dai livelli del resto d’Italia, in particolare la media di 18,1 di età dei convogli, in calo rispetto a 19,2 anni del 2020 e dei 18,5 del 2021, è ancora molto più elevata dei 14,6 anni del Nord.

Molte risorse, poi, verranno ora impiegate per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dal ministro Salvini, anche se permangono situazioni deliranti, come quella della linea Palermo-Trapani via Milo, chiusa dal 2013 a causa
di alcuni smottamenti di terreno, della Caltagirone-Gela, interrotta a causa del crollo del Ponte Carbone l’8 maggio 2011, o quelle delle linee a scartamento ridotto che da Gioia Tauro portano a Palmi e a Cinquefrondi in Calabria, ferme da 11 anni e al momento senza prospettive.

Non dimentichiamo poi che, per la prima volta dal 2017, la Manovra 2025 appena approvata in via definitiva non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per le piste ciclabili e la mobilità dolce, né per il rifinanziamento del fondo per la copertura del caro materiali per i progetti finanziati o in via di realizzazione e neanche per il fondo di progettazione, con gravi conseguenze sui lavori in corso e futuri.

Le peggiori tratte in Italia nel 2024

Nel 2024, sono 11 le linee dei treni peggiori d’Italia:

  • Roma-Lido
  • Roma Nord-Viterbo
  • Ex linee Circumvesuviane
  • Catania-Caltagirone-Gela
  • Milano-Mortara
  • Ferrovia Jonica
  • Genova-Acqui-Asti
  • Verona-Rovigo
  • Bari-Trani-Barletta
  • Torino-Pinerolo-Torre Pellice
  • Grosseto-Siena.

Buone notizie almeno in parte arrivano dalla tratta Bari-Bitritto. Legambiente ne aveva chiesto l’apertura, dopo 35 anni: il progetto iniziale risale al 1986 e l’inizio dei lavori al 1989. L’affidamento del servizio ferroviario, anche se in ritardo rispetto all’inaugurazione prevista per settembre 2023, è poi avvenuto, ma scadenzato e quindi non con caratteristiche di ferrovia
metropolitana.