Tari 2024, entro quando deve essere pagata. Le scadenze fissate quest’anno

È tempo di passare alla cassa per pagare la Tari? Sono in molti a porsi questa domanda, ma la risposta non può essere la stessa per tutti i contribuenti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quali sono le scadenze previste per la Tari 2024? Entro quando deve essere versata la tassa sui rifiuti? Se per l’Imu è stata prevista una scadenza uguale per tutti i contribuenti, indipendentemente dal Comune di residenza, per la Tari la situazione è leggermente differente: non è possibile, infatti, segnare in calendario una data che sia uguale per tutti. A definire modalità e tempistica dei versamenti sono le singole amministrazioni comunali. Quindi non c’è da preoccuparsi se qualcuno sa già quando deve versare ed entro quale data e qualcun altro invece non sappia ancora niente.

Le informazioni dettagliate su quando debba essere pagata la Tari 2024 vengono fornite direttamente dal Comune di residenza: a questo è necessario fare riferimento per ottenere tutte le informazioni del caso.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo chi è tenuto a versare la Tari 2024 e in cosa consiste questo tributo.

Tari 2024: in cosa consiste

Quando si parla di Tari 2024 a cosa ci si riferisce? Partiamo con il ricordare che si tratta di una tassa legata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Si deve parlare di tassa – e non di imposta – perché c’è una stretta correlazione tra la gestione del servizio, quello relativo alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, e gli importi che i contribuenti devono versare.

La Tari, almeno come la conosciamo oggi, è stata introdotta attraverso la Legge di Stabilità 2014, grazie alla quale sono state accorpate alcune tasse preesistenti, che erano legate al settore di rifiuti. Nel dettaglio la sono state accorpate:

  • la Tia, ossia la Tariffa di igiene ambientale;
  • la Tarsu, la Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
  • la Tares, il Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

Le scadenze previste per il 2024

Come abbiamo anticipato in apertura non esiste una scadenza della Tari 2024 che sia univoca per tutti i contribuenti. Le date sono diverse e variano in base al comune di residenza fiscale. Onde evitare di trovarsi in ritardo con i versamenti è opportuno prendere visione dei regolamenti locali, che definiscono in maniera precisa i termini entro i quali si deve passare alla cassa e le aliquote che vengono applicate.

A ogni modo, almeno nel maggior parte delle occasioni, la scadenza della Tari è ripartita in tre tranche:

  • un primo acconto, che dovrebbe essere pagato entro la fine di aprile;
  • un secondo acconto da versare entro il mese di luglio;
  • il saldo che deve essere effettuato entro la fine dell’anno, ovvero il 31 dicembre 2024.

Come abbiamo già accennato, i singoli Comuni hanno ampia libertà nel determinare le scadenze della TARI. Quindi potrebbe accadere che, per quanto riguarda il primo acconto di aprile, molti contribuenti non lo abbiano ricevuto, perché a livello locale è stato deciso in maniera diversa. È bene verificare quale sia l’effettiva scadenza, per sapere se si è in regola o meno.

Chi deve pagare la Tari 2024

A determinare i presupposti per i quali è necessario pagare la Tari 2024 è sempre la Legge di Stabilità 2014, la quale ha previsto che il possesso o la detenzione di un immobile – a qualsiasi titolo – o di aree scoperte che possano produrre rifiuti determina l’obbligo di versare la tassa sui rifiuti. Non è previsto il versamento della Tari per le eventuali aree scoperte pertinenziali o che risultino essere accessorie a locali tassabili. E che non siano operative. Escluse anche le aree comuni condominiali, sempre che non siano occupate in via esclusiva.

Il comma 642 della Legge di Stabilità sottolinea in modo chiaro che:

La Tari è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.

Questo significa che i contribuenti che siano titolari a qualsiasi titolo di un locale o di un’area scoperta che possa produrre dei rifiuti, sono tenuti al pagamento della Tari.

Tassa rifiuti, come si effettua il calcolo degli importi da pagare

Su quale base deve essere pagata la tassa sui rifiuti? Quali sono gli elementi su cui è necessario basarsi per effettuare il versamento della tassa? A fornire dei chiarimenti su questo punto è la normativa sulla Tari, che ha espressamente previsto che:

Per l’applicazione della Tari si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti. Relativamente all’attività di accertamento, il comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla Tari quella pari all’80 per cento della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138.

Come si deve pagare la Tari 2024

Le modalità di pagamento della Tari cambiano da Comune a Comune. Tra quelle previste ci sono:

Nel momento in cui è possibile appoggiarsi a un Modello F24 per effettuare il pagamento, è necessario prestare attenzione al codice tributo: deve essere utilizzato il 3944, che va inserito nella sezione Imu ed altri tributi locali.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso la risoluzione n. 5 del 18 gennaio 2021, ha istituito dei nuovi codici tributo che devono essere utilizzati per versare il tributo scorporato – ci riferiamo alla Tefa – che fino al 2020 era versata insieme alla TARI. Sono stati, quindi introdotti i seguenti codici tributo:

  • TEFA: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente;
  • TEFN: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – interessi;
  • TEFZ: TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – sanzioni.

In sintesi

In prossimità della scadenza dell’Imu, sono diversi i contribuenti che si preoccupano anche del pagamento della Tari 2024. In questo caso è necessario sottolineare che non esiste un calendario univoco dei pagamenti a livello nazionale, ma ogni singolo comune decide in completa e totale autonomia le scadenze.

Può capitare che alcuni contribuenti siano già dovuti passare alla cassa – magari ad aprile – mentre altri non abbiano ancora pagato niente. È bene informarsi presso gli uffici del Comune di residenza per sapere quali siano le deadline da rispettare nel corso del 2024.