Crollano le partite Iva: ecco cosa cambierà con la nuova flat tax

Nel terzo trimestre 2022 diminuiscono notevolmente le nuove partite Iva. Il governo Meloni studia l'allargamento della flat tax

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Nel terzo trimestre 2022 diminuiscono notevolmente le nuove partite Iva. Secondo i dati del Ministero dell’Economia, sono state infatti aperte il 12,4% in meno di partite Iva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 94.080. Una flessione che però, ora, grazie al piano del governo sulla flat tax, potrebbe riprendersi.

Come sono le nuove partite Iva

Le nuove partite Iva sono state aperte per il 69,7% da persone fisiche, il 21,8% da società di capitali e il 2,8% da società di persone. La quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta il 5,6% del totale delle nuove aperture. Rispetto al terzo trimestre del 2021 si è registrato un calo generale per tutte le tipologie: -56,3% dei non residenti, -8,5% le società di persone, -7,8% per le persone fisiche, -5,2% per le società di capitali.

Riguardo alla ripartizione territoriale, il 47,7% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,2% al Centro e il 30,6% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente nostra che le flessioni riguardano soprattutto Friuli Venezia Giulia (-30,8%), Molise (-21,2%) e Lombardia (-19,5%). L’unico territorio in attivo è la Valle d’Aosta (+2,2%).

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra sempre il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 20% del totale, seguito dalle attività professionali (17%) e dalle costruzioni (10,4%). Rispetto al terzo trimestre del 2021, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione (+21,5%), nei trasporti (+15,6%) e nelle attività artistico-sportive (+10%). Le diminuzioni più rilevanti si registrano nell’agricoltura (-30,5%), nel commercio (-30,2%) e nell’edilizia (-15,1%).

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità: maschi al 60,8%. Il 50,7% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. In confronto al corrispondente periodo dello scorso anno tutte le classi mostrano un calo di avviamenti: dal -4,2% della classe più giovane al -19,7% della più anziana. Inoltre, si evidenzia che il 22,4% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.

Nel periodo in esame 44.713 soggetti hanno aderito al regime forfettario, pari al 47,5% del totale delle nuove aperture, con una flessione del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il piano del governo Meloni sulla flat tax

Ma, come dicevamo, ora il governo sta valutando di portare la flat tax a un tetto di ben 85mila euro. In Manovra potrebbe approdare infatti proprio la misura chiave della campagna elettorale del fronte leghista, l’estensione della flat tax per autonomi e partite Iva ai ricavi fino a 85mila e la flat tax incrementale, da finanziare eventualmente anche con la razionalizzazione del Reddito di cittadinanza e/o un riordino della giungla deduzioni/detrazioni.

“Nella nuova Legge di bilancio si dimostrerà finalmente che la flat tax non era uno slogan ma un programma strutturato che si fa in 5 anni” ha detto Federico Freni, sottosegretario all’Economia. Il governo intende iniziare con autonomi e partite IVA, innalzando la soglia da 65 fino a 100mila euro, “forse qualcosina meno, potremmo fare 85/90 mila, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche un po’ meno dipendenti da noi”.

“Sono allo studio misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti Iva di aderire al regime forfettario – ha spiegato il ministro dell’Economia Giorgetti – e la flat tax incrementale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o d’impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.

Fatturazione elettronica: i migliori software da usare

Ricordiamo che tutte le partite Iva ora devono fare fattura elettronica. Sono diversi i software che è possibile utilizzare per avere la fatturazione elettronica. Tra questi, i più utilizzati sono:

Per ulteriori info sulla fatturazione elettronica, vi rimandiamo alla guida dell’Agenzia delle Entrate, che potete scaricare qui gratuitamente in formato pdf.