Quali sono i giornali che prendono più finanziamenti pubblici?

La Legge di Bilancio si propone di azzerare progressivamente il contributo all'editoria, previsto dal governo Renzi. Ma quanto prendono i giornali?

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Sono diversi i quotidiani o i settimanali che ricevono dei finanziamenti pubblici. I fondi che arrivano direttamente dallo Stato non sono uguali per tutte le riviste, i settimanali e i giornali che vengono publbicati periodicamente nel nostro paese. Ma si differenziano in base alla tiratura e al potenziale bacino dei lettori.

Ma proviamo a dare uno sguardo a quanto riceve la carta stampata ogni anno.

I finanziamenti pubblici che arrivano ai giornali

Guardando ai dati degli ultimi due anni, si nota come i finanziamenti pubblici ai giornali siano stati superiori a 83 milioni di euro.

Uno degli impegni della Legge di Bilancio portata avanti dal governo Lega e Movimento 5 Stelle è quello di portare avanti il “graduale azzeramento a partire dal 2019 del contributo del Fondo per il pluralismo, quota del dipartimento informazione editoria”. Il Fondo del pluralismo era stato previsto dalla riforma dell’editoria varata nel 2016, voluta dal governo Renzi e resa operativa da un decreto del 2017. Proprio la riforma ha escluso dai contributi statali le testate che sono “organi di partiti, movimenti politici, sindacati e dei periodici specializzati a carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico”, mentre ha mantenuto il criterio secondo il quale i contributi vengono decisi in base alle copie effettivamente vendute.

Tra i quotidiani, quello dei vescovi “Avvenire” ha incassato nel solo 2016 5,9 milioni di euro, ridotti a 2,5 milioni di euro come anticipo del 2017. Arriva poi “Italiaoggi” con un totale di 7 milioni di euro incassati e divisi in 4,8 milioni nel 2016 e 2,2 milioni come anticipo del 2017. “Libero” ha ricevuto invece 3,7 milioni nel 2016 e 2 milioni come anticipo del 2017. Guardando ai dati de “Il Manifesto“, nel 2016 ha ottenuto 3,1 milioni di euro e 1,3 come anticipo del 2017, per un totale di quasi 5 milioni di euro. In quinta posizione il “Quotidiano del Sud“, che ha ricevuto 2,8 milioni nel 2016 e 1,2 milioni di euro in anticipo per il 2017. Come sesto è arrivato il “Corriere di Romagna“, con quasi 890 mila euro ricevuti nel 2017.

Quanto ricevono gli altri giornali nazionali

Osservando i dati dei quotidiani distribuiti a livello nazionale, “Il Foglio” ha ricevuto poco più di 337 mila euro, meno de “Le conquiste del lavoro“, legata alla Cisl, che ha ottenuto 384 mila euro. Continuano poi a ricevere contributi le imprese editrici cooperative e quelle che si occupano di pubblicare quotidiani e periodici all’estero, le cooperative, gli enti no profit e le pubblicazioni delle minoranze linguistiche.

Tra le cooperative che pubblicano testate, al primo posto troviamo “Famiglia cristiana“, con finanziamenti superiori a 312 mila euro per il 2016 e maggiori di 130 mila euro come anticipo del 2017. “Il Biellese” ha poi ricevuto nel 2016 246 mila di euro, diventati poi 103 nel 2017, “La Guida” ha incassato 227 mila euro e 95 mila euro rispettivamente nel 2016 e nel 2017. “L’Eco del Chisone” ha invece ricevuto 223 mila euro nel 2016 e 93 mila euro nel 2017. Finanziamenti vengono percepiti anche dalle cooperative no profit, come “Il tiraggio” gestito dalla Cooperativa Esc, che ha ricevuto 318 mila euro nel 2016 e 133 mila euro come anticipo del 2017.

Teoricamente i finanziamenti pubblici ai giornali servirebbe per garantire l’autonomia e la libertà della carta stampata. E soprattutto per fornire un servizio ai lettori.