Febbraio 2024 il più caldo di sempre, con 1,77° in più superato il nono record consecutivo

Febbraio 2024 entra nella storia come il mese più caldo di sempre. I dati degli esperti preoccupano: +1,77°C

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Sta per concludersi un inverno anomalo, tra i più caldi mai registrati. Il record come mese più caldo di sempre lo vince febbraio. Il servizio europeo di monitoraggio climatico Copernicus ha sottolineato, nella pubblicazione del dato, che quello di febbraio 2024 è il nono mese consecutivo in cui si registra un massimo storico. Il febbraio 2024 è così 0,81 gradi centigradi più caldo rispetto alla media del periodo 1991-2020 e ben 1,77 gradi al di sopra dell’era pre-industriale.

Dagli esperti arrivano messaggi preoccupati sulle conseguenze delle attuali condizioni e sui nuovi record che sfortunatamente andremo a battere se non si stabilizzeranno i dati. L’Accordo di Parigi, sottoscritto da 195 Paesi durante la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop21) nel dicembre 2015, prevede il mantenimento del riscaldamento globale il più vicino possibile ai più 1,5 gradi. Il problema dell’accordo è l’azione sparsa delle nazioni, che hanno potuto gestire in autonomia le modalità per raggiungere gli obiettivi. A quasi 10 anni di distanza, le conseguenze di una decisione poco incisiva ha portato all’inverno più caldo di sempre, con conseguenze sulle condizioni di vita in quei Paesi che hanno subito una grave siccità come Francia, Maghreb, Scandinavia, Russia e Italia.

Il febbraio più caldo di sempre dell’inverno più caldo mai registrato: i dati di Copernicus

Il Copernicus Cliamte Change per le previsioni meteorologiche ha pubblicato il bollettino climatico mensile con i dati relativi a febbraio. Dal rapporto si nota con preoccupazione che il mese di febbraio 2024 è stato il febbraio più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria di 13,54°C, 0,81°C sopra la media del periodo 1991-2020 per febbraio e 0,12°C sopra la temperatura del febbraio più caldo precedente, nel 2016. Inoltre il mese scorso è stato di 1,77°C più caldo rispetto a una stima della media del febbraio pre-industriale.

Con questi dati, febbraio 2024 segna il nono mese consecutivo in cui si è registrato un record di caldo per la media della stagione e il 2024 prosegue i dati del 2023, anno più caldo mai registrato fino a ora. Così in Europa, ma anche a livello globale. Fuori dall’Ue infatti le temperature erano superiori alla media nella Siberia settentrionale, nel Nord America centrale e nordoccidentale, nella maggior parte del Sud America, in tutta l’Africa e nell’Australia occidentale.

A segnare il picco di preoccupazione è uno studio pubblicato su Nature, secondo cui si potrebbe verificare un giorno senza ghiaccio nell’Artico. Secondo i calcoli, questo potrebbe avvenire tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Per “libero dai ghiacci” si intende quando è presente meno di 1 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio, un numero che segna il 20% in meno della coperta di ghiaccio minima.

La conseguenza del caldo: siccità in Sicilia

Anche se febbraio si è presentato più piovoso rispetto alla media, la pioggia caduta nel mese non basta. Si respira un’aria di sollievo in Sicilia, dove l’acqua caduta ha rifornito le scorte idriche, ma in generale l’emergenza persiste.

Anche dopo le piogge la siccità resta a livello moderati e severi. Secondo le ultime rilevazioni del Sias, Servizio informativo agrometerologico siciliano, le piogge di febbraio non hanno permesso di recuperare il deficit accumulato nei mesi precedenti. L’impatto della condizione non è da sottovalutare e come fa notare la Confederazione italiana agricoltori della Sicilia, si sta vivendo “una delle peggiori annate agrarie” di sempre. Non bastano neanche le risposte del governo regionale e secondo il gruppo serve un piano straordinario per affrontare il dramma della siccità.

A differenza di chi vive in maniera quotidiana il problema della tropicalizzazione dei territori, gli Accordi di Parigi prevedevano di trattare il riscaldamento medio globale non come un caso isolato, ma come una crisi a lungo termine. Come ricorda  Carlo Buontempo, direttore di Copernicus, c’è da aspettarsi ulteriori conseguenze.