Partita Iva errata in fattura? Niente panico: ecco come correggere

Può capitare di inserire la partita Iva errata del cliente nella fattura elettronica: ecco cosa fare per correggere l'errore

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I titolari di partita Iva sanno che nel momento in cui si predispone una fattura elettronica è bene non commettere degli errori. Perché il documento, soprattutto da quando è stato introdotto il formato elettronico, risulti regolare è necessario indicare correttamente la partita Iva del committente. A sancirlo ufficialmente è l’articolo 21, comma 2, lettera f) del DPR n. 633/72.

Purtroppo, benché la tecnologia venga in aiuto mentre si compila la fattura elettronica, l’errore è sempre dietro l’angolo. Questo è il motivo per il quale risulta importante interrogarsi su quella che debba essere la corretta procedura di regolarizzazione della fattura elettronica, nel caso in cui la partita Iva del committente risulti essere errata.

A fare il punto su questa particolare casistica, ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’interpello n. 133 del 18 maggio 2020. Il caso preso in esame dagli uffici tributari è relativo ad una fattura elettronica emessa ad un gruppo Iva.

Entrando un po’ più nello specifico, gli uffici tributari hanno provveduto a chiarire che, nel caso in cui la fattura elettronica sia stata emessa nei confronti del gruppo IVA e nel caso in cui il committente abbia già provveduto a regolarizzare l’errata indicazione della sua partita Iva attraverso un’autofattura elettronica, senza procedere con la comunicazione dell’errore al prestatore, quest’ultimo non è tenuto ad emettere una nota di variazione. Nel caso in cui si venga a configurare questa situazione, è sufficiente che provveda ad annotare nel registro IVA vendite che la regolarizzazione della fattura elettronica è avvenuta attraverso l’emissione di un’autofattura elettronica da parte del committente.

La correzione della partita Iva errata

Alcuni dati devono essere obbligatoriamente indicati all’interno della fattura elettronica. Tra questi ci sono: il numero di partita Iva del soggetto cessionario o committente o il numero di identificazione per i soggetti passivi stabili negli Stati dell’Unione europea. In alternativa deve essere inserito il codice fiscale per i soggetti che non stiano agendo nell’esercizio di impresa, arte o professione.

Il numero di partita Iva, indicato correttamente, costituisce uno dei requisiti richiesti perché la fattura elettronica risulti essere regolare.

Nel caso in cui dovessero essere effettuate delle cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di un soggetto che partecipa ad un determinato gruppo Iva da un soggetto che non ne fa parte, si considera che l’operazione sia stata effettuata nei confronti dell’interno gruppo Iva. Eventuali obblighi e diritti in materia di imposta sul valore aggiunto risultano essere, a tutti gli effetti, a favore dell’intero gruppo Iva.

Nel momento in cui il soggetto, che fa parte del gruppo, dovesse ricevere una fattura elettronica errata, nella quale viene indicata la propria partita Iva, ai fini della registrazione e della detrazione Iva è necessario andare a correggere gli errori riscontrati.

Le indicazioni legislative

L’articolo 3, comma 2, del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla Fatturazione nei confronti del gruppo IVA del 6 aprile 2018 indica esplicitamente che

Ai fini della fatturazione delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuati nei confronti del Gruppo IVA, il rappresentante del Gruppo o i partecipanti comunicano ai fornitori la partita IVA del Gruppo ed il codice fiscale del singolo acquirente. Al momento della ricezione della fattura i medesimi soggetti verificano l’indicazione del codice fiscale e provvedono al suo inserimento ove mancante.

Questo significa, in altre parole, che nel caso in cui un soggetto che appartiene ad un particolare gruppo Iva dovesse ricevere una fattura elettronica con l’indicazione di una partita Iva errata, deve obbligatoriamente procedere con la correzione di questo dato.

Fattura elettronica inviata al Sistema di Interscambio

Le indicazioni che abbiamo dato fino a questo punto, acquisiscono un valore maggiore, ora come ora, che è stata introdotta la fatturazione elettronica. Il documento, infatti, dopo essere stato inviato al Sistema di Interscambio (SdI) non può più essere modificato. A questo punto si aprono due strade diverse, che possono portare alla correzione della fattura elettronica errata.

Chi ha emesso la fattura

Il soggetto che ha ricevuto la fattura deve comunicare l’errore a chi ha emesso il documento. A seguito di questa comunicazione, il prestatore o il cedente hanno la possibilità di emettere una nota di variazione a storno della fattura elettronica, andando ed emettere, successivamente, una nuova fattura elettronica completamente corretta.

Chi ha ricevuto la fattura

Qualora il prestatore o cedente non provveda ad effettuare la correzione, andando ad emettere una nota di variazione, perché non si fa parte attiva nel correggere l’errore presente nella fattura elettronica, il committente o cessionario ha la possibilità di emettere un’autofattura per correggere in proprio l’errore.

Il contribuente, che si ritrovi nella situazione di dover correggere la fattura elettronica errata, deve procedere con l’emissione di un’autofattura elettronica da trasmettere al Sistema di Interscambio. Nel corso della compilazione di questa autofattura elettronica è necessario che vengano compilate le sezioni anagrafiche del cedente o del prestatore e del cessionario o del committente con i dati del fornitore e con i dati del soggetto emittente il documento. Deve essere indicato, inoltre, il codice TD20 nel campo “Tipo Documento”.

Nel momento in cui il committente provvede a regolarizzare la fattura elettronica attraverso un’autofattura per correggere la partita Iva sbagliata, il prestatore non è tenuto ad emettere una nota di variazione.

In questo caso sarà sufficiente andare ad annotare direttamente sul registro vendite Iva che la regolarizzazione della fattura elettronica è stata effettuata attraverso l’emissione di un’autofattura elettronica da parte del committente. Questo documento dovrà essere conservato agli atti senza essere anch’esso annotato nel registro IVA vendite.