È possibile lavorare mentre si riceve la Naspi, ossia la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego? La risposta è sì, purché l’impiego che si sta svolgendo sia a tempo parziale e che lo stipendio ricevuto risulti essere inferiore rispetto a alla Naspi stessa. Nel caso in cui, invece, si cominci un nuovo lavoro a tempo pieno, il sussidio viene immediatamente interrotto.
Attenzione, però, a comportarsi correttamente. Nel momento in cui si inizia a lavorare è necessario informare l’Inps della nuova attività. Sarà direttamente l’istituto a valutare, nel momento in cui è stato intrapreso un lavoro parziale e lo stipendio sia inferiore alla Naspi, quanto spetti di sussidio.
Il lavoratore che, invece, dovesse perdere nuovamente l’impiego entro quattro anni, potrebbe avere nuovamente diritto alla Naspi, purché abbia ancora dei giorni di sussidio rimasti. Ma vediamo un po’ come funziona la Naspi e quando si ha diritto a riceverla.
Indice
Come funziona la Naspi
La Naspi viene erogata ai dipendenti che perdono il proprio lavoro in maniera involontaria. Non ne hanno diritto, invece, quanti abbiano deciso di dare le dimissioni. Nel momento in cui viene presentata la richiesta, il lavoratore deve dichiarare all’Inps di aver perso il proprio impiego contro la sua volontà. Posso ricevere il sussidio i soggetti che hanno sottoscritto un normale contratto di tipo subordinato.
È importante sottolineare che la Naspi non viene erogata in maniera automatica, nel momento in cui una persona perde il proprio lavoro. È necessario presentare una specifica richiesta: la domanda deve essere presentata nel più breve tempo possibile.
L’Inps ha chiarito che questa indennità viene erogata:
- dopo otto giorni dalla fine del lavoro. In questo caso, però, la domanda deve essere presenta nell’arco della prima settimana;
- dall’ottavo giorno dopo che si è concluso il periodo di maternità, di infortunio o di malattia professionale;
- dopo trentotto giorni quando c’è stato un licenziamento per giusta causa. O a seguito della presentazione della domanda.
Cosa succede se il soggetto dovesse trovare un’occupazione nel periodo compreso tra la fine del lavoro e la ricezione della Naspi? Il sorgere della nuova situazione non andrà a sospendere in maniera automatica la ricezione dell’indennità di disoccupazione.
Nuovo lavoro: quando viene sospesa la Naspi
In linea di principio la Naspi risulta essere compatibile con il lavoro. Questo significa, in altre parole, che un determinato soggetto può iniziare una nuova attività professionale e continuare a ricevere l’indennità di disoccupazione. Una domanda a questo punto è lecita: come si deve comportare un lavoratore che sta ricevendo regolarmente la Naspi e, fortunatamente, inizia una nuova attività lavorativa? Proviamo a vedere i vari casi che si possono prefigurare.
Inizio attività di lavoro dipendente
Nel caso in cui il soggetto dovesse iniziare una nuova attività di lavoro dipendente, sono due le situazioni che si possono venire a creare:
- viene sottoscritto un contratto a tempo determinato. Nel caso in cui si dovesse venire a configurare questa situazione e, qualora lo stipendio percepito dovesse risultare essere inferiore rispetto alla Naspi, il diretto interessato avrebbe diritto a continuare a ricevere l’indennità di disoccupazione. L’importo, però, potrebbe venire ridotto. È necessario comunicare all’Inps l’apertura del nuovo rapporto di lavoro. È possibile continuare a ricevere l’indennità nel caso in cui il rapporto di lavoro abbia una durata inferiore a sei mesi e determini un reddito inferiore a 8.174,00 euro;
- viene sottoscritto un contratto a tempo indeterminato. Qualora si venisse a configurare questa situazione il lavoratore deve informare immediatamente l’Inps, in modo che venga sospesa immediatamente l’erogazione dell’indennità di disoccupazione. Questa, infatti, è completamente incompatibile con lo svolgimento di una qualsiasi attività a tempo indeterminato, indipendentemente dal reddito percepito.
Svolgimento di un lavoro autonomo
Una situazione completamente diversa si verrebbe a creare nel momento in cui il soggetto che riceve la Naspi avvia una nuova attività di lavoro autonomo. In questo caso l’indennità di disoccupazione è compatibile con lo svolgimento di una qualsiasi attività professionale, dalla quale derivi un reddito inferiore a 4.800 euro, che diventano 5.000 euro per il lavoro occasionale.
Anche in questo caso, il diretto interessato è tenuto a comunicare all’Inps l’inizio della nuova attività entro un mese dalla domanda di Naspi, se l’attività era preesistente. Il lavoratore, inoltre, dovrà provvedere a comunicare il reddito annuo che presuppone di poter percepire dall’attività in proprio. L’importo dell’indennità, a questo punto, verrà ridotto dell’80%.
Lavoro autonomo: chiedere la Naspi anticipata
In un certo senso, nel momento in cui si ha intenzione di svolgere un lavoro autonomo, è possibile beneficiare della Naspi lo stesso. Il diretto interessato può chiedere che l’indennizzo venga versato in un’unica soluzione. La richiesta può essere presentata nel momento in un cui:
- viene avviata una nuova attività autonoma;
- viene avviata una nuova attività d’impresa;
- quando viene deciso di sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa con attività lavorativa;
- nel momento in cui il soggetto decida di svolgere a tempo pieno l’attività autonoma che aveva iniziato mentre era un lavoratore dipendente.
L’Inps, inoltre, ha provveduto a specificare che:
In caso di attività lavorativa autonoma, spetta la NASPI a condizione che il reddito annuo presunto non sia superiore a 4.800 euro. Se l’attività era preesistente, il reddito annuo presunto, anche se pari a zero, deve essere comunicato, per non perdere il diritto, entro 30 giorni dall’invio della domanda.
Dichiarare il falso: le sanzioni
Inutile nascondersi dietro ad un dito. Esistono delle sanzioni per i soggetti che abbiano perso il lavoro, facciano richiesta della Naspi, e continuano a percepire lo stesso un reddito da lavoro dipendente. L’indennità, in questo caso, viene incassata in maniera illecita, sempre che non rientri nelle casistiche che abbiamo visto in precedenza.
Qualora dovessero verificarsi questi casi, a rischio sanzioni non sarebbe solo il lavoratore, ma anche il datore di lavoro per il quale il soggetto sta lavorando. Grave è anche la situazione della persona che stia svolgendo un lavoro in nero, nel quale non c’è un contratto tra le parti e non viene effettuato il versamento delle imposte dovute.