Tari, novità importanti per la tassa rifiuti: cosa cambia da marzo

Arriva un set di obblighi e requisiti per garantire alti standard del servizio, sia a livello tecnico che contrattuale

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, con un’apposita delibera, ha stabilito un set di obblighi di contenuto nel Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Cambiano le regole per i regolamenti comunali, e alcune di queste si riflettono direttamente sui cittadini e sul pagamento della Tari, con nuove tempistiche e rateizzazioni che saranno sicuramente gradite a chi si trova in difficoltà a pagare la tariffa sui rifiuti.

Tari: i nuovi standard per la gestione rifiuti dei Comuni

I nuovi standard minimi tecnici e contrattuali entreranno in vigore dal 1° gennaio 2023, ma gli enti territorialmente competenti sono tenuti a scegliere entro il 31 marzo 2022 uno dei quattro schemi regolatori previsti, da minimo ad avanzato, per inquadrare i costi connessi all’adeguamento agli obblighi all’interno del Pef 2022-2025.

Tecnicismi, a parte, l’obiettivo è quello di creare degli standard, cioè dei protocolli comuni e omogenei a livello nazionale per la gestione dei rifiuti e della Tari, seppur tenendo in considerazione le varie condizioni di partenza.

Due le dimensioni prese in considerazione, ovvero gli obblighi legati alla qualità contrattuale e gli obblighi legati alla qualità tecnica. Il mancato rispetto degli standard dei quattro tipi di schema (obblighi minimi, livello intermedio II e III e livello avanzato) in cui si collocheranno i vari servizi locali prevederà in futuro indennizzi automatici a favore dell’utente, come avviene già in altri settori regolati.

Il set di obblighi di qualità introdotto con la delibera 15/2022/R/rif è strutturato come segue. Per quanto riguarda la qualità contrattuale, sono prese in considerazione le seguenti attività.

  • Gestione delle richieste di attivazione, variazione e cessazione del servizio.
  • Gestione dei reclami, delle richieste di informazioni e di rettifica degli importi addebitati.
  • Punti di contatto con l’utente.
  • Modalità e periodicità di pagamento, rateizzazione e rimborso degli importi non dovuti.
  • Ritiro dei rifiuti su chiamata.
  • Disservizi e riparazione delle attrezzature per la raccolta domiciliare.

Per quanto riguarda la qualità tecnica, invece, sono prese in considerazione le seguenti caratteristiche del servizio.

  • Continuità e regolarità.
  • Sicurezza.

Cosa cambia per gli utenti con i nuovi standard

Ma cosa cambierà dunque, per gli utenti? Anzitutto il piano straordinario di pagamento a rate. I Comuni dovranno garantire un’ulteriore rateizzazione per rate di importo minimo pari a 100 euro o in caso superi del 30% il valore medio degli ultimi due anni, per le seguenti categorie.

  • Beneficiari del bonus sociale per disagio economico previsto per i settori elettrico, gas e idrico.
  • Utenti che si trovano in condizioni economiche disagiate individuati in base ai criteri comunali.

Per quanto riguarda i reclami e le richieste di informazione e di rimborso degli importi addebitati erroneamente, invece, i nuovi standard prevedono tempi di risposta pari a 30 giorni. La verifica del bollettino Tari e la rettifica delle somme addebitate deve essere inoltre effettuata entro i 60 giorni lavorativi, e i rimborsi erogati entro 120 giorni.

Anche la tassa sui rifiuti, insieme alle varie utenze, è cresciuta nell’ultimo anno in tutta Italia. Qua vi abbiamo detto dove si paga la Tari più alta. Un conto salato soprattutto per quei cittadini che fanno quotidianamente i conti con una malagestione dei rifiuti, come quella di Roma. Sapevate inoltre che esiste una classificazione dei rifiuti? Eccola qua.