Tasse, stretta del Fisco sull’evasione: cosa cambia per il Pos

Giro di vite sulla trasmissione dei dati dei pagamenti tramite Pos così da permettere l'incrocio tra le informazioni

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cambia la modalità di trasmissione dei dati sui pagamenti con carte di credito e bancomat, a contrasto dell’evasione fiscale. La stretta del governo sul Pos arriva durante l’esame del Dl Pnrr 2, nel quale, tra le varie misure, è prevista l’eliminazione dell’obbligo di invio quotidiano dei dati sugli acquisti con moneta elettronica.

Tasse, stretta sui controlli del Pos: le novità

Tutti i dati dei pagamenti effettuati nei negozi, esercizi commerciali e studi professionali, andranno trasmessi direttamente dagli intermediari che emettono carte e bancomat, aggirando così il rischio di una mancata conversione del “pre-conto” in scontrino e ricevuta fiscale: una pratica diffusa che si trasforma in sommerso.

Lo dimostra il fatto che a fronte di un numero altissimo di Pos, 3,2 milioni, l’Italia è agli ultimi posti in Ue per numero pro-capite di operazioni annue con la moneta elettronica.

Un particolare che permetterà al Fisco di risalire ai dati degli esercenti senza l’esigenza di raccogliere le informazioni dei clienti, e senza differenze tra consumatori finali e operatori economici (business to business), rendendo più efficace l’incrocio delle transizioni di moneta elettronica con gli importi effettivamente pagati.

In questo modo si potranno rilevare eventuali divergenze tra gli scontrini emessi e le somme incassate con bancomat o carta di credito.

Si tratta di uno degli obiettivi inclusi nel documento inviato dal ministero dell’Economia alla Commissione Ue a fine 2021 per individuare le possibili soluzioni contro l’evasione fiscale.

Una soluzione che non servirà esclusivamente allo scopo di combattere l’evasione fiscale, ma permetterà anche a Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate di perseguire altri fenomeni come ad esempio il riciclaggio.

Confermata la doppia multa

In merito al Pos, il decreto conferma anche la decisione di anticipare al 30 giugno 2022 la doppia sanzione per chi non accetta pagamenti con moneta elettronica 

Esercenti, commercianti e professionisti che non danno la possibilità di effettuare l’acquisto per via telematica rischieranno una multa fissa di 30 euro a cui si somma quella variabile pari al 4% del valore complessivo della transazione.

L’obbligo per esercenti e professionisti della dotazione del Pos esiste ormai dal 2013, ma l’allora governo tecnico di Mario Monti aveva previsto che la multa recapitata ai soggetti inadempienti dovesse diventare operativa dal 1 gennaio 2023, scelta confermata anche dall’attuale Parlamento tramite l’approvazione del primo decreto Pnrr varato lo scorso dicembre.

Con l’entrata in vigore del decreto del Consiglio dei Ministri (che avverrà nelle prossime settimane con l’atto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) la data sarà dunque anticipata alla fine del prossimo mese di giugno.

Confermato l’obbligo di fattura elettronica

Rispetto al testo del Dl Pnrr 2 che ha già ricevuto il primo via libera del governo lo scorso 14 aprile, viene riconfermata ance l’estensione dell’obbligo di fattura elettronica ai forfettari a partire dal 1° luglio.

Fino a tutto il 2023 rimarranno però ancora escluse le partite Iva che hanno ricavi o compensi annui fino a 25mila euro, da calcolare sul periodo d’imposta precedente.

Un’esenzione che evita all’Italia eventuali contestazioni da parte dell’Unione europea, su misure fiscali penalizzanti per i soggetti di piccole o piccolissime dimensioni.