Partita IVA: a chi spetta il rimborso dei contributi nel 2022, chi può richiedere il rimborso contributi nel 2022: nuove indicazioni INPS

Rimborso contributi P. IVA, le richieste di compensazione e rimborso potranno essere presentate anche dopo il 31 dicembre 2021: il nuovo messaggio INPS

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Con il messaggio n° 4620 del 23 dicembre 2021, l’INPS ha fornito nuove indicazioni in merito all’esonero parziale dei contributi previdenziali riconosciuto a chi ha una Partita IVA (Legge di Bilancio 2021), dettando nuovi termini per le istanze di rimborso e compensazione, che potranno essere presentate oltre il termine ordinario.

Partita IVA, compensazione e rimborso esteso al 2022

Considerando il fatto che sono ancora in corso le attività di verifica dei requisiti dell’esonero, nonché i procedimenti di rilascio delle procedure di presentazione delle istanze di riesame e della relativa gestione, le richieste di compensazione e rimborso potranno essere presentate anche dopo il 31 dicembre 2021, oltre cioè il termine ordinario.

Il rimborso della contribuzione versata può essere effettuato solo dopo il completamento di tutte le verifiche di sussistenza dei requisiti previsti dall’articolo 1, comma 20, della legge n. 178/2020 e dal decreto ministeriale del 17 maggio 2021. Pertanto, le istanze presentate dai contribuenti al fine di ottenere la restituzione delle somme versate – e per le quali è stato concesso l’esonero contributivo – potranno essere accolte soltanto dopo un puntuale controllo.

Partita IVA: chi può ottenere il rimborso dei contributi nel 2022

Va ricordato, a tal proposito, che il rimborso dei contributi (previdenziali e assistenziali) INPS, potrà essere richiesto nel 2022 da chi:

  • è in possesso del requisito della regolarità contributiva verificato attraverso il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) di cui al decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali del 30 gennaio 2015;
  • ha subito un calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli dell’anno 2019;
  • ha percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito da lavoro o derivante dall’attività che comporta l’iscrizione alla Gestione non superiore a 50.000 euro;
  • non ha presentato per il medesimo fine domanda ad altra forma di previdenza obbligatoria;
  • è in regola con i limiti e le condizioni di cui alla sezione 3.1 della Comunicazione della Commissione europea, recante “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19” (c.d. Temporary Framework).

Con la proroga, quindi, sono stati confermati i requisiti già validi nel 2021.

Inoltre, i soggetti non tenuti al pagamento della contribuzione sul minimale di reddito e i liberi professionisti possono presentare le istanze di rimborso soltanto dopo l’avvenuta presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno di competenza 2021.

Contributi INPS: come sapere se il rimborso è stato già riconosciuto

Gli importi concessi dall’Istituto sono visualizzabili dagli interessati sul “Cassetto previdenziale” della gestione di riferimento a decorrere dal 29 novembre 2021.

Ricorda l’INPS, inoltre, che gli importi già versati e non dovuti in conseguenza dell’autorizzazione dell’esonero potranno essere compensati o rimborsati a opera delle Strutture territoriali competenti, secondo quanto indicato con riferimento a ciascuna fattispecie. Infine, eventuali ulteriori eccedenze di versamento rispetto alla capienza dell’emissione 2021 potranno essere compensate con la contribuzione da versare alle scadenze future.