Il prezzo in bolletta del gas è tornato a crescere a marzo 2024. Secondo il consueto bollettino di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), i costi per coloro che beneficiano del servizio di tutela della vulnerabilità sono saliti dell’1,3%. Parliamo qui, dunque, di una platea numericamente ristretta, ma cruciale, perché si tratta di quei consumatori che, dopo il termine del servizio di maggior tutela a fine 2023, godono di una protezione dalle oscillazioni più forti del mercato.
Finito il periodo della maggior tutela e delle agevolazioni varate in seguito allo scoppio della fiammata inflazionistica, per avere il diritto a tariffe più basse i criteri sono particolarmente stringenti. Sono inclusi solo coloro:
- hanno più di 75 anni
- hanno una disabilità riconosciuta
- abitano in territori colpiti dalle emergenze (come alluvioni o terremoti)
- fruiscono del Bonus energia avendo un Isee non superiore 9.530 euro
Per questa porzione particolarmente fragile della popolazione l’incremento dell’1,1% a livello mensile non è una buona notizia, ma, visto il calo di febbraio, nel complesso il prezzo del gas rimane per loro più basso che a gennaio, il mese in cui si era verificato il passaggio al nuovo regime e in cui si era verificato un balzo delle tariffe dovuto alla fine dei sussidi. Ma vediamo nel dettaglio le voci che compongono la bolletta.
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Prezzo del gas a 101,5 centesimi al metro cubo
Arera comunica che il prezzo di riferimento del gas per il cliente tipo sottoposto al servizio di tutela e che consuma mediamente 1.100 metri cubi annui a marzo è arrivato a 101,5 centesimi al metro cubo, quindi 1,13 centesimi in più rispetto al mese precedente. Come si diceva si tratta, comunque, di meno dei 104,56 di gennaio, ma a cosa è dovuto questo incremento?
Principalmente alla materia prima, ovvero quella che viene chiamata materia gas naturale. Sul mercato all’ingrosso italiano c’è stato un aumento delle quotazioni, che ha provocato il rincaro dei costi di approvvigionamento e delle attività connesse, passati da 34,24 a 35,21 centesimi. Rincaro che, invece, non si riscontra nella parte di prezzo dovuta ai servizi di vendita al dettaglio, che sono rimasti a 6,55 centesimi di euro al metro cubo.
Fortunatamente rimane stabile anche il costo delle spese di trasporto, che ammontano a 26,46 centesimi al metro cubo, esattamente come a febbraio e a gennaio. Lo stesso vale per gli oneri di sistema, fermi a 2,41 centesimi di euro, sempre al metro cubo, tariffa che non è cambiata nei primi tre mesi dell’anno.
Crescono le tasse, che contano per più del 30% del prezzo del gas
Come diretta conseguenza dell’incremento del costo della materia prima sale anche l’ammontare delle imposte che su di essa si applicano. Parliamo dell’Iva, delle accise e dell’addizionale regionale Nel complesso passano dai 30,71 ai 30,87 centesimi al metro cubo. Queste tasse non pesano poco sul prezzo finale del gas per il consumatore sottoposto al servizio di tutela della vulnerabilità dato che compongono il 30,4% di tale prezzo, non molto di meno della componente approvvigionamento, che include la materia prima, che pesa per il 34,7%.
Tra l’altro sono proprio le imposte che hanno fatto la differenza nel passaggio dal regime precedente al gennaio di quest’anno a quello successivo. Nel dicembre del 2023, quando ancora per le agevolazioni statali l’Iva in questo ambito era al 5%, tutte le tasse ammontavano solo a 21,97 centesimi di euro al metro cubo, ovvero 8,9 meno rispetto a marzo. Era questo ad abbassare il prezzo del gas complessivo, anche a fronte di un costo della materia prima decisamente superiore (43,31 centesimi contro 35,21).
Viste le esigenze di bilancio, in assenza di imprevisti sul versante dell’inflazione e su quello dei mercati internazionali, è altamente improbabile che nel prossimo futuro vengano varate agevolazioni simili. Le bollette del gas, insomma, anche quelle dei consumatori più fragili, dipenderanno principalmente dalle quotazioni internazionali.