Isa, approvate le regole per l’invio dei dati necessari per il concordato preventivo biennale

L'Agenzia delle Entrate ha approvato le regole tecniche per l'invio degli Isa con le informazioni necessarie per aderire al concordato preventivo biennale

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

L’Agenzia delle Entrate, con il provvedimento n. 192000 del 12 aprile 2024 ha definito in via ufficiale le modalità tecniche relative agli Isa, che serviranno ai contribuenti e agli intermediari incaricati della trasmissione telematica di comunicare i nuovi dati, che sono contenuti al loro interno. Questi, è bene ricordarlo, serviranno per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale per il periodo d’imposta 2023. E che, soprattutto, saranno utili per l’elaborazione della proposta di concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

È bene ricordare, infatti, che per i soggetti che vorranno aderire al concordato preventivo biennale, nella determinazione del punteggio di affidabilità relativo agli Isa è necessario gestire dei dati aggiuntivi, i quali sono stati individuati direttamente nelle note tecniche e metodologiche che sono state allegate ai vari decreti di approvazione. E che l’Agenzia delle Entrate deve necessariamente rendere disponibili ai contribuenti in tempi utili.

Isa e concordato preventivo: le novità più importanti

Attraverso il provvedimento n. 192000 del 12 aprile 2024 sono state approvate le modalità tecniche attraverso le quali inviare i nuovi dati necessari per la formulazione della proposta relativa al concordato preventivo biennale. Nello specifico il provvedimento ha disposto che, nel caso in cui gli incaricati dovessero già risultare delegati all’accesso al cassetto fiscale del contribuente, devono inviare all’Agenzia delle Entrate l’elenco dei clienti per i quali richiedono gli stessi dati. Questa operazione è necessaria ai fini dell’acquisizione massiva degli stessi dati.

Nel caso in cui, invece, non dovesse esserci la delega al cassetto fiscale è necessario intraprendere una strada diversa. È previsto che l’intermediario indichi alcuni elementi di riscontro, il cui scopo è quello di garantire che la delega sia stata conferita effettivamente. Questa procedura, molto semplicemente, va a ricalcare il meccanismo di accesso alla dichiarazione precompilata da parte degli stessi intermediari delegati. Per questa procedura il Garante per la protezione dei dati personali ha già espresso il proprio parere favorevole.

Volendo sintetizzare al massimo i soggetti non delegati hanno la possibilità di acquisire le deleghe insieme alla copia di un documento di identità valido del contribuente, che può essere in formato cartaceo o elettronico. Qualora si dovesse verificare quest’ultimo caso, la delega dovrà essere sottoscritta andando a rispettare tutte le regole tecniche che sono state previste all’interno del codice dell’amministrazione digitale. E, nello specifico, l’articolo 71 del DLGS n. 82/2005.

Cosa deve essere inserito negli Isa

Ma sostanzialmente cosa deve essere contenuto all’interno degli Isa, che servono per il concordato preventivo biennale? All’interno dei file, che devono essere inviati, ci deve essere il codice fiscale del richiedente, a cui devono essere aggiunti – per ogni delegante – i seguenti dati:

  • codice fiscale del contribuente;
  • codice fiscale del rappresentante legale/negoziale o del tutore del delegante, quando queste figure sono presenti;
  • il numero e la data della delega;
  • la tipologia e il numero del documento di identità del soggetto che ha sottoscritto la delega;
  • gli elementi di riscontro che sono contenuti all’interno della Dichiarazione Iva 2023, che è relativa al periodo d’imposta 2022. Nel caso in cui questa sia assente, gli elementi rilevanti ai fini dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale 2023 per il periodo d’imposta 2022, che sono stati presentati direttamente dal soggetto che ha firmato la delega.

Deve, inoltre, essere dichiarato il possesso della delega alla consultazione del cassetto fiscale del delegante.

Isa per il concordato preventivo biennale: quando si possono presentare

I file relativi agli Isa necessari per il concordato preventivo biennale possono essere presentati a partire dalla data indicata dall’Agenzia delle Entrate all’interno del proprio sito. A partire dalla data indicata, l’intermediario può inviare i file: dopo cinque giorni ha la possibilità di visualizzare l’elenco dei soggetti per i quali ha richiesto i dati, andando a consultare il proprio cassetto fiscale.

L’Agenzia delle Entrate rende disponibili per 20 giorni lavorativi i file contenenti i dati all’interno dell’area riservata del proprio sito.

Sempre attraverso il provvedimento n. 192000 del 12 aprile 2024, gli uffici dell’amministrazione tributaria hanno individuato le specifiche tecniche attraverso le quali predisporre i file contenenti l’elenco dei contribuenti per i quali stanno richiedendo i dati gli incaricati della trasmissione telematica.

La possibilità di accedere puntualmente ai dati

Attraverso il provvedimento appena emanato dall’Agenzia delle Entrate sono state disciplinate le modalità attraverso le quali accedere puntualmente ai dati da parte degli intermediari delegati e degli stessi contribuenti. Proprio questi ultimi hanno la possibilità di prelevare i dati dal proprio cassetto fiscale, a cui possono accedere autenticandosi con i seguenti sistemi:

  • carta d’Identità Elettronica (CIE);
  • identità SPID;
  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Nei casi ancora previsti è possibile utilizzare le credenziali Fisconline/Entratel, che sono state rilasciate dall’Agenzia delle Entrate, nei casi che sono stati esplicitamente previsti dalla normativa.

Concordato preventivo biennale: l’importanza del provvedimento

Ma perché questo provvedimento sugli Isa è così importante e perché va ad impattare direttamente sul concordato preventivo biennale. Il Decreto Legislativo n. 13/2024, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio 2024, ha definito, nel dettaglio, i requisiti e le condizioni per accedere al patto con l’Agenzia delle Entrate.

Perché i contribuenti possano aderire alla proposta presentata dagli uffici dell’amministrazione tributaria è necessario fare riferimento al punteggio Isa: alla misura possono aderire tutti i titolari di partita Iva, senza il vincolo del punteggio pari almeno ad otto. Ricordiamo che per aderire alla proposta ci sarà tempo fino al 15 ottobre 2024 e lo potranno fare, in maniera sperimentale, anche quanti abbiamo optato per il regime forfettario nel 2024.

Ma in cosa consiste, in estrema sintesi il concordato preventivo biennale? Sulla base dei dati che vengono messi a disposizione dell’AdE vengono concordate le imposte dovute per i due anni successivi, con un’ulteriore possibilità di rinnovo. Il reddito aggiuntivo che andrà oltre a quanto concordato non è soggetto a tassazione.