Nuovo scontro tra Urso e Stellantis su Alfa Romeo Milano: ministro accusa sulla produzione

L'Alfa Romeo Milano è il nuovo terreno di scontro tra il ministro Urso e il ceo Stellantis Tavares, col Mimit amareggiato per la produzione polacca del mezzo

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’Alfa Romeo Milano, il SUV ibrido ed elettrico della Casa del Biscione, è la nuova causa di scontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) Adolfo Urso e il gruppo Stellantis. Il ministro, infatti, punta il dito contro il ceo Carlos Tavares per aver deciso di chiamare “Milano” un compatto che non ha niente di italiano se non il nome e la Casa produttrice, perché poi assemblato in Polonia.

Un mezzo che, ancor prima di arrivare sul mercato, fa discutere e crea ancora tensioni tra il governo e Stellantis. E il gruppo, ancora una volta, riceve aspre critiche sulla gestione del lavoro e sul trasferimento della produzione al di là dei confini del Bel Paese.

Alfa Romeo Milano, i prezzi del nuovo SUV

Quel che è certo è che Alfa Romeo Milano è una vera e propria rivoluzione per la Casa. Tributo alla città dove tutto ebbe inizio il 24 giugno del 1910, il SUV è di fatto un modello che sa di ritorno alle origini per il marchio, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, perché si tratta della prima Alfa a zero emissioni allo scarico.

Infatti è il primo SUV 100% elettrico della storia del Biscione ed è anche il più piccolo in assoluto: lungo 4,17 metri, largo 1, 78 e alto 1,5. Oltre alla versione full electric, però, ci sarà anche quella ibrida, con prezzi di listino tra loro diversi.

Quanto costerà? Il prezzo della Milano varia in base al modello scelto. Alfa Romeo ha aperto gli ordini per l’elettrica da 156 cavalli al costo di 39.500 euro, mentre l’ibrida parte da 29.900 euro. Previste anche delle offerte che consentono di avere una Milano a 200 euro al mese. Nel caso dell’elettrica, l’anticipo è di 7.683 euro, con 35 canoni mensili e un valore di riscatto di 24.786 euro. Per l’ibrida, invece, l’esempio di finanziamento riportato dalla Casa prevede 8.780 euro di anticipo, 35 canoni da 200 euro e un valore di riscatto di 20.610 euro.

Perché Urso ce l’ha con Stellantis?

Il ministro Adolfo Urso, guida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sembra avere però un conto in sospeso con Stellantis. A ogni mossa del gruppo, infatti, segue un’aspra critica da parte del ministro del Mimit che punta il dito contro il ceo Carlos Tavares.

Ad accendere le polemiche, questa volta, è la decisione da parte di Stellantis di produrre la Milano nello stabilimento di Tychy, in Polonia, lo stesso che produce Fiat 600 e la Jeep Avenger.

“Non si può vendere un’auto che si chiama Milano se questa viene prodotta in Polonia. In Italia c’è una legge che protegge l’italian sounding” ha tuonato Urso, sottolineando che l’intenzione del governo Meloni è quella di collaborare col gruppo che però sembra non aiutare l’esecutivo. Ed ecco allora l’accusa: “Se qualcuno vuole portare costruttori di auto cinesi in Italia se ne dovrà prendere le responsabilità. I cinesi in Europa ad oggi li ha portati Stellantis con la joint venture Leapmotors. Avrebbe potuto produrre queste vetture in Italia, invece le farà altrove, in Polonia”.

Dal canto suo, però, Carlos Tavares non ci sta e risponde subito al ministro del Mimit. Il ceo di Stellantis, infatti, ha spiegato che alla base della decisione di produrre Alfa Romeo Milano in Polonia c’è l’idea del prezzo finale da proporre nel Bel Paese. Il dirigente, infatti, ha sottolineato che il problema è legato ai costi di produzione, perché “se avessimo costruito la Milano in Italia avremmo dovuto farla pagare 10.000 euro in più”.

“Sarebbe stato impossibile offrire questo modello a meno di 30.000 euro, ma il prezzo sarebbe stato vicino ai 40.000 euro”. Quindi? Per Stellantis il gioco vale la candela, perché con il prezzo di lancio della nuova Milano l’obiettivo è “puntare a nuovi clienti, a persone e giovani che magari la scelgono come prima auto”.