Multe stradali, il Governo ferma tutto: cosa cambia con il Milleproroghe

Il decreto Milleproroghe blocca l’adeguamento all’inflazione delle multe: stop agli aumenti previsti dal Codice della strada per il terzo anno

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Il decreto Milleproroghe approvato in Consiglio dei ministri sospende l’aggiornamento delle multe stradali. Cosa significa? Che ancora una volta gli aumenti delle sanzioni vengono rimandati. Gli automobilisti che commettono infrazioni sono salvi, almeno per un altro anno.

Con la sospensione dell’aggiornamento biennale delle sanzioni, prorogato al 1° gennaio 2026, sono di fatto stati rimandati aumenti impegnativi, come la multa prevista per chi supera i limiti di velocità, che rischiava di vedere un aumento tra i 220 e gli 880 euro.

Rinviato l’aumento delle multe stradali

Il decreto Milleproroghe fa un favore agli automobilisti e congela l’aggiornamento degli importi delle multe stradali per un altro anno. È il terzo blocco consecutivo, che mette in pausa l’aggiornamento biennale previsto dal codice della strada. Si tratta di un favore molto apprezzato, considerando che gli aumenti risultavano essere piuttosto impegnativi per i portafogli di molti italiani.

Il Consiglio dei ministri di giovedì 11 dicembre approva il rinvio. L’aggiornamento viene prorogato e slitta di un anno, al 1° gennaio 2026. Si tratta di uno slittamento temporaneo che permette di evitare l’incremento del +15,6% degli importi delle multe.

Le motivazioni ufficiali sono di natura organizzativa e tecnica. Il governo ha deciso di lasciare più tempo alle amministrazioni locali per adeguarsi. Da parte degli operatori della sicurezza stradale però arrivano le critiche.

Come funziona l’aggiornamento biennale

L’articolo 195 del Codice della Strada prevede una rivalutazione ogni due anni degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie. In pratica le multe si aggiornano all’inflazione, all’andamento dell’indice Foi (famiglie, operai, impiegati) dell’Istat.

Il governo ha deciso di congelare l’aumento per via dell’eccezionale situazione economica. In questo modo l’ultimo aggiornamento biennale risale al 2019, con le multe stradali ferme a un aumento del +2,4%. Nel 2021 c’è stato un valore negativo (-0,2%) che avrebbe dovuto portare a una riduzione degli importi. Poi è intervenuta la prima sospensione. Ora però, a fronte di una previsione in aumento dell’indice, si è preferito il rinvio dell’aggiornamento.

Di quanto dovevano aumentare le multe?

L’aumento delle sanzioni pecuniarie si inseriva in un contesto di una riforma del Codice della Strada. L’aggiornamento delle sanzioni avrebbe potuto portare aumenti tra il +6% e il 17%. Calcoli ipotetici di associazioni di consumatori, non confermati, ma che avrebbero avuto comunque un impatto negativo sui portafogli.

Per quanto riguarda le infrazioni, con l’aggiornamento del codice della strada avrebbero subito un aumento:

  • multa per eccesso di velocità oltre 60 km/h da 3.467 euro a quasi 4.000 euro;
  • multa per divieto di sosta da 42 euro a 45 euro (6%) o fino a 49 euro (17%);
  • multa per passaggio col semaforo rosso da 167 euro a 177 euro (6%) o 195 euro (17%).

Le critiche al blocco

Mentre gli automobilisti e le famiglie tirano un sospiro di sollievo, associazioni di categoria, enti locali e organizzazioni di consumatori dovranno trovare una quadra. Per Comuni e prefetture, il rinvio vuol dire anche rivedere tutte le istruzioni operative che erano state messe a punto e aggiornare i bilanci, che già guardavano all’aumento e ne tenevano conto.

I Comuni, che si fanno carico delle manutenzioni stradali locali, si vedranno ridotte delle risorse per un ulteriore anno. C’è chi dichiara già che la sospensione porterà a un minor intervento sulla viabilità. Allo stesso tempo il congelamento delle tariffe semplifica la vita per i sistemi di calcolo delle sezioni amministrative, perché non c’è la necessità di aggiornare software o moduli, se non era stato ancora fatto.

Dall’altra parte, però, l’inflazione registrata nel biennio 2020-2022 è una situazione “straordinaria” che deve essere discussa e affrontata. Quando nel 2026 scatterà il recupero degli importi, esiste il rischio di un impatto maggiore sia per gli enti locali che per gli automobilisti. Bisognerà quindi mantenere un equilibrio tra efficacia deterrente delle multe, sostenibilità sociale e un’applicazione concreta, come scrivono i giornali di settore.