Gas e luce, con l’addio al mercato tutelato fioccano le truffe: i codici da non dare mai al telefono

I consigli su come evitare le truffe sulle bollette nel passaggio dal mercato tutelato a quello libero: cosa sapere e come muoversi se contattati dai fornitori

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Da mercoledì 10 gennaio 2024 scatta il mercato tutelato del gas e milioni di famiglie si sono trovate a decidere l’operatore a cui affidarsi tra i fornitori a caccia di contratti, poi ad aprile toccherà all’elettricità. Ed è in questo passaggio delicato che i truffatori sono in agguato, pronti ad approfittare del momento di incertezza e di confusione degli utenti, in particolare i più anziani, in difficoltà tra le condizioni e i cavilli spesso incomprensibili.

Nessuna fretta

La prima cosa da tenere a mente innanzitutto è che non c’è fretta: le famiglie che entro gennaio non sono passate al mercato libero non rischiano nessuna sanzione, né di rimanere da un giorno all’altro senza gas o luce.

I clienti ritardatari riceveranno dai fornitori, per quanto riguarda il gas, un’offerta simile alle condizioni che avevano nel mercato tutelato: la cosiddetta ‘Placet’, Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela (qui abbiamo spiegato per chi vale ancora la prororoga del mercato a tutelato).

Dall’1 aprile 2024 saranno chiuse anche le tariffe a maggior tutela sulla bolletta della luce e chi non sottoscriverà un contratto con un operatore del mercato libero passerà automaticamente al Servizio a Tutele Graduali (Stg), in cui le condizioni contrattuali ed economiche saranno definite dall’autorità Arera anche sulla base degli esiti di procedure concorsuali.

Un elemento per capire se si viene contattati da un truffatore è quindi se l’operatore dall’altra parte del telefono insiste nell’attivare in fretta il contratto proposto: se l’offerta è davvero irrinunciabile, si può richiedere una copia del contratto e analizzarlo con tutta calma in un secondo momento (qui abbiamo parlato dei maxi licenziamenti nei call center con la fine del mercato tutelato).

Le truffe telefoniche

In ogni caso è sempre lecito chiedere a chi chiama di identificarsi e se la risposta è “Arera” bisogna ricordasi che nessuna autorità o ente pubblico contatta direttamente il cliente finale per attivare dei contratti.

“In questo comparto la consapevolezza degli utenti è scarsissima” ha spiegato al ‘Fatto Quotidiano’ Marco Vignola, responsabile energia dell’Unione nazionale consumatori.

“Di conseguenza truffe e abusi sono endemici – ha aggiunto – In origine c’erano agenzie che sottraevano le bollette dalle cassette delle lettere e usavano i dati per attivare un nuovo contratto con firma falsa, cambiando gli indirizzi mail e di recapito della fattura in modo che il cliente restasse inconsapevole fino a che non si vedeva staccare la corrente perché moroso. Ad essere raggirata era anche l’azienda ‘madre’ per cui le agenzie lavoravano, inconsapevole dei metodi utilizzati”.

Poi sono arrivate le truffe telefoniche, sempre più diffuse, come quella ‘del sì’: forniture attivate all’insaputa del malcapitato, semplicemente perché durante la conversazione ha risposto “sì” a una qualsiasi domanda, il quale assenso viene rubato e utilizzato in un audio in cui l’operatore legge le domande necessarie per far sottoscrivere un contratto a distanza.

Non fornire i codici Pod e Pdr

Regola d’oro per qualsiasi conversazione telefonica riguardante le offerte di luce e gas è quella di non fornire anche se richiesti i codici Pod, per l’energia elettrici, e Pdr, per la fornitura del gas.

Si tratta dei codici alfanumerici sulle bollette che servono a identificare l’utenza e che non cambiano neanche quando viene effettuato il passaggio ad un altro operatore: insieme ad alcuni dati personali come il codice fiscale, servono proprio passare da un gestore all’altro senza interrompere il servizio, e per questo è meglio tenerli per sé.