Scuola in sciopero il 15 novembre, motivazioni e chi si ferma

Fronte comune tra docenti e personale Ata, che pretendono stabilità e dignità dal governo: ecco cosa accadrà nella giornata di venerdì

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 14 Novembre 2024 10:24

Scuola in sciopero venerdì 15 novembre 2024. Uno stop che mira a fare rumore in tutto il Paese, stavolta proclamato dal sindacato Anief, in rappresentanza di insegnanti e personale Ata. Giunge due settimane dopo la manifestazione proclamata dalla Flc Cgil, ed ecco quali sono le motivazioni.

Sciopero 15 novembre

Come detto, in questo stop della scuola italiana, nella giornata di venerdì 15 novembre 2024, ci sarà un fronte comune tra insegnanti e personale Ata. Lo sciopero non sarà di poche ore, anzi. Come comunicato dal Mim, infatti, riguarderà l’intera giornata e vedrà le partecipazioni di soggetti assunti a tempo determinato e indeterminato. Ciò per chiarire la portata delle adesioni.

In alcune Regioni, però, la situazione sarà più complessa. È infatti prevista a Roma una manifestazione indetta dagli idonei del concorso scuola Pnrr 2023, nel pomeriggio. Per quanto riguarda la Lombardia, invece, è stato indetto uno sciopero generale, al di là dello stop di Anief. In questo caso parliamo di Adl Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione, chiamando in piazza il personale aderente del Comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia.

Si pretendono risposte concrete e rapide da parte del governo di Giorgia Meloni, ed ecco i temi dibattuti. Ne ha parlato ampiamente il presidente di Anief, Marcello Pacifico. Ha descritto la scuola italiana come sempre più precaria. I dati sono lampanti, sotto questo aspetto.

Nel 2022 il 24% del personale aveva un contratto al 30 giugno o 31 agosto. Si parla in pratica di 284.385 persone. Una percentuale decisamente considerevole, se paragonata ai dati passati, risalenti al 2015: “Si tratta del 100% in più. Lo stesso numero del personale stabile stagliato dal 2001 (143.000)”.

Lo Stato ha di fatto voltato le spalle a una delle sue istituzioni cardine. Una problematica che non nasce di certo con il ministro Giuseppe Valditara. Questo esecutivo non è però esente da colpe, anzi.

“Nonostante una procedura di infrazione, lo Stato ha ridotto l’organico di ruolo, raddoppiando quello a tempo determinato, perpetrando l’abuso dei contratti a termine. Nel contempo ha innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo, superando la quota del 50% dell’organico over 50”.

Scuola ferma: le motivazioni

  • stabilizzazione di 400mila soggetti precari, che vantano più di 3 anni di servizio ma che ancora risultano chiamati con contratti a scadenza al 30 giugno;
  • assunzione in ruolo del personale idoneo o riconoscimento abilitati;
  • stabilizzazione dei soggetti idonei che hanno preso parte a precedenti concorsi, come l’ultimo concorso Pnrr;
  • doppio canale garantito anche per i precari delle Gps e Gae.

Sciopero concorso scuola 2023

Come detto, è prevista un’ulteriore manifestazione, che raggiungerà il Mim nel pomeriggio di venerdì 15 novembre 2024. In strada ci saranno gli idonei del concorso scuola 2023, che denunciano l’assenza di una graduatoria di merito a esaurimento.

Si torna a gridare la necessità di veder riconosciuti i propri diritti, come accaduto lo scorso 27 settembre. Per comprendere il problema di fondo, tutti i docenti che sono risultati idonei, in assenza di graduatoria, si ritroveranno a dover sostenere un altro concorso scuola, quello annunciato dal ministro Valditara. Il problema è che di fatto lo hanno già superato.

Una vera e propria assurdità, considerando come si tratti delle stesse prove, a distanza di pochi mesi. Si pensi che per alcune classi di concorso le prove si stanno ancora svolgendo. Riconoscere il merito mostrato è il minimo che il governo può garantire, in nome della trasparenza e della dignità dei lavoratori.