Concordato preventivo forfettari: più conveniente aderirvi nel 2024

Aderire al concordato preventivo per i forfettari potrebbe risultare particolarmente conveniente. Se l'operazione viene effettuata entro il 15 ottobre di quest'anno

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Aderire al concordato preventivo nel 2024 sarà più vantaggioso per quanti hanno aderito al regime forfettario, rispetto alla generalità dei possessori di partita Iva. La misura, infatti, non avrà una durata biennale per i professionisti e le imprese che usufruiscono della flat tax al 5% o al 15%: il concordato preventivo avrà una durata di un anno.

I contribuenti, inoltre, hanno di fatto la possibilità di attendere fino al 15 ottobre 2024 per decidere se accettare o meno la proposta elaborata dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Questo lasso di tempo permette, sostanzialmente, di andare ad annullare il rischio che il reddito proposto sia superiore a quello effettivo. E quindi viene anche meno l’ipotesi di versare delle imposte più alte rispetto a quelle che effettivamente dovrebbero essere pagate.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di comprendere cosa succederà a quanti hanno optato per il regime forfettario e vogliono aderire al concordato preventivo.

Concordato preventivo, più conveniente per il regime forfettario

Per quanti hanno aderito al regime forfettario il concordato preventivo non sarà biennale. Quello che prenderà via nel 2024 sarà limitato ad una singola annualità, ma soprattutto sarà sperimentale. A prevederlo è il testo del Decreto Legislativo n. 13/2024, che è andato a confermare le regole di maggior favore previste per il primo anno del nuovo strumento.

Per i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario, il concordato preventivo annuale, sostanzialmente, fa venire meno i rischi strettamente connessi con l’accettazione della proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate. A far luce sui nuovi tempi per aderire alla misura è quanto previsto dal decreto che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 febbraio 2024.

Le tempistiche per aderire

Il software attraverso il quale comunicare eventuali dati necessari per l’elaborazione della proposta di concordato preventivo verrà reso disponibile entro il 15 giugno 2024. Per il primo anno, i diretti interessati avranno la possibilità di aderire alla misura entro il 15 ottobre 2024, che risulta essere anche il termine per la trasmissione della dichiarazione dei redditi (quanti aderiranno al concordato preventivo possono usufruire di una proroga fino al 15 ottobre per assolvere a questo obbligo).

In altre parole questi soggetti avranno tempo fino alla fine dell’anno per prendere una decisione in un senso o nell’altro. A questo punto risulterà essere molto più chiaro se quanto proposto dall’Agenzia delle entrate si avvicini o meno al risultato reddituale del periodo d’imposta. Analizzando la proposta avanzata direttamente dall’AdE con i dati a propria disposizione sul reddito maturato fino a quel momento, i forfettari hanno la possibilità di valutare se l’opzione del concordato preventivo sia conveniente o meno.

Concordato preventivo: imposte blindate per un solo anno

Sono ancora molte le regole specifiche che devono essere definite e che costituiranno le linee guida sulla quali l’Agenzia delle Entrate predisporrà il concordato preventivo. Al momento sono attesi alcuni decreti del Mef al cui interno dovrebbero essere indicate le metodologie di calcolo. Ma soprattutto devono ancora arrivare i provvedimenti attuativi che indicano i dettagli dei dati che i contribuenti dovranno inviare all’Agenzia delle Entrate per predisporre la proposta del concordato preventivo.

Per sapere come e quanto impatterà il concordato preventivo biennale sulle partite Iva – e quello annuale per chi ha optato per il regime forfettario – al momento non è ancora chiaro. Un ruolo importante lo giocherà il reddito che verrà proposto all’Agenzia delle Entrate e che servirà a calcolare le imposte che ogni singolo contribuente dovrà versare.

Tra le ipotesi che sono circolate vi è quella di limitare ad uno scostamento in aumento rispetto all’annualità precedente fino ad un massimo del 10%, in modo da evitare che una delle misure più importanti contro l’evasione messe in campo dal Governo diventi un vero e proprio flop.

Gli aspetti che devono ancora essere definiti

Sono ancora diversi gli aspetti che devono essere definiti. Per il momento sembra evidente che per quanti hanno optato per il regime forfettario aderire al concordato preventivo non produrrà degli effetti per il futuro.

Sostanzialmente, la maggior parte dei titolari di partita Iva, che aderiranno al concordato preventivo, devono accettare il rischio di stimare il reddito per il 2025, che potrebbe risultare superiore rispetto a quello che è stato conseguito effettivamente. Ma per i forfettari il discorso è diverso: durando solo un anno, si elimina ogni tipo di effetto collaterale.

Il lato positivo – questo vale per tutti i contribuenti – è che vengono congelati gli accertamenti in materia di imposte sui redditi. E, per i forfettari in particolare eventuali, i maggiori incassi rispetto a quelli preventivati nel corso degli ultimi due mesi dell’anno, non andranno ad incidere in maniera determinante sulle imposte da pagare.

Presentazione della dichiarazione dei redditi

Ne abbiamo accennato in precedenza, ma è bene tornarci. I contribuenti, che hanno optato per il regime forfettario e hanno intenzione di aderire al concordato preventivo, potranno inviare la dichiarazione dei redditi fino al 15 ottobre 2024.

Il legislatore, sostanzialmente, ha accolto la proposta avanzata dal Consiglio Nazionale dei dottori Commercialisti ed Esperti contabili. La scadenza ordinaria fissata al 30 settembre 2024 è stata considerata insufficiente dai commercialisti, che avevano contestato anche la scadenza originaria dello stesso concordato preventivo, che in un primo momento era stata fissata al 31 luglio 2024.

Il CNDCEC aveva quindi proposto di spostare al 15 ottobre le scadenze: a questo punto il decimo mese dell’anno diventa centrale per quanti sono in possesso di una partita Iva, soprattutto per quelli che hanno intenzione di accedere al concordato preventivo biennale. Dovranno presentare la dichiarazione dei redditi ed avere una visione sufficientemente completa per poter decidere se accettare o meno la proposta avanza dall’AdE.

È bene sottolineare che la scadenza del 15 ottobre vale esclusivamente per il 2024. Da ricordare, inoltre che il versamento delle imposte sui redditi e dell’Irap deve essere effettuato con le consuete scadenze.