Sarà un’estate con siccità, ondate di calore e rischio inondazioni

L’Agenzia Europea dell’ambiente ha lanciato l'allarme dopo un’analisi che lega il fenomeno dei cambiamenti climatici con l’impatto su vita, società ed economia

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Siamo a metà giugno e in tutta l’Italia il maltempo sta causando piogge torrenziali e inondazioni in diverse zone. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), è importante chiedersi se gli eventi meteorologici estremi siano diventati la nuova normalità. È stato recentemente pubblicato il nuovo rapporto sull’estate 2023, che tarda ad arrivare e ci sta regalando un giugno insolito ma comunque fresco e a tratti piacevole al sud, sebbene si verifichino gravi problemi di allagamenti in tutto il Paese.

Secondo l’Agenzia, non ci sono motivi per essere tranquilli, anzi. Nel comunicato pubblicato, si sottolinea il rischio evidente di ondate di calore più intense e prolungate nel Sud Europa, compresa l’Italia, e di inondazioni sempre più frequenti ed estreme nel Nord. Queste sono le prospettive per la prossima estate che emergono dal nuovo set di dati pubblicato dall’EEA.

Ondate di caldo più forti e più lunghe

Le ondate di caldo estive del 2022 sono state pericolose per la salute umana e si prevede che diventeranno sempre più frequenti, prolungate e intense in tutti i contesti climatici. In particolare, nell’Europa meridionale, potrebbero verificarsi oltre 60 giorni estivi con condizioni pericolose per la salute umana. Ciò comporterebbe un aumento dei decessi e dei ricoveri ospedalieri, soprattutto tra gli anziani e i malati, a meno che non vengano adottate misure di adattamento. Le ondate di calore rappresentano gli eventi meteorologici estremi più letali in Europa e la crescente vulnerabilità della popolazione europea a causa dell’invecchiamento e dell’urbanizzazione richiede l’implementazione urgente di azioni volte a prevenire la perdita di vite umane.

Inondazioni più frequenti ed estreme

Si prevede un aumento degli eventi di forti precipitazioni in gran parte dell’Europa, con conseguente aumento delle inondazioni, soprattutto nell’Europa nord-occidentale e centrale. È necessario adottare misure di adattamento per proteggere la società dagli impatti più gravi, come quelli provocati dalle alluvioni che hanno colpito la Germania e il Belgio nel luglio 2021.

L’esposizione della popolazione e dei beni al rischio continua a crescere a causa dello sviluppo in corso delle pianure alluvionali, mettendo spesso a repentaglio le comunità e le infrastrutture più vulnerabili, come scuole e ospedali. Tra il 1980 e il 2021, i danni causati dalle inondazioni hanno raggiunto quasi 258 miliardi di euro e aumentano in media di oltre il 2% ogni anno.

Siccità più frequenti e gravi

Dal 2018, più della metà dell’Europa ha subito condizioni di estrema siccità, sia in inverno che in estate. La siccità del 2022 ha causato notevoli danni alle colture come mais, soia e olio d’oliva. Le prospettive per questa estate non sono promettenti, dato che un altro inverno secco non lascia speranze. L’inverno straordinariamente caldo e privo di precipitazioni ha comportato una scarsa copertura nevosa, bassi livelli di umidità del suolo, ridotta portata dei fiumi e bassi livelli di accumulo di acqua nei bacini idrici in gran parte dell’Europa meridionale e occidentale.

Le proiezioni climatiche a lungo termine indicano che l’Europa meridionale e centrale diventerà ancora più arida e calda nel corso del XXI secolo, con conseguenze devastanti per il settore agricolo. Si prevede che le perdite economiche totali in tutti i settori legati alla siccità aumenteranno entro la fine di questo secolo, passando dagli attuali 9 miliardi di euro all’anno a 25 miliardi di euro all’anno a un riscaldamento globale di 1,5 gradi Celsius (°C), 31 miliardi di euro all’anno a 2°C di riscaldamento e 45 miliardi di euro a 3°C di riscaldamento, basandosi su scenari scientifici.

Incendi più diffusi

La maggior parte degli incendi in Europa è causata dall’attività umana, ma le condizioni climatiche, come periodi secchi e caldi con venti forti, ne influenzano l’intensità e l’impatto. Gli incendi boschivi colpiscono principalmente l’Europa meridionale, ma sempre più anche l’Europa centrale e persino settentrionale. Dal 1980, 712 persone hanno perso la vita in Europa a causa degli incendi. La stagione degli incendi del 2022 è stata la seconda peggiore dal 2000, con oltre 5.000 km2 (il doppio dell’area del Lussemburgo) bruciati durante i mesi estivi (giugno, luglio, agosto) e un numero record di siti di protezione naturale Natura2000 danneggiati.

Aumento delle malattie sensibili al clima

In Europa, alcune specie di vettori di malattie sono diffuse, come le zecche che possono trasmettere la borreliosi di Lyme o l’encefalite da zecche, mentre altre specie sono invasive, come l’Aedes albopictus, comunemente conosciuta come zanzara tigre, che può diffondere la febbre dengue. A causa del clima più caldo, sia le specie endemiche che quelle invasive possono espandersi verso nord o colonizzare altitudini più elevate rispetto al passato. Si prevede un aumento dell’idoneità climatica per la zanzara tigre in gran parte dell’Europa, soprattutto nell’Europa occidentale, che potrebbe diventare un’area critica per la presenza di questa zanzara entro la fine del secolo.

Inoltre, la malaria potrebbe riemergere in Europa a causa della presenza diffusa della specie di zanzara Anopheles, che può trasmettere la malattia. L’aumento delle precipitazioni e la presenza di acqua stagnante creano habitat favorevoli per le zanzare, mentre temperature più calde favoriscono un aumento delle punture di zanzare e dello sviluppo del parassita Plasmodium, responsabile della malaria.

Cosa si sta facendo per prepararsi e adattarsi?

L’Europa si sta preparando al cambiamento climatico attraverso un quadro politico dell’UE e politiche nazionali. Tuttavia, c’è ancora spazio per collegare le politiche di adattamento con settori come la salute. È necessario potenziare le misure di adattamento, come i piani d’azione calore-salute e l’aumento degli spazi verdi nelle città. Nell’agricoltura, è importante adattare le colture e i modelli di irrigazione per limitare gli impatti negativi del clima. Le autorità locali e regionali svolgono un ruolo chiave nell’attuazione delle misure di adattamento. Molti enti hanno firmato accordi e aderito a iniziative per affrontare l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’EEA fornisce esempi di buone pratiche attraverso il portale Climate-ADAPT.