Tari, tasse in aumento: chi paga di più in Italia

Tari, gli aumenti dell'ultimo anno: chi ha pagato di più in Italia e dove, invece, gli aumenti risultano essere minimi

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Secondo uno studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della UIL, che ha coinvolto 105 città capoluogo di provincia, tra il 2016 e il 2020, in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti (TARI), è aumentata mediamente del 2,4%, con un incremento pari allo 0,8% solo nel 2019. In valori assoluti, ha spiegato Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL – le famiglie italiane verseranno ai Comuni, per l’anno di imposta 2020, 307 euro in media, a fronte dei 304 del 2019 e dei 299 versati nel 2016. Ma chi ha pagato di più in Italia? E per chi, invece, gli aumenti della tassa sono stati minimi?

Tari, chi ha pagato di più in Italia

Stando a quanto emerso dallo studio UIL, in valori assoluti, nel 2020 il costo maggiore per la Tari si registra a Trapani, dove le famiglie hanno pagato di Tari 494 euro medi l’anno (anche se dal 2019 al 2020 è diminuita del 10,2%). A Crotone si registrano importi pari a 476 euro, 472 euro a Benevento e 470 euro ad Agrigento.

Nella “top ten” di UIL, tra le città dove si sono registrati gli aumenti maggiori ci sono anche: Reggio Calabria (461 euro); Cagliari (458 euro); Salerno e Asti (455 euro); Messina (450 euro) e Napoli (442 euro).

Il campione si riferisce a una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 mq, con reddito Isee pari a 25 mila euro e le tariffe sono comprensive dell’IVA del 10% e del tributo provinciale ambientale (TEFA).

Tari, dove si paga di meno

L’elaborazione UIL, ha individuato anche le città dove gli aumenti sono stati minori rispetto alle altre coinvolte.

Come emerso dallo studio, nello specifico, si paga decisamente meno a Potenza (dove in media di Tari le famiglie hanno pagato 133 euro l’anno), a Novara (con 164 euro) e a Belluno (con 170 euro). Seguono poi Macerata (179 euro); Brescia (184 euro); Vercelli (183 euro); Ascoli Piceno (186 euro); Pordenone (188 euro); Vibo Valentia (190 euro) e Fermo (191 euro).

Per quanto riguarda le città metropolitane, la tassa sui rifiuti pesa per 461 euro all’anno a famiglia a Reggio Calabria; 458 euro a Cagliari; 450 euro a Messina; 442 euro a Napoli; 403 euro a Catania; 371 euro a Genova; 355 euro a Bari; 336 euro a Milano; 329 euro a Torino; 322 euro a Roma; 304 euro a Venezia; 282 euro a Palermo; 249 euro a Firenze e 228 euro a Bologna.

Tari, gli aumenti 2019-2020

La TARI è aumentata in 30 città nel 2020(3 città su 10), tra cui: Roma, Torino, Cagliari, Genova e Firenze. In particolare, la tassa sui rifiuti è aumentata a Firenze del 6,1%; a Genova del 5,7%; a Messina e Roma del 2,9%; a Cagliari del 2,6% e a Torino dello 0,8%. Mentre diminuisce dello 0,6% a Milano, del 6,5% a Bari e dell’11,3% a Venezia.

Il report porta poi l’attenzione sulla città di Livorno, dove l’importo della TARI è aumentato non per effetto della delibera comunale ma per l’aumento del tributo provinciale ambientale (TEFA), deciso dalla provincia di Livorno.

La tassa rimane invece stabile in 62 città tra cui: Bologna, L’Aquila, Napoli, Palermo e Reggio Calabria, mentre, tra il 2019 e il 2020, a Crotone si è registrato un aumento pari al 35,1%; a Cremona del 12,6%; ad Ancona dell’11,2%; a Sondrio del 9,8% e a Campobasso del 9,2%

La Tari è diminuita infine in 13 città tra cui: Milano, Bari, Venezia e Nuoro. A Chieti, tra il 2019 e il 2020, invece, si registra una diminuzione della tassa pari al 13,6%; a Venezia dell’11,3%; a Trapani (come già accennato sopra) del 10,2% e a Lecco del 9,9%.

Dai dati scaturiti dallo studio, infine, si evince che, nell’anno dell’emergenza pandemica, la stragrande maggioranza delle città ha scelto di diminuire o lasciare invariate le aliquote della TARI.

Tuttavia, come ha commentato Ivana Veronese, tuttavia, il peso sul bilancio delle famiglie rimane, soprattutto nel Mezzogiorno, a fronte di una tassa che spesso non corrisponde a un servizio efficiente ed efficace.