Allerta marine litter sulle spiagge italiane, 705 rifiuti ogni 100 metri

Il marine litter è una delle principali minacce per mare e spiagge: 23.259 rifiuti raccolti da Legambiente in 33 lidi, cicche di sigarette e plastica ai primi posti

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 6 Maggio 2024 14:35

I rifiuti più frequentemente rinvenuti sulle spiagge sono le cicche di sigarette e la plastica, come evidenziato dalla recente indagine “Beach litter” condotta da Legambiente. Questa ricerca si inserisce nel contesto della storica campagna “Spiagge e fondali puliti” 2024, volta al monitoraggio e alla rimozione dei rifiuti abbandonati, che si svolgerà dal 10 al 12 maggio. L’indagine ha coinvolto 33 spiagge distribuite in 12 regioni italiane, per un totale di 179.000 metri quadrati esaminati. Durante questo processo, sono stati catalogati complessivamente 23.259 rifiuti, con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Tra questi, il 40,2% è rappresentato da cinque tipologie principali: mozziconi di sigarette, frammenti di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione, e stoviglie usa e getta in plastica. Degli oggetti in plastica monouso, proibiti dalla direttiva europea, insieme alle reti e agli attrezzi da pesca e acquacoltura, costituiscono ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024. Questo dato evidenzia un persistente trend, dal 2014 ad oggi, caratterizzato da una mancanza di diminuzione significativa, con tali oggetti che rappresentano mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati sulle spiagge italiane.

Un oceano di volontari per “Spiagge e Fondali Puliti 2024”

Dal 10 al 12 maggio, una moltitudine di volontari e volontarie si riverserà sulle spiagge italiane, armati di pinze raccogli-rifiuti e guanti, per partecipare alle numerose iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024. Questa storica campagna, organizzata da Legambiente e dai suoi circoli, giunge alla sua 34esima edizione e coinvolge migliaia di persone in una mobilitazione collettiva di pulizia di spiagge e arenili.

Lo slogan scelto per l’edizione 2024 è “Spiagge Pulite? Pinzaci tu!“, un invito alla responsabilità e alla collaborazione per rigenerare i luoghi marini e costieri. I partecipanti sono incoraggiati a condividere sui social network foto di rifiuti insoliti o strani trovati sulle spiagge, indicando il luogo del ritrovamento, utilizzando le stories di Instagram e taggando il profilo di Legambiente con l’hashtag #SpiaggeFondaliPuliti.

Anche quest’anno, Sammontana e Biotherm sosterranno le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024, rispettivamente come partner principale e partner.

Marine litter, un problema urgente da affrontare

Durante la tre giorni di “Spiagge e Fondali Puliti 2024”, uno degli obiettivi principali è sensibilizzare le persone sul problema del marine litter e sull’importanza del corretto smaltimento dei rifiuti. A fornire un quadro dettagliato della situazione è la nuova indagine “Beach Litter” condotta da Legambiente, che ha analizzato i rifiuti spiaggiati raccolti e catalogati dall’associazione ambientalista. In questa indagine, è stato utilizzato per la prima volta il Clean Coast Index (Cci), un indicatore internazionale utile per valutare il “grado di pulizia” delle spiagge in modo immediato e oggettivo, basato sulla densità dei rifiuti nelle aree campione monitorate.

Sono state monitorate 33 spiagge distribuite in 12 regioni italiane, per un totale di 179.000 metri quadrati esaminati. Durante questo processo, sono stati raccolti e catalogati complessivamente 23.259 rifiuti, con una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Tra questi, il 40,2% è rappresentato da cinque tipologie di oggetti: mozziconi di sigarette, frammenti di plastica, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione, e stoviglie usa e getta in plastica.

Particolarmente preoccupante è il dato relativo ai prodotti in plastica monouso, vietati dalla direttiva europea Single Use Plastics (Sup), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022. Questi prodotti, insieme alle reti e agli attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024. Tale tendenza, che sembra non mostrare segni di riduzione significativi dal 2014 ad oggi, rappresenta mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai volontari di Legambiente.

Questi risultati pongono una sfida importante per Legambiente nei prossimi anni, richiedendo interventi mirati sia in termini di informazione e sensibilizzazione che di sviluppo di politiche integrate per contrastare questa tendenza in crescita nel breve termine.

Progressi nella Pulizia delle Spiagge: Risultati del Clean Coast Index 2024

Quest’anno, l’introduzione del Clean Coast Index (Cci) ha permesso una valutazione più precisa della pulizia delle spiagge italiane. Delle 33 spiagge monitorate, solo il 6,6% è stato classificato con un Cci indicante una condizione di “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Questo rappresenta un miglioramento significativo rispetto al passato, dimostrando l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione condotte negli ultimi anni.

Inoltre, quest’anno si è registrato un aumento notevole delle spiagge valutate come “molto pulite” o “abbastanza pulite“, superando la media del periodo precedente. Le spiagge classificate semplicemente come “pulite” hanno raggiunto livelli in linea con le aspettative medie, confermando un trend positivo nella gestione e nella manutenzione delle coste italiane. Questi dati sottolineano un progresso tangibile nella lotta contro l’inquinamento marino e costituiscono un incoraggiamento a continuare su questa strada.

L’impatto dei piccoli gesti sulla conservazione ambientale

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, sottolinea l’importanza delle attività che caratterizzano la campagna Spiagge e Fondali Puliti, che offrono un esempio concreto di come anche i piccoli gesti possano contribuire a prendersi cura della natura, la nostra casa.

I dati raccolti nell’annuale indagine sull’inquinamento di spiagge e arenili confermano la necessità di campagne di pulizia collettiva, a causa dell’aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente legato al consumo di cibo. È fondamentale intervenire sulle abitudini dei frequentatori degli spazi naturali, come spiagge e argini di fiumi e laghi, attraverso attività di informazione e sensibilizzazione e implementando servizi di raccolta efficaci per questi contesti più delicati e difficili da raggiungere.

Una mobilitazione pubblica per liberare i tratti costieri dai rifiuti rappresenta un modo efficace per affrontare un problema ambientale crescente, un rischio concreto per la fauna marina e costiera e un deterrente per il valore turistico dei luoghi. La campagna Spiagge e Fondali Puliti si impegna a tutelare l’ambiente e a promuovere un turismo sostenibile, sensibilizzando la popolazione e incoraggiando la partecipazione attiva nella salvaguardia delle coste e dei fondali marini.

Analisi dei rifiuti sulle spiagge: mozziconi e plastica dominano la classifica

Nei primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti sulle spiagge, i mozziconi di sigaretta occupano il primo posto, con 3.338 unità raccolte (14,4% del totale), equivalente a una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. Seguono gli oggetti e i frammenti di plastica di dimensioni comprese tra i 2,5 e i 50 cm, con 2.195 unità (9,4%), e i tappi e i coperchi in plastica, con 1.566 unità (6,7%). Al quarto posto si trovano i materiali da costruzione, con il 5,5% del totale, seguiti dalle stoviglie usa e getta in plastica, con il 4,2%.

La plastica resta il materiale più diffuso sulle spiagge monitorate, rappresentando il 79,7% degli oggetti rinvenuti, seguita dal vetro/ceramica (6,6%), dal metallo (4,5%) e dalla carta/cartone (2,9%).

Per quanto riguarda il gruppo di rifiuti associati a Beach Litter e Sup, le reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica abbandonati occupano il primo posto con 4.589 elementi rinvenuti. Seguono i mozziconi di sigaretta (14,4% del totale, 25% della Sup), bottiglie e contenitori di plastica (11,4% del totale, 20% della Sup), buste di plastica (2,4% del totale, 4% della Sup), contenitori in plastica per alimenti (2,2% del totale, 4% della Sup), bicchieri in plastica (1,9% del totale, 3% della Sup), posate e piatti di plastica (2% della Sup), cotton fioc (1,6% del totale, 3% della Sup), cannucce e agitatori per cocktail (1,2% del totale, 2% della Sup).

Plastica monouso, ancora troppi rifiuti sulle nostre spiagge

Elisa Scocchera, dell’ufficio scientifico di Legambiente, ha evidenziato l’andamento dell’incidenza dei rifiuti di plastica monouso dal 2014 a oggi. I dati mostrano oscillazioni significative, con un minimo del 38,6% nel 2023 e un massimo del 56,3% nel 2024. Questo indica che non si è verificata una significativa riduzione percentuale nelle tre campagne di monitoraggio successive al periodo precedente all’entrata in vigore della direttiva Sup.

Scocchera sottolinea la necessità di continuare a monitorare l’evoluzione di questa tendenza per valutare l’efficacia delle misure previste dalla direttiva sulla plastica monouso. Questo monitoraggio è fondamentale per intervenire in modo mirato con azioni di prevenzione e corretta gestione dei rifiuti derivanti da questi prodotti.

Le informazioni fornite dalla direttiva Sup indicano il divieto, la riduzione o la regolamentazione del consumo di oggetti di plastica monouso, con l’obiettivo di ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente e negli oceani. La direttiva mira a promuovere una transizione verso un’economia circolare in tutta l’Unione europea attraverso una combinazione di misure per i prodotti contemplati.

Cos’è la direttiva Sup e cosa prevede

La direttiva Sup, acronimo di Single-Use Plastics (Plastica Monouso), è una normativa dell’Unione Europea volta a ridurre l’impatto ambientale della plastica monouso. Approvata nel 2019, la direttiva mira a ridurre l’uso di determinati prodotti in plastica monouso e a promuovere alternative più sostenibili.

Le principali disposizioni della direttiva Sup includono:

  • Divieto di commercializzazione di alcuni prodotti di plastica monouso: la direttiva proibisce la commercializzazione di prodotti come cotton fioc, stoviglie in plastica, cannucce, bastoncini per palloncini e posate monouso.
  • Obiettivi di riduzione per gli stati membri: gli stati membri devono adottare misure per ridurre l’uso di contenitori per bevande in plastica e tazze per bevande.
  • Etichettatura migliorata: si richiede un’etichettatura migliorata per alcuni prodotti, come i prodotti igienici femminili e i prodotti per l’igiene personale, al fine di informare i consumatori sull’impatto ambientale dei prodotti e sul corretto smaltimento.
  • Responsabilità estesa del produttore: i produttori saranno responsabili per i costi relativi alla gestione dei rifiuti e alla pulizia delle immondizie causate da determinati prodotti, come i mozziconi di sigarette e le lenze da pesca.

In sostanza, la direttiva Sup mira a ridurre l’inquinamento da plastica monouso promuovendo l’adozione di alternative più sostenibili e responsabilizzando i produttori riguardo alla gestione dei rifiuti.

Weekend di pulizia e sensibilizzazione con “Spiagge e Fondali Puliti”

Il prossimo fine settimana sarà caratterizzato da numerose iniziative organizzate da Legambiente nell’ambito di Spiagge e Fondali Puliti. Il 10 e l’11 maggio, a Bari, ci sarà un doppio appuntamento per la pulizia di due spiagge: Pane e Pomodoro, una delle spiagge più frequentate del capoluogo pugliese, e la Spiaggia Libera Lato S. Francesco. A Cagliari, sempre il 10 maggio, ci saranno operazioni collettive di pulizia della spiaggia Poetto, con un focus sulla sensibilizzazione sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente e della gestione responsabile dei rifiuti.

Nel frattempo, a Napoli, il 10 maggio, dopo il flashmob “La Sirena Partenope e le sue avventure di Plastica”, ci sarà la pulizia del litorale adiacente alla Rotonda Diaz. A Marina di Grosseto, l’11 maggio, durante la pulizia della spiaggia, sarà presentato il protocollo “Balneari amici delle tartarughe”, sottoscritto dalle associazioni balneari e dalle istituzioni. Infine, domenica 12 maggio, presso la spiaggia di Steccato di Cutro (KR), oltre alla cura per l’ambiente, verrà lanciato un messaggio di speranza in ricordo delle 94 vittime del tragico naufragio avvenuto a febbraio dello scorso anno.

Life Muscles e Spiagge Pulite: un impegno europeo per la salvaguardia marina

In Puglia e Liguria, nel quadro del progetto europeo Life Muscles, di cui Legambiente è partner capofila, volontari e volontarie avranno l’opportunità di contribuire attraverso attività di pulizia e monitoraggio a ridurre l’impatto ambientale causato dalla dispersione delle reti utilizzate negli allevamenti di mitili. Gli obiettivi di Spiagge e Fondali Puliti e Life Muscles si convergeranno in quattro iniziative organizzate anche oltre il fine settimana di apertura della campagna di pulizia dei rifiuti abbandonati sulle spiagge e negli arenili.

L’avvio è previsto per il 12 maggio con “Viva Palmaria”, un evento dedicato all’isola nel Golfo della Spezia, che vedrà i partecipanti impegnati in una raccolta rifiuti sulla spiaggia. Proseguendo in Liguria, il 25 maggio si terranno ulteriori operazioni di pulizia presso la spiaggia di Fiumaretta (Ameglia – SP). In Puglia sono previste due date: il 20 maggio a Marina di Lesina (FG) e il 2 giugno a Torre Mileto (San Nicandro Garganico – FG).

Clean Up the Med, un impegno internazionale per la pulizia di spiagge e fondali

Dal 10 al 12 maggio, non solo in Italia, ma anche oltre i confini nazionali, si terranno le giornate dedicate alla riqualificazione degli ambienti marini e costieri. Questo impegno fa parte della campagna internazionale Clean Up the Med, organizzata da Legambiente. In 12 Paesi del bacino del Mediterraneo, tra cui Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia, 80 diverse realtà, tra associazioni ambientaliste, strutture turistiche, università, scuole e amministrazioni pubbliche, si uniranno per ripristinare la bellezza naturale di spiagge e fondali.

Questo sforzo collettivo dimostra l’importanza di unire le forze per affrontare il problema dell’inquinamento marino a livello internazionale. Clean Up the Med è un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere attivamente le comunità locali nell’importante compito di preservare e proteggere il Mediterraneo, uno dei tesori naturali più preziosi del nostro pianeta.