Danni da maltempo, cosa succede se l’assicurazione non paga

Le assicurazioni mirano a non pagare le polizze accessorie: ecco qual è la situazione oggi in Italia

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sotto l’aspetto meteo, l’Italia è spacca in due ormai da mesi. Una condizione che andrà aggravandosi nel corso degli anni, stando alle previsioni. Da una parte chi soffre per la siccità e dall’altra chi subisce i danni del maltempo.

Tutto ciò ha gettato nuova luce (processo iniziato da anni, a dire il vero) sulle opzioni assicurative contro gli eventi atmosferici. I danni più comuni sono ormai quelli provocati dalla grandine, in grado di danneggiare la carrozzeria dei propri veicoli, rompere finestrini e lunotti e, ovviamente, provocare danni fisici alle persone. Cosa accade, però, quando l’assicurazione tenta di non pagare il dovuto?

Assicurazione condannata al risarcimento

Quanto accaduto a Torino farà giurisprudenza, considerando come non si tratta di un caso isolato. Quando si parla di danni atmosferici, può capitare che il danno provocato preveda un costo di riparazione superiore all’effettivo valore del mezzo.

Pensiamo ad esempio a un’auto usata ma in buone condizioni, danneggiata gravemente dalla grandine. Non è da escludere che il suo valore sul mercato si aggiri intorno agli 5.000 euro e che per le riparazioni ne occorrano 6.000.

Una cifra, quest’ultima, non indicata a caso. È infatti quanto è stato ottenuto da un automobilista, impegnato in una battaglia legale contro la propria assicurazione. La disputa ruotava intorno alla scelta del carrozziere. L’uomo aveva infatti scelto un professionista che non rientrava nell’elenco di quelli convenzionati con la compagnia.

Il tribunale di Torino, sezione civile, ha però condannato l’assicurazione a risarcire in toto 10.000 euro (4.000 di spese di lite). Giustizia, infine, per il proprietario di un Fiat Doblò rovinato dalla grandine.

La sentenza è del 29 luglio e si riferisce ai danni di un temporale del 17 giugno 2020. Il provvedimento del tribunale, in attesa che diventi definitivo, potrebbe dettare in maniera netta la via da seguire sulla tutela dei consumatori.

L’uomo aveva provveduto a pagare 6080 euro, spiegando di ritenere il gesto come un anticipo, in attesa del saldo da parte della propria assicurazione. Ecco come si è espressa la giudice Claudia Gemelli: “La clausola del contratto che prevede la decadenza dell’indennizzo in caso di riparazione presso altro centro di autoriparazione è nulla. È una clausola vessatoria per lo squilibrio di obblighi e diritti derivanti dal contratto, non oggetto di specifica trattativa individuale, e non conoscibile in ragione della modalità di redazione del modulo contrattuale in violazione dell’articolo 166 del codice assicurazioni”.

Problema polizze accessorie

Stando a quanto evidenziato dal Movimento Consumatori, esiste un vero e proprio problema legato alle compagnie assicurative. Sono sempre più restie a provvedere al pagamento degli indennizzi previsti dalle polizze accessorie, con copertura per gravi danni atmosferici.

Il problema cardine riguarda le clausole dei contratti che, come spiegato nella sentenza del tribunale di Torino, sono spesso inserite con “una tecnica redazionale poco trasparente e del tutto inidonea a porre l’attenzione dell’assicurato sul rischio di non vedersi riconosciuto l’indennizzo”.

Secondo l’associazione, spesso le carrozzerie convenzionate si limitano ad applicare il “tirabolli”, senza intervenire su altri danni come le microfratture nella vernice”. Stando a quanto dichiarato da Federcarrozzieri, in Italia si stimano danni per eventi estremi climatici in aumento del 50% nell’ultimo decennio. I danni causati dalla grandine prevedono costi dai 900 ai 10.000 euro per le vetture più grandi. Oltre 7 richieste su 10 arrivano da automobilisti residenti nelle Regioni più grandi della Pianura Padana: Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.

Le assicurazioni, intanto, negli ultimi 3 anni hanno aumentato il costo delle polizze contro eventi climatici, da 90 a 165 euro, come riportato dall’Associazione italiana periti ed estimatori danni (Aiped). La situazione è estremamente grave, considerando inoltre tempi d’attesa lunghissimi per le riparazioni in soli determinati centri e la cosiddetta clausola degrado. Di fatto le compagnie, in caso di sostituzione di un pezzo, valutano l’indennizzo sulla base dell’usura, ovvero dell’età e delle condizioni del mezzo.