Energia elettrica interrotta, quando arriva l’indennizzo e come presentare reclamo

Cosa significa interruzione del servizio di energia elettrica, quali sono le cause e gli indennizzi per i cittadini e le aziende, cosa fare se non arrivano

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 5 Ottobre 2025 14:25

Sia in inverno che in estate può capitare che vi sia un’interruzione del servizio di energia elettrica per svariati motivi come ad esempio per guasti tecnici sulla rete. Tale evento può causare disagi alle famiglie e alle aziende, per cui è lecito chiedersi se la normativa italiana prevede delle specifiche tutele per i consumatori e se è possibile chiedere dei rimborsi per i danni subiti.

Le tempistiche del preavviso in caso di lavori

L’energia elettrica deve essere garantita senza che vi siano delle sospensioni. Possono capitare però eventi imprevisti o problemi tecnici a causa dei quali la corrente può mancare.

Le interruzioni di energia possono essere programmate e quindi con preavviso se il distacco avviene per lavori programmati sulla rete.

In questi casi il distributore deve comunicarlo al cliente:

  • almeno con 24 ore di anticipo nel caso di interventi urgenti per emergenze o guasti;
  • almeno 3 giorni lavorativi prima dell’inizio dei lavori ordinari.

L’avviso dovrà contenere le date e gli orari di inizio e fine della sospensione dell’energia, nonché la data di invio del preavviso.

Se non vengono rispettate tali tempistiche, le sospensioni sono considerate senza comunicazione.

Quanto può durare l’interruzione del servizio

Le interruzioni possono essere:

  • transitorie se inferiori a un secondo;
  • brevi, se durano da un secondo a 3 minuti;
  • lunghe, se di durata superiore ai 3 minuti.

I tempi di ripristino decisi dall’Arera in caso di interruzioni lunghe sono di:

  • massimo 8 ore consecutive per le grandi città (più di 50.000 abitanti) o sotto i 1.500 metri di altitudine;
  • massimo 12 ore consecutive per i piccoli comuni o le zone montane di oltre 1.500 metri.

Nel caso in cui a seguito di un ripristino provvisorio l’energia elettrica manchi di nuovo entro un’ora, i tempi si sommano.

I distributori devono rispettare i tempi sopra indicati o erogare un rimborso in bolletta automatico ai clienti.

Gli indennizzi per i cittadini

Il cliente domestico con un potenza inferiore o uguale a 6 kilowattora avrà diritto a un indennizzo automatico di 34,50 euro.

Aumenterà poi di 17,25 euro ogni ulteriori 4 ore di interruzione fino a un massimo di 240 ore.

Oltre tale arco temporale, qualunque sia la causa o l’origine, non sono erogati indennizzi. Ciò avviene anche nel caso di clienti morosi o per interruzioni causate dal cliente stesso.

L’indennizzo non esclude eventuali richieste di rimborso.

L’indennizzo per le aziende

Nel caso di interruzione del servizio di energia elettrica, anche le aziende hanno diritto a un indennizzo, che dipende dalla potenza installata e dal tipo di cliente:

  • fino a 100 kW, l’indennizzo base è di 150 euro + 75 euro per ogni blocco in aggiunta di 4 ore di blackout per un massimo di 1.000 euro;
  • oltre i 100 kW, l’indennizzo base è di 2 euro per ogni kW di potenza del contatore più 1 euro a kW ogni ulteriori 4 ore fino a un massimo di 3.000 euro;
  • oltre i 100 kW con allaccio alla media tensione, infine, l’indennizzo è di 1,5 euro per kW più 0,75 euro a kW per ogni ulteriori 2 ore fino a un massimo di 6.000 euro.

 Cosa fare se gli indennizzi non arrivano

Qualora non venga erogato l’indennizzo per l’interruzione del servizio di energia elettrica, la prima cosa da fare è quella di contattare subito il fornitore in modo informale descrivendo il problema nei seguenti modi:

  • chiamando il numero di assistenza clienti;
  • inviando un’e-mail;
  • utilizzando la pagina social di assistenza.

Nel caso non si ottenga nessuna risposta è necessario effettuare un reclamo formale. Deve essere scritto e inviato mediante raccomandata con ricevuta di ritorno o Pec.

Sulla pagina ufficiale dell’Arera e dell’Acquirente Unico è possibile trovare il modello di reclamo nel quale devono essere indicati:

  • i dati del reclamante;
  • i dati del gestore;
  • il codice Pod.

Deve poi essere allegata una copia del documento di identità. Il venditore avrà 40 giorni per rispondere.

Nel caso in cui non si ottenga alcuna risposta al reclamo scritto o se la risposta non è soddisfacente, si può avviare la procedura di conciliazione, obbligatoria prima di andare in Tribunale, mediante:

  • servizio di conciliazione Arera;
  • negoziazione paritetica.

Sono procedure che costano poco, non richiedono l’intervento di un avvocato e danno la possibilità di trovare un accordo grazie all’ausilio di un mediatore.

Infine, se neanche con la conciliazione si trova un accordo, ci si può rivolgere al Tribunale competente per far valere i propri diritti.

Come chiedere il rimborso in caso di danni

Nel caso un’interruzione programmata con o senza preavviso causi dei danni, ad esempio agli elettrodomestici, è possibile presentare un reclamo scritto al proprio fornitore di energia che lo invierà a sua volta al distributore.

Quest’ultimo dovrà rispondere in forma scritta spiegando le ragioni dell’interruzione e perché eventualmente rifiuta il risarcimento.

Nel caso in cui la risposta non soddisfi l’utente, si può avviare una procedura di conciliazione gratuita mediante Arera per cercare di trovare un accordo senza andare in Tribunale.

Se, infine, nemmeno con la conciliazione si troverà alcun accordo, l’ultima strada da percorrere sarà anche in questo caso quella di rivolgersi al Tribunale competente.