Inchiesta Airbnb, gli host nel mirino del Fisco: cosa rischiano

Ecco cosa rischiano gli host di Airbnb finiti sotto la lente d'ingrandimento del Fisco nell'ambito dell'indagine contro il colosso degli affitti brevi

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Non si placa la polemica attorno alla questione degli affitti brevi in Italia, con il Governo che ha varato il codice anti-evasione che ha innalzato la cedolare secca dal 21 al 26%. Ma non si placano soprattutto le polemiche attorno ad Airbnb, colosso americano degli affitti brevi, che di recente è stato coinvolto in un maxi sequestro da parte della Procura di Milano e della Guardia di Finanza per tasse non pagate. E a finire nel mirino del Fisco, oltre all’azienda, potrebbero essere anche gli host, ovvero i locatori degli appartamenti da cui Airbnb trae profitto, perché anche loro potrebbero non aver pagato le tasse sui redditi percepiti dagli affitti.

Host Airbnb nel mirino del Fisco

Il tutto parte dall’inchiesta dei pm Cristiana Roveda, Giancarla Serafini e Giovanni Polizzi, coordinati dal procuratore capo Marcello Viola e dall’aggiunto Tiziana Sicilianoche hanno messo sotto la lente di ingrandimento le azioni di Airbnb dal 2017 al 2021. Da questa indagine, come vi abbiamo raccontato, è emersa una posizione “sgradevole” del colosso nei confronti del Fisco, con Airbnb che non avrebbe pagato la cedolare secca e contro cui è stato ottenuto un maxi sequestro di 779 milioni.

Una posizione, quella dell’azienda, che potrebbe presto essere sanata, ma allo stato attuale non avrebbe versato al Fisco italiano la cedolare secca del 21% su ricavi per 3,7 miliardi di euro. E gli host? Anche loro, secondo quanto appurato nell’indagine, non avrebbero pagato le tasse sui redditi percepiti dagli affitti, dichiarazioni che spettavano ai locatori stessi.

Ma le indagini avrebbero appurato che tali versamenti non sarebbero stati fatti, con una parte dei locatori che era da un lato a conoscenza dell’omesso versamento della cedolare secca da parte di Airbnb e dall’altro si sarebbe ben guardata dal pagare le tasse.

Cosa rischiano gli host di Airbnb

Ovviamente saranno solo gli approfondimenti dell’indagine a chiarire la posizione degli host di Airbnb, con il Fisco che ha ora spostato l’attenzione dal colosso ai suoi “lavoratori”. Il lavoro degli inquirenti si sposta ora dal pesce più grande del mare degli affitti ai pesciolini più piccoli, per l’appunto i locatori, che se non hanno dichiarato gli effettivi redditi percepiti dagli affitti potrebbero finire nei guai.

Chi si è prontamente “denunciato” al Fisco come dovuto non deve temere niente, mentre per tutti coloro i quali la dichiarazione è stata aggirata può arrivare l’apertura di uno scomodo procedimento tributario.

“Sostenere che la maggior parte dei locatori brevi sia evasore di questa ritenuta del 21% non è corretto. Sappiamo che ci sono indubbiamente abusivi o irregolari ma non si può definire tutti evasori” ha detto Elena Fiorani, portavoce di Bre-ve, associazione di locatori brevi a Venezia, che intervenendo nell’ambito dell’indagine della Procura milanese e della Guardia di Finanza su Airbnb ha tenuto a precisare la posizione di molti locatori.

La mossa di Airbnb

Mentre l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate si è spostata appunto sugli host, Airbnb è pronta a mettere in atto una mossa che potrebbe essere risolutiva per la posizione debitoria col Fisco italiano. Commercialisti e avvocati della multinazionale, infatti, hanno avviato i contatti con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate per cercare di venire a capo della questione.

In poche parole, infatti, si tratterebbe di una mossa volta a far saldare i conti, dando quanto spetta anziché incappare in multe ben più salate. Una scelta che in passato anche altri colossi internazionali avevano preferito, chiudendo inchieste in cui erano coinvolte e versando molto meno rispetto a quanto contestato.