Overshoot Day 2023, il 2 agosto abbiamo finito le risorse annuali della Terra

Abbiamo già consumato tutte le risorse naturali in grado di rigenerarsi in un anno, a questo ritmo servirebbero quasi due pianeti per la popolazione mondiale

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’anno scorso, il 28 luglio segnò l’Earth Overshoot Day, mentre quest’anno la data è slittata solo di pochi giorni, al 2 agosto. Tuttavia, non possiamo festeggiare questa giornata, poiché rappresenta il momento in cui le risorse del nostro pianeta si esauriscono e siamo in debito “ecologico”. L’organizzazione non profit Global Footprint Network calcola questo giorno basandosi sull’Impronta Ecologica, nota come “carbon footprint” in inglese, per analizzare lo sfruttamento delle risorse.

A livello globale, stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, una cifra allarmante che potrebbe aumentare a due pianeti entro il 2030, secondo le attuali tendenze. Negli ultimi cinque anni, sembra che la tendenza si sia stabilizzata, ma è difficile capire se ciò sia dovuto al rallentamento dell’economia o agli sforzi di decarbonizzazione. Tuttavia, la riduzione del nostro “debito” verso il Pianeta è ancora troppo lenta.

Per raggiungere l’obiettivo dell’IPCC delle Nazioni Unite di ridurre del 43% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 (rispetto al 2010), dovremmo spostare l’Earth Overshoot Day avanti di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni. Questa è una sfida importante e necessita di azioni concrete e sostenibili per garantire un futuro migliore per il nostro pianeta.

Misurare la domanda di risorse dell’umanità

L’impronta ecologica è un parametro cruciale per comprendere la domanda di risorse dell’umanità. Essa rappresenta la quantità di superficie terrestre e acquatica biologicamente produttive necessaria a un individuo o a un’intera popolazione per produrre tutte le risorse che vengono consumate e assorbire i rifiuti o le emissioni prodotte. Questa misurazione ci aiuta a valutare il nostro impatto sull’ambiente e la sostenibilità delle nostre attività, spingendoci a considerare modelli di consumo più responsabili e rispettosi del nostro prezioso pianeta.

Il Wwf avverte: l’umanità è in debito con il Pianeta

Il Wwf lancia l’allarme: l’umanità ha già esaurito tutte le risorse prodotte dalla Natura per l’intero anno e sta accumulando un debito sempre maggiore. Con 8 miliardi di esseri umani sulla Terra, stiamo consumando in quantità eccessive, oltre le capacità di rigenerazione e riassorbimento naturali del nostro Pianeta. Questo è un problema crescente, evidente nel cambiamento della data dell’Overshoot Day nel corso degli anni. Dal 3 dicembre nel 1973, siamo passati al 12 settembre nel 2003, fino al 3 agosto nel 2013. Questa tendenza preoccupante deve essere affrontata con urgenza per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.

Crisi climatica: ondate di calore e incendi flagellano il Pianeta

In un’estate di fuoco, il nostro Pianeta sta affrontando le conseguenze sempre più gravi della crisi climatica, con effetti devastanti che si manifestano dall’America del Nord al Mediterraneo. L’Overshoot Day arriva in un momento critico, poiché il persistente superamento dei limiti sta causando disastri evidenti, tra cui ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni.

Secondo l’ultima analisi del World Weather Attribution, le ondate di calore che hanno colpito l’Europa e gli Stati Uniti nelle ultime settimane sarebbero state “virtualmente impossibili” senza il cambiamento climatico generato dall’uomo. Se non agiremo rapidamente per smettere di bruciare combustibili fossili e deforestare, questi eventi diventeranno ancora più comuni, portando il mondo ad affrontare ondate di calore ancora più intense e prolungate.

L’umanità deve agire per ridurre l’Overshoot Day

Secondo il Wwf, esistono soluzioni che possono essere adottate sia a livello di comunità che individualmente per avere un impatto significativo sul futuro del nostro pianeta. Ad esempio, se utilizzassimo energia proveniente per il 75% da fonti rinnovabili, potremmo spostare l’Overshoot Day di 26 giorni; mentre il dimezzamento dello spreco alimentare porterebbe a guadagnare 13 giorni. È essenziale agire ora per proteggere il nostro ambiente e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

Italia in testa per debito ecologico: L’Overshoot Day già il 15 maggio

L‘Italia è tra i paesi con il più elevato debito ecologico. Il nostro Paese ha raggiunto l’Overshoot Day già il 15 maggio, risultando in debito con la Terra con ben 250 giorni di anticipo rispetto alla fine dell’anno. Questo debito è significativo e richiede azioni concrete per invertire la tendenza.

Le analisi del Global Footprint Network rivelano che le attività quotidiane che incidono maggiormente sull’impronta ecologica degli italiani sono i consumi alimentari, che contribuiscono al 25% dell’impronta totale, seguiti dal settore dei trasporti con il 18%.

In pratica, se tutti vivessero come gli italiani, sarebbero necessari 2,8 pianeti Terra per soddisfare i bisogni collettivi. Questo valore sale a 5 pianeti se tutti vivessero come un cittadino USA. Questi dati pongono una chiara sfida per il nostro Paese e richiedono azioni immediate per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e garantire una gestione sostenibile delle risorse.

Un bilancio ecologico preoccupante

Il 2 agosto segna un momento critico dell’anno in cui le risorse messe a nostra disposizione dalla Terra si esauriscono, lasciandoci “coperti” solo per 213 giorni, mentre i restanti 151 giorni ci vedono in debito con il nostro pianeta. La chiave per migliorare questo bilancio deficitario risiede nella riduzione della nostraimpronta ecologica“. La voce più rilevante di questa spesa è l’impronta di carbonio, che rappresenta la superficie richiesta al Pianeta per sequestrare le emissioni di CO2 prodotte dalla combustione di gas, carbone e petrolio. Questa voce di “spesa” è cresciuta in modo allarmante, più che raddoppiandosi dal 1970 a oggi.