Contro caldo e siccità il Messico sperimenta la pioggia artificiale

Un lungo periodo di ondate di calore ha messo in seria difficoltà l’economia del paese, è stato quindi avviato un progetto controverso, il cloud seeding

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.


La siccità sta colpendo il Messico da mesi, causando una serie di gravi disagi: dalla mancanza di acqua, ai danni all’agricoltura, fino alla perdita del raccolto e all’aumento dei prezzi dei beni alimentari. Per cercare di risolvere almeno temporaneamente il problema, il governo messicano ha scelto di testare una tecnologia piuttosto controversa, il cloud seeding. Si tratta di un sistema di “inseminazione artificiale delle nuvole“, che prevede la spruzzatura di particelle di ioduro d’argento, tramite degli aerei, direttamente nelle nubi.

Questa tecnica, aumentando il livello di umidità, stimola le precipitazioni. Tuttavia, il cloud seeding non è privo di rischi. Ad esempio, potrebbe causare danni all’ambiente e alla salute umana. Il governo messicano ha affermato che il cloud seeding sarà utilizzato solo in zone specificate e in modo sicuro. Tuttavia, molti ambientalisti e attivisti sono preoccupati per le possibili conseguenze di questa tecnologia. La siccità in Messico è un problema grave che richiede soluzioni urgenti. Il cloud seeding potrebbe essere una soluzione temporanea, ma è importante valutare attentamente i rischi prima di utilizzarlo su larga scala.

Il cloud seeding: una speranza per le precipitazioni

Il cloud seeding è un metodo controverso che consiste nell’irrorare il cielo con aerosol contenenti sostanze atte a favorire le precipitazioni o aumentarne l’entità. Dopo una lunga fase di sperimentazione avviata nel 2020 e preceduta da decenni di studi e test preliminari, il governo messicano ha annunciato con entusiasmo il passaggio alla fase tre del progetto: quella realizzativa. Spera così di trovare una soluzione alla siccità che affligge il Paese, offrendo una speranza per un futuro più piovoso.

Successo nella lotta contro la siccità

Il governo messicano ha fatto notevoli progressi nella lotta contro la siccità mediante l’uso del Cloud Seeding. Questa tecnologia geoingegneristica, sviluppata e prodotta interamente nel Paese, prevede l’irrorazione di molecole di ioduro d’argento sovraraffreddate in acetone tramite aerosol aereo sopra le nuvole. Queste sostanze creano nuclei di condensazione che dovrebbero favorire la formazione delle precipitazioni.

Un aspetto rilevante è che il governo assicura che questa tecnologia sia “rispettosa dell’ambiente“, poiché lo ioduro d’argento e le molecole di acetone non causano impatti ambientali o inquinamento dell’acqua, data la loro composizione salina e minerale.

I risultati ottenuti finora sono promettenti: dall’inizio dell’applicazione della tecnologia alla fine del 2020, su 72 voli, le precipitazioni sono avvenute in ben 71 casi, rappresentando un notevole incremento del 40% nelle aree di intervento durante le prime due fasi del progetto governativo di inseminazione delle nuvole. Questo approccio sta offrendo una speranza concreta per contrastare la siccità e fornire un sollievo alle gravi difficoltà causate dalla mancanza di piogge nel Paese.

Il dibattito sul Cloud Seeding

Nonostante l’entusiasmo dell’esecutivo messicano riguardo al Cloud Seeding, il mondo scientifico non sembra concorde sull’efficacia di questa tecnologia. Fernando García García e Guillermo Montero Martínez, fisici delle nuvole presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico (Unam), hanno sollevato dubbi significativi riguardo all’inseminazione delle nuvole come metodo affidabile per aumentare le precipitazioni.

Secondo i due esperti, non esistono prove concrete che supportino l’idea che il Cloud Seeding possa effettivamente incrementare le precipitazioni in modo affidabile. Affermano che l’intervento ha bisogno di specifiche condizioni meteorologiche, come la presenza di nuvole, ma questo da solo non permette di distinguere scientificamente se le precipitazioni siano causate dall’azione della geoingegneria o se sarebbero avvenute comunque.

La controversia tra gli entusiasti sostenitori del Cloud Seeding e gli scettici del mondo scientifico mette in luce l’importanza di ulteriori studi e ricerche per valutare attentamente l’efficacia di questa tecnologia e i suoi possibili impatti sull’ambiente e sulle risorse idriche del Messico.

Scetticismo dopo l’episodio nella Baia di California

Dopo l’incidente avvenuto nella Baia di California all’inizio di quest’anno, che ha visto coinvolta una start-up statunitense impegnata in sperimentazioni di geoingegneria solare, il Messico sembrava essere contrario all’utilizzo del cloud seeding. Il governo aveva ribadito il suo impegno per la protezione e il benessere della popolazione, esprimendo preoccupazione per pratiche che generano rischi per la sicurezza umana e ambientale.

Protagonista dell’incidente la start-up statunitense Making Sunsets, che aveva effettuato sperimentazioni clandestine utilizzando palloni iniettati con particelle di anidride solforosa, lanciati nell’atmosfera. Il governo messicano aveva rilasciato una nota in cui condannava l’esperimento, poiché era stato condotto senza preavviso e senza il consenso del governo messicano e delle comunità circostanti.

Questo evento aveva alimentato iniziali preoccupazioni riguardo all’adozione del cloud seeding nel Paese. Tuttavia, con ulteriori studi e valutazioni, il governo messicano sembra ora aver preso una posizione diversa, spingendosi verso la fase tre del progetto di inseminazione delle nuvole per contrastare la siccità e affrontare i problemi causati dalla mancanza di piogge.

I Dubbi sulla Weather Modification e la Geoingegneria

L’inseminazione delle nuvole è una delle tecniche di modificazione meteorologica (Weather Modification – WM) che può avvenire attraverso l’uso di tecnologie da terra o da cielo, mirando a alterare i modelli meteorologici e di precipitazione di un’area specifica in modo non duraturo, ma senza influenzare i modelli climatici globali. Questo ha portato molti ricercatori a considerare la WM come una pratica separata dalla geoingegneria.

Tuttavia, le tecnologie per la Weather Modification hanno dato vita alle attuali tecnologie di geoingegneria, come il Solar Radiation Management (SRM), che mira a interagire con il sole, la sua luce e la sua radiazione. Queste sono le stesse tecnologie che il Messico ha dichiarato di voler bandire solo pochi mesi fa. Emergono quindi dubbi riguardo agli effetti globali di un massiccio utilizzo di queste tecnologie, anche se limitato a livello locale.

Nonostante gli effetti della Weather Modification siano circoscritti e temporanei, rimangono incognite riguardo alle conseguenze globali di una molteplicità di azioni di modificazione meteorologica a livello locale. Inoltre, le possibili ricadute a terra di una quantità imprecisata di sostanze spruzzate nell’atmosfera generano domande fondamentali alle quali non esistono ancora risposte chiare.

Questi interrogativi sottolineano l’importanza di un approccio cauto e ponderato quando si tratta di tecniche di geoingegneria e modificazione del clima, con la necessità di ulteriori ricerche approfondite per comprendere appieno le implicazioni di tali interventi.