I problemi in Italia sono tanti ma se ce n’è uno che accomuna decisamente tutte le Regioni, è quello delle buche stradali. In alcune città, come ad esempio Roma, ce ne sono di storiche ormai. Generalmente si procede a delle toppe, che alle prime piogge cedono. Un circolo vizioso che vede nei cittadini vittime impotenti. Gli unici a sorridere sono carrozzieri e meccanici, considerando i tanti danni subiti ogni anno dalle vetture.
Il governo ha deciso di affrontare la questione una volta per tutte e, per quanto possa suonare un po’ strano, è stato preparato un decreto buche. Di seguito vi riportiamo tutte le nuove misure in arrivo.
Buche stradali, il piano Meloni
Se è vero che l’Italia è il Bel Paese, le sue strade lo dimostrano poco. Panoramicità a parte, sono ormai tremendamente note le condizioni del manto un po’ in tutte le città. Alcune riescono a tutelare meglio i propri centri storici, altre invece gettano la spugna anche lì.
Un nuovo decreto ministeriale vede il governo di Giorgia Meloni apertamente schierato per risolvere questa piaga. Una promessa decisamente complessa da rispettare. Spazio a criteri stringenti per la realizzazione e la riparazione, al fine di aumentare la durata del manto e ridurre le buche. Detta così, sembra davvero estremamente semplice. Tanto da chiedersi perché questa “magica soluzione” sia piovuta soltanto adesso dal cielo.
In realtà ciò di cui si avrebbe bisogno è un sistema di controllo adeguato, così come di un processo che miri a riconoscere le responsabilità di chi esegue i lavori in malo modo. Il nuovo provvedimento, che punta anche a ridurre i rischi legati alla sicurezza, ovviamente, entrerà in vigore entro la fine del 2024.
Strade più sicure
È stata indicata una data per l’entrata in vigore del nuovo provvedimento, ovvero il 21 dicembre 2024. Manca poco, dunque, e il lento processo per sistemare le nostre strade avrà inizio. Per quanto possa sembrare un tema secondario, si tratta di una questione che potrebbe avere un gran peso anche in termini elettorali.
Risolvere una crisi di questo tipo o, al contrario, annunciare una rivoluzione e poi lavarsene le mani, può lasciare il segno nei seggi elettorali. Del resto è ciò che chiede il popolo, più provvedimenti che abbiano un impatto diretto sulla vita del cittadino comune. Ecco, dunque, cosa è previsto:
- nuovi criteri ambientali minimi (CAM) per l’affidamento di tutti i servizi connessi alle strade pubbliche (progettazione, costruzione e manutenzione);
- la vita utile del manto stradale da garantire sarà di almeno 20 anni, sia per strade nuove che per opere di risanamento profondo di tratti esistenti;
- i risanamenti superficiali dovranno garantire uno stato adeguato del manto stradale per almeno 5 anni.
Si resta dunque alla finestra, in attesa di capire che 2025 sarà sotto questo aspetto. Va da sé che, alla luce di tali norme, ci si aspetta che i Comuni diano il via a numerose opere di risanamento. Un passo alla volta, la promessa è quella di intervenire su oltre 167mila km di strade, considerando urbane a scorrimento, autostrade, extraurbane principali e secondarie. Non cosa da poco.