Tasse: quando spetta sconto Imu, Tari e Tasi con addebito conto corrente

I Comuni potranno scegliere di riconoscere uno sconto fino al 20% ai propri contribuenti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il dl Rilancio ha riconosciuto la possibilità ai Comuni di procedere con uno sconto Imu, Tari e Tasi fino al 20% nei casi in cui i contribuenti scelgano di pagare tali imposte tramite addebito diretto su conto corrente. Si tratta di un’opzione che è in facoltà delle amministrazioni locali e che, per questo motivo, è a discrezionalità dei singoli enti.

Imu e Tari cosa sono

Prima di passare a capire cosa preveda il dl Rilancio è bene soffermarsi un attimo su cosa siano l’Imu e la Tari. L’Imu è, sostanzialmente, una tassa sugli immobili, che deve essere pagata da tutti i contribuenti proprietari di un immobile – non si deve versare unicamente per l’abitazione principale nella quale si vive -. Discorso diverso, invece, è quello relativo alla Tari, che è la tassa sui rifiuti, che deve essere versata per provvedere al loro smaltimento. E per la gestione della nettezza urbana. La Tari deve essere pagata anche quando gli immobili non vengono utilizzati: per poter evitare di pagare la Tari è necessario che gli immobili siano completamente sgombri e non ci devono essere delle utenze attive.

Per conoscere l’ammontare dell’Imu e della Tari è necessario collegarsi al sito internet del Comune nel quale gli immobili sono ubicati. Qui è possibile verificare se l’amministrazione ha approvato le delibere con le aliquote Imu o le tariffe della Tari. Ogni singolo comune ha la possibilità di definire le cifre e decidere se applicare eventuali sconti.

Dl Rilancio, a chi è riconosciuto lo sconto

Uno sconto fino al 20% su Imu, Tari e Tasi potrà essere riconosciuto a tutti quei contribuenti che sceglieranno di regolarizzare la propria posizione pagando le imposte ricorrendo all’accredito sul proprio conto corrente.

Si tratta di un provvedimento approvato dal dl Rilancio, che dà la possibilità ai Comuni di attuare questo abbattimento al momento del pagamento. La percentuale di sconto, qualora quest’ultimo dovesse essere riconosciuto, non è stata fissata uguale per tutti. Nulla vieta quindi alle amministrazioni comunali di approvare comunque lo sconto ma in una misura minore al 20%.

A dettare legge, a livello locale, sarà in questo caso la delibera del Comune, con la quale dovrà essere approvato e disciplinato il ricorso allo sconto nonché la sua percentuale.

Non solo sconto Imu, Tasi e Tari: il decreto Rilancio sospende anche Tosap e Cosap

Con l’approvazione del decreto Rilancio anche in Senato, il Parlamento ha anche deciso di sospendere i tributi Tosap e Cosap per tutto il periodo del lockdown. Tasse e canoni per l’occupazione del suolo pubblico, infatti, non dovranno essere pagati per due mesi: lo stop riguarda i mesi di marzo e aprile (dal 1° marzo al 30 aprile per la precisione), ovvero il periodo in cui in Italia il Governo aveva imposto il blocco di tutte le attività non essenziali e limitato gli spostamenti.

Tale provvedimento, per ovvi motivi, è stato preso per andare incontro a commercianti e imprenditori che caro hanno pagato lo scotto dell’emergenza sanitaria. Tra le aziende più colpite dal Coronavirus, infatti, rientrano anche – e soprattutto – loro. Gli interventi approvati dal dl Rilancio, pertanto, puntano ad andare incontro a chi sta facendo i conti con queste enormi difficoltà. Il mancato gettito dei Comuni che non potranno contare su queste entrate tributarie sarà coperto con lo stanziamento di ben 12,5 milioni di euro.