Come funziona la sanatoria 2018-2022 per chi aderisce al concordato preventivo biennale

Per chi aderisce al concordato preventivo biennale è prevista una sanatoria per gli anni 2018-2022. Aderirvi permette di regolarizzare eventuali imposte evase

Pubblicato: 10 Ottobre 2024 06:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I titolari di partita Iva, che dovessero aderire al concordato preventivo biennale, hanno la possibilità di accedere al ravvedimento speciale per il periodo compreso tra il 2018 ed il 2022. Un emendamento della Maggioranza al Decreto Omnibus ha introdotto una vera e propria sanatoria per i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le imprese che dovessero decidere di aderire al concordato preventivo biennale.

Ma come funziona questa sorta di sanatoria? I diretti interessati dovranno versare una minima parte delle somme evase: si passa da un 5% per i soggetti più affidabili, ossia con un Isa uguale a 10. Si scende fino al 50% per quelli che hanno un indice Isa inferiore a 3. quanti hanno un grado di affidabilità pari ad 8 pagheranno il 10%, che sale al 15% per quanti lo hanno compreso tra 6 e 8. Il 15%, invece, deve essere versato per chi è sotto il 6.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di comprendere come debbano muoversi i contribuenti che hanno intenzione di aderire al concordato preventivo biennale.

Concordato preventivo biennale, la sanatoria

Un emendamento al Decreto Omnibus formulato dalla Maggioranza ha introdotto il ravvedimento speciale per gli anni 2018-2022 per i contribuenti che dovessero decidere di aderire al concordato preventivo biennale. Grazie a questa novità i diretti interessati hanno la possibilità di pagare un’imposta sostitutiva parametrata al punteggio Isa (gli indici sintetici di affidabilità fiscale), che permetterà loro di sanare le somme evase nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2022.

L’emendamento, che è arrivato in Commissione Bilancio e Finanze del Senato a fine settembre, oltre ad introdurre una vera e propria sanatoria per il periodo 2018-2022, introduce tempi più lunghi per effettuare i controlli. I titolari di partita Iva che devono applicare il punteggio Isa si vedranno allungare i termini di accertamento in scadenza il 31 dicembre 2024. Per chi non dovesse aderire al ravvedimento speciale se lo vedrà posticipare al 31 dicembre 2025.

Perché è stata introdotta la sanatoria

Le motivazioni che hanno portato il Governo a collegare una sorta di sanatoria al concordato preventivo biennale sono molto semplici. L’Esecutivo, in questo periodo, è alla caccia di risorse per riuscire a finanziare la Legge di Bilancio. Uno degli obiettivi del concordato è quello di andare ad aumentare il gettito.

Al momento, però, il Governo si trova nella situazione di dover convincere una miriade di lavoratori autonomi, liberi professionisti ed imprese a pagare più tasse rispetto a quante ne stiano pagando oggi. In altre parole le partite Iva considerate inaffidabili dovranno dichiarare quanto quelle affidabili nel proprio settore. In alcuni casi questo comporterà raddoppiare o triplicare il reddito che normalmente viene dichiarato.

Come rendere più appetibile il concordato preventivo biennale

Il ravvedimento speciale è la ciliegina sulla torta. Un ulteriore strumento per convincere i titolari di partita Iva a pagare più tasse: dare la possibilità di sanare la posizione passata costituisce a tutti gli effetti un vantaggio, in modo da rendere più appetibile il concordato preventivo biennale.

Viene data, quindi, la possibilità a quanti abbiano nascosto dei redditi all’Agenzia delle Entrate nel periodo compreso tre il 2018 e il 2022 di mettersi in regola e pagare delle imposte comprese tra il 10% e il 15%. Ma non solo: in alcuni casi non sarà tassata almeno la metà dei redditi.

Ma proviamo a fare un esempio. Nel caso in cui un professionista, nel 2018, abbia dichiarato 40.000 euro contro i 80.000 realmente guadagnati, aderendo al concordato preventivo biennale andrebbe a pagare sicuramente più tasse, ma di certo meno rispetto a quanti hanno dichiarato l’intera somma fin da subito.

Quanto si paga con il ravvedimento speciale

Ma entriamo un po’ più nel vivo e cerchiamo di capire quanto pagherebbero i contribuenti, che hanno intenzione di aderire al ravvedimento speciale. Prima di tutto entro il prossimo 31 ottobre 2024 devono aderire al concordato preventivo biennale. In questo modo hanno accesso a due diversi strumenti:

  • la possibilità di usufruire di aliquote ridotte – che vanno dal 3% al 15% – sui maggiori redditi che dichiarano del 2024 e nel 2025;
  • la sanatoria per anni compresi tra il 2018 e il 2022, senza addebiti di interessi o sanzioni.

Il contribuente ha l’obbligo di dichiarare una minima parte della somma evasa. Si passa dal 5% per i contribuenti che sono più affidabili – che hanno un indice Isa pari a 10 – al 50% per quelli che hanno un indice Isa sotto il 3.

A quanto ammontano le imposte sostitutive

Sull’imponibile che viene dichiarato si andrà a pagare un’imposta sostitutiva, che varia a seconda dell’Isa del contribuente:

  • se è superiore ad 8 è pari al 10%;
  • se va da 6 ad 8 è pari al 12%;
  • per chi è sotto al 6 è pari al 15%.

Il legislatore, inoltre, ha introdotto un regime speciale per il periodo 2020-21, ossia quando le attività economiche erano bloccate per colpa del Covid 19. Per questi due anni l’imposta sostitutiva è diminuita del 30%.

I contribuenti devono, ad ogni modo, versare quanto dovuto in un’unica soluzione entro e non oltre il 31 marzo 2025 o entro il 30 novembre 2024 relativamente all’anno 2018. In alternativa è possibile effettuare i versamenti in 24 rate mensili.

È possibile sanare anche l’Irap con un’aliquota unica pari al 3,9%.

Quali effetti ci saranno sulle casse dello Stato

Al momento è difficilmente quantificabile quale possa essere l’impatto della sanatoria sui conti dello Stato: non si conosce ancora il numero delle persone che vi aderiranno. Stando ad alcune stime potrebbero aggirarsi tra i 2 o 3 miliardi di euro.

Ad ogni modo la misura ha un costo che, spalmato nel corso dei prossimi cinque anni, è di circa un miliardo di euro. Il concordato preventivo del 2004, a suo tempo, portò a dei risultati davvero deludenti.

In sintesi

Aderendo al concordato preventivo biennale i contribuenti hanno la possibilità di sanare eventuali redditi evasi nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2022. In base agli indici di affidabilità sintetica possono ambire a dei versamenti più contenuti.