IT-Wallet, nuovi documenti digitali ma niente CIE: cosa cambia

Un passo avanti verso una pubblica amministrazione digitale: perché manca ancora l'alternativa allo SPID

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

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Il portafoglio digitale continua a evolversi. Parliamo dell’IT-Wallet, che compie un altro passo avanti e, dopo mesi d’attesa e sperimentazioni, si prepara a entrare in una fase decisamente più interessante. Saranno infatti integrati documenti chiave per il quotidiano dei cittadini. Tutto accessibile tramite l’app IO. Addio ai faldoni conservati negli armadi, tra scontrini e maglioni.

IT-Wallet, cosa cambia

Tra i nuovi documenti cui poter accedere via app IO ci saranno ISEE e titoli di studio. Purtroppo, al momento, resta ancora fuori la Carta d’Identità Elettronica. In una fase in cui si parla sempre più spesso di SPID a pagamento, anche per quanto riguarda Poste, con un canone annuale, riuscire a integrare questo documento sarebbe fondamentale. Occorre però ancora un po’ di pazienza, purtroppo.

Il via libera alle due documentazioni è giunto dal Garante per la protezione dei dati personali. È stato infatti espresso parere favorevole su due decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri, connessi al PNRR.

Abbiamo già assistito a integrazioni interessanti, dalla patente alla tessera sanitaria, fino alla carta europea per la disabilità. Ora si potranno aggiungere altri due elementi, digitali e con pieno valore legale.

Come già avvenuto in precedenza, però, occorrerà passare attraverso una fase di sperimentazione. Soltanto un numero ristretto di utenti potrà agevolarsi di tale iniziativa. Il servizio sarà poi in seguito esteso gradualmente. L’obiettivo è quello di arrivare a una diffusione capillare entro la fine del 2025. Al momento, però, non sono state comunicate date ufficiali in merito all’effettivo avvio della sperimentazione.

Cosa potremo aggiungere all’IT-Wallet

La novità principale riguarda la possibilità di aggiungere all’app IO, sempre più cruciale nel sistema burocratico italiano, l’ISEE. Sappiamo quanto importante sia questo documento per accedere a:

  • bonus sociali;
  • agevolazioni fiscali;
  • borse di studio;
  • servizi pubblici con tariffe agevolate.

Ma non solo, basti pensare infatti alla necessità di ottenere un ISEE aggiornato per quanto riguarda le tasse universitarie. Un solo esempio tra i tanti possibili. Avere tutto a disposizione in un click farà la differenza per tantissime persone. Basterà infatti un tocco per condividerlo, scaricarlo in formato PDF e così via.

Altra novità riguarda, come detto, i titoli accademici. Inizialmente quelli rilasciati dal 2010 in poi, considerando come i database non siano stati ancora totalmente digitalizzati. Ciò renderà molto più semplice la partecipazione ai concorsi pubblici, l’iscrizione ai corsi post-laurea e, in generale, le candidature lavorative.

Tra i documenti previsti, infine, anche il certificato di residenza, così come altri connessi ai diritti politici. Pensiamo ad esempio alle liste elettorali. Documenti già autenticati e verificati. Una svolta clamorosa in un Paese che annaspa nella burocrazia.

Carta d’Identità Elettronica su IT-Wallet

Ci avviciniamo sempre più verso la digitalizzazione dei servizi pubblici, riducendo le distanze con gli utenti. Il progetto mira a semplificare l’accesso a quelli che sono i documenti più richiesti e, dunque, più utili, assottigliando i processi burocratici a abbattendo totalmente i tempi d’attesa.

Resta però da sciogliere il nodo dell’assenza della CIE, soprattutto perché il sistema SPID non è destinato a restare al centro del rapporto PA-cittadini. Si richiede ancora del tempo per questa implementazione, al fine di procedere con tutte le verifiche di sicurezza del caso. Il ministero dell’Interno e il dipartimento per la Trasformazione Digitale stanno lavorando per completare il processo, ma la complessità tecnica e la necessità di garantire massima protezione dei dati rendono l’operazione più lenta rispetto ad altri documenti.