Scadenza rate rottamazione quater: ultima chiamata per mettersi in regola

Oggi, 20 marzo 2024, è l'ultimo giorno per saldare le rate scadute della rottamazione quater. Si decade dalle agevolazioni se non ci si regolarizza

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Ultima chiamata per mettersi in regola con le rate scadute della rottamazione quater. Oggi è l’ultimo giorno a disposizione per saldare le pendenze che non sono state onorate fino ad oggi. I contribuenti che non hanno ancora versato le prime tre rate hanno tempo fino ad oggi, 20 marzo 2024, per effettuare il pagamento. E non decadere dalle agevolazioni previste per chi ha aderito alla rottamazione quater.

La deadline di cui stiamo parlando, in realtà, sarebbe stata lo scorso 15 marzo 2024. Ma tenendo conto dei cinque giorni di tolleranza previsti dalla normativa, i diretti interessati hanno la possibilità di mettersi in regola ancora oggi. Ma cerchiamo di capire come fare per cogliere al volo questa importante possibilità che viene concessa. Perché, almeno sulla carta, per il momento sembra essere l’ultima (salvo ripensamenti del Governo).

Rottamazione quater: l’ultimo giorno per saldare le rate

Il 20 marzo 2024 è l’ultimo giorno per saldare le rate scadute della rottamazione quater. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una nota su questo argomento subito dopo che le novità sono state introdotte all’interno del Decreto Legge 215/2024, anche conosciuto come Decreto Milleproroghe.

Ricordiamo che i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione quater avrebbero dovuto pagare la prima e la seconda rata rispettivamente il 31 ottobre ed il 30 novembre 2023. Complessivamente ammonta a 5,4 miliardi di euro l’importo che avrebbe dovuto incassare complessivamente l’erario italiano. Le prime due rate, già in un primo momento, erano state rinviate al 18 dicembre 2023.

È bene ricordare che il mancato pagamento prevede che il contribuente perda la possibilità di usufruire della definizione agevolata, che permette di saldare i pregressi con un importante sconto. A sottolinearlo è direttamente l’Agenzia delle Entrate attraverso una nota, nella quale spiega che:

In caso di pagamento non effettuato, eseguito oltre il termine ultimo oppure di ammontare inferiore rispetto all’importo previsto, verranno meno i benefici della definizione agevolata e quanto già corrisposto sarà considerato a titolo di acconto sul debito residuo.

Come recuperare la comunicazione

I tempi, ora come ora, sono strettissimi. I contribuenti hanno tempo solo oggi per recuperare le rate scadute della rottamazione quater. Per sapere a quanto ammonta il debito e conoscere l’importo da versare in giornata è necessario avere in mano la comunicazione con l’indicazione di quanto dovuto. È possibile ottenerne una copia direttamente online, scaricando i moduli di pagamento e una copia del documento. Per farlo è necessario accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione – quindi non quello dell’Agenzia delle Entrate – e recuperare quanto serve all’interno dell’area riservata.

Altra opzione è quella di richiedere la documentazione via mail tramite un’apposita richiesta dall’area pubblica. In questo caso non è necessario essere in possesso di pin e password, ma è necessario allegare un documento che permetta di effettuare il riconoscimento. Dati i tempi stretti per effettuare il pagamento, questa opzione non è consigliabile, perché si correrebbe il rischio di non ricevere quanto serve nei tempi necessari per effettuare il pagamento.

Ricordiamo che all’interno dell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate è possibile accedere al servizio ContiTu: tra le pagine del sito dedicato alla definizione agevolata è possibile compilare la richiesta. Una volta terminata la procedura il contribuente riceverà una mail con le cartelle e gli avvisi che ha scelto di pagare e con i necessari moduli per effettuare il versamento.

Rottamazione quater, come funziona la notifica

Come funziona la notifica delle varie rate della rottamazione quater? La cartella di pagamento viene inviata insieme al bollettino RAV in allegato o con il Modulo pagoPA. Entrambi i documenti risultano essere già compilati e riportano l’importo che deve essere versato con la relativa scadenza. Il contribuente ha la possibilità di effettuare il versamento:

  • utilizzando il servizio Paga online, che è disponibile direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e sull’App Equiclick;
  • attraverso i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e degli altri Prestatori di Servizio di Pagamento (PSP), che hanno aderito ufficialmente al nodo pagoPA;
  • presso le filiali fisiche delle banche, di Poste italiane e presso i tabaccai;
  • recandosi agli sportelli dell’agente della riscossione.

Anche i contribuenti che sono residenti all’estero possono effettuare tranquillamente il pagamento, senza la necessità di rientrare in Italia. L’operazione può essere effettuata:

  • se la banca è collegata al nodo pagoPA, con il Modulo di pagamento pagoPA;
  • attraverso un bonifico bancario direttamente sul conto corrente intestato all’agente della riscossione. In questo caso deve essere indicata obbligatoriamente – all’interno della causale del pagamento – il numero della cartella di pagamento e il codice fiscale del debitore. L’Iban sul quale effettuare il bonifico bancario è reperibile direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Ultima possibilità per pagare le rate scadute della rottamazione quater

Al momento non è dato sapere se il Governo abbia intenzione o meno di dare un’altra possibilità per saldare le rate scadute della rottamazione quater. Per il momento dobbiamo ritenere che oggi sia l’ultimo giorno per effettuare questa operazione. Questo è il motivo per cui è bene ricordare quanto previsto dall’articolo 1, comma 244 della Legge di Bilancio 2023:

In caso di mancato ovvero di insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento delle somme di cui al comma 232, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero dei carichi oggetto di dichiarazione. In tal caso, relativamente ai debiti per i quali la definizione non ha prodotto effetti, i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto a seguito dell’affidamento del carico e non determinano l’estinzione del debito residuo, di cui l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero.

Questo significa che chi non dovesse provvedere a mettersi in regola entro oggi 20 marzo 2024 perderà i benefici della definizione agevolata. Agli importi che sono contenuti nelle comunicazione ricevute dai diretti interessati si andranno ad aggiungere le sanzioni e gli interessi che in precedenza erano stati scontati.

Versamenti che siano stati eventualmente effettuati verranno considerati come degli acconti rispetto a quanto il contribuente deve versare complessivamente.