Sciopero farmacisti 6 novembre, protesta contro stipendi fermi e super lavoro

Giorno 6 novembre 22025 oltre 60.000 farmacisti sono in sciopero: i sindacati chiedono 360 euro di aumento e un miglioramento generale delle condizioni di lavoro

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Una giornata di mobilitazione nazionale per far sentire la propria voce: lo sciopero dei farmacisti di giovedì 6 novembre ha visto scendere in piazza oltre 60.000 lavoratrici e lavoratori.

I farmacisti del settore privato hanno incrociato le braccia per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto il 31 agosto 2024.

Perché lo sciopero dei farmacisti del 6 novembre

Lo sciopero, proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, è stato indetto per 24 ore, dalla mezzanotte di giovedì 6 alla mezzanotte di venerdì 7 novembre. Garantiti comunque i servizi minimi e le farmacie di turno, come previsto per i servizi essenziali.

Al centro della mobilitazione c’è la richiesta di un aumento salariale di 360 euro, ritenuto necessario per compensare l’aumento del costo della vita. La proposta di Federfarma è della metà: 180 euro. Tale proposta è giudicata insufficiente dai sindacati e dai lavoratori, che denunciano la chiusura al dialogo della controparte. Così sottolineano Filcams, Fisascat e Uiltucs:

Le farmacie private sono presidi sanitari e sociali essenziali e la professionalità di farmaciste e farmacisti merita rispetto, riconoscimento e tutele contrattuali all’altezza delle competenze richieste dal servizio.

Presidi e cortei si sono tenuti in numerose città italiane. A Milano i lavoratori hanno ribadito la necessità di un rinnovo che riconosca la farmacia dei servizi e la trasformazione del ruolo del farmacista, ormai parte integrante della rete sanitaria territoriale. A Napoli i manifestanti si sono riuniti in via Toledo, davanti alla sede di Federfarma e dell’Ordine dei Farmacisti della Campania. A Firenze in centinaia si sono radunati davanti alla sede della Regione. E così via.

Tra le motivazioni alla base dello sciopero c’è anche la questione del carico di lavoro crescente: con l’evoluzione verso la farmacia dei servizi, i farmacisti non si limitano più alla dispensazione dei farmaci, o alla loro preparazione: offrono screening, test diagnostici, telemedicina, consulenze sulla prevenzione e molto altro.

“Non possiamo più sostenere questi ritmi – denunciano i lavoratori raggiunti dalle telecamere dei tg – mancano personale e risorse, e questo comporta sacrifici enormi, anche sulla vita privata”. Un malessere che, aggiungono, sta spingendo sempre più giovani a non scegliere più la professione di farmacista.

Le richieste a Federfarma

I sindacati ricordano di aver presentato proposte sostenibili per il rinnovo del contratto, che includono non solo aumenti salariali ma anche maggiori tutele, percorsi formativi e strumenti per la conciliazione vita-lavoro. Questa la richiesta delle tre sigle:

Federfarma torni al tavolo e chiuda rapidamente la trattativa dimostrando di voler davvero tutelare chi lavora nelle farmacie private, riconoscendo un contratto che rispecchi il valore reale della professione.

Quanto guadagna un farmacista in Italia

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sulle Entrate Fiscali 2025 del Centro Studi Itinerari Previdenziali, i titolari di farmacia guadagnano in media 107.098 euro lordi l’anno. Parlando in generale, si tratta del terzo reddito medio più alto in Italia, dopo sportivi professionisti (reddit medio 270.070 euro lordi l’anno) e notai (160.546 euro).

Ma la situazione è molto diversa per i dipendenti: un farmacista neolaureato e abilitato percepisce tra i 1.300 e i 1.400 euro mensili, mentre un direttore di farmacia privata guadagna circa 2.100 euro. Differenze che, sottolineano i sindacati, rendono ancora più urgente un intervento.