Partite Iva forfettarie, addio alle semplificazioni: tutte le novità dal 1° gennaio 2024

Dal 1° gennaio 2024 il regime forfettario dovrà dire addio a molte semplificazioni. Ecco quali scompariranno e per chi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Rivoluzione in vista per i titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfettario: scompariranno definitivamente alcune semplificazioni. Nel caso in cui dovessero aderire al concordato preventivo, i forfettari saranno tenuti a gestire la contabilità per registrare gli eventuali costi sostenuti nel corso del periodo d’imposta. I nuovi adempimenti non finisco qui. Indipendentemente dal fatto che aderiscano al concordato preventivo, saranno sottoposti agli obblighi informativi del Quadro RS del modello redditi PF. E, a partire dal 1° gennaio 2024, dovranno adottare la fatturazione elettronica.

Alcune modifiche normative, introdotte nel corso degli ultimi mesi, hanno sostanzialmente gettato nell’incertezza e nello sconforto molti forfettari, perché hanno visto scomparire alcune semplificazioni fiscali che da sempre hanno caratterizzato questo particolare regime agevolato.

Sicuramente i cambiamenti più pesanti arriveranno per quanti decideranno di aderire al concordato preventivo biennale: in questo caso i diretti interessati dovranno iniziare ad adottare una contabilità più dettagliata, in modo da registrare accuratamente i costi di esercizio. Operazione da effettuare, anche se non vi è alcun obbligo di legge specifico su questo argomento.

Regime forfettario: il vincolo della contabilità

Una delle più importanti novità introdotte dalla riforma fiscale è il concordato preventivo biennale. Questa misura permette ai contribuenti di stipulare un accordo con l’Agenzia delle Entrate, attraverso il quale viene definita anticipatamente la base imponibile per il successivo biennio. La stipula di questo patto, purtroppo, ha una conseguenza immediata: i contribuenti, che hanno optato per il regime forfettario, perdono le semplificazioni attualmente in vigore. Questo, però, avviene unicamente che quanti decidono di aderire al concordato preventivo.

Lo strumento prevede che entro il 15 marzo di ogni anno – è prevista la proroga al 30 aprile solo e soltanto per il 2024 -, l’Agenzia delle Entrate renda disponibili una serie di programmi informativi, grazie ai quali è possibile procedere con l’elaborazione della proposta. Il pacchetto informativo – che è molto simile a quello che viene utilizzato per calcolare gli indici sintetici di affidabilità fiscale – effettua una richiesta precisa ai forfettari: calcolare i costi di esercizio, in modo da fornire i dati necessari per poter aderire al concordato.

Non c’è alcun obbligo

È bene premettere che quanti hanno aderito al regime forfettario non hanno alcun obbligo di legge esplicito a mantenere una contabilità dettagliata per registrare i costi. Ma l’adesione al concordato preventivo lo richiede. Nel caso in cui questo adempimento non venisse assolto, i diretti interessati andrebbero incontro a due rischi significativi:

  • ricevere una proposta di reddito eccessivamente alta, perché non tiene conto degli oneri e dei costi sostenuti per l’esercizio dell’attività. Ovviamente questo porterebbe ad una tassazione eccessiva;
  • venire esclusi dall’utilizzo del concordato preventivo biennale, nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate dovesse riscontrare delle incongruenze tra i dati dichiarati e quelli in suo possesso. Il mancato allineamento potrebbe derivare da una mancata registrazione delle spese sostenute nel periodo in cui si è beneficiato del concordato preventivo.

Le conseguenze

Nel caso in cui il forfettario non dovesse tenere una contabilità dettagliata correrebbe il rischio, quindi, di vedersi applicare una proposta di reddito che non rappresenta a pieno la situazione finanziaria reale della sua attività. Ma soprattutto potrebbe essere privato della possibilità di usufruire del concordato preventivo biennale.

Questo significa, in altre parole, che benché la corretta quantificazione e dichiarazione delle spese sostenute non rappresenti un obbligo formale, diventa necessaria per evitare delle conseguenze negative.

Obblighi informativi del quadro RS

I titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfettario devono provvedere a compilare il Quadro RS del Modello Redditi. Lo scopo di questa operazione di fatto è quello di monitorare e trasmettere le spese che sono state sostenute nel corso del periodo d’imposta.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso il provvedimento n. 325550/2023, ha delineato le norme per regolarizzare la compilazione del Quadro Rs del Modello Redditi 2022, relativo, quindi, al periodo d’imposta 2021.

A seguito di una serie di proteste sollevate dai commercialisti – che hanno fatto notare che questo adempimento non ha un’incidenza immediata sul reddito imponibile – il governo ha introdotto un rinvio al 2024. È stata, infatti, introdotta una proroga fino al 30 novembre 2024. Il MEF è successivamente intervenuto sulla questione, spiegando che le informazioni non possono essere estratte automaticamente dai dati della fatturazione elettronica. Nel 2021 questi i forfettari non erano tenuti all’uso della fattura elettronica: continuavano ad emettere delle fatture cartacee che non transitano attraverso il Sistema di Interscambio.

Fattura elettronica obbligatoria anche per il regime forfettario

L’obbligo della fatturazione elettronica, dal 1° gennaio 2024, viene esteso a tutti i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario, indipendentemente dal loro fatturato. Quanti ne erano stati esclusi fino a questo momento, adesso la devono utilizzare.

Come è logico prevedere, utilizzare i software necessari per emettere e conservare le fatture digitali comporterà un aumento della complessità nel fare queste operazioni. Per poter gestire la fatturazione elettronica i forfettari, sostanzialmente, avranno due opzioni principali:

  • utilizzare il servizio online dell’Agenzia delle Entrate: Fatture e Corrispettivi;
  • dotarsi di un software a pagamento dedicato alla fatturazione elettronica, che possa permettere loro di gestire in maniera efficiente il processo di emissione e conservazione delle fatture elettroniche.

In sintesi

Che cosa cambierà dunque per i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario? Solo e soltanto per quanti dovessero aderire al concordato preventivo sarà obbligatorio gestire analiticamente i costi e documentarli, in modo da poter assolvere a tutti gli adempimenti per poter aderire alla proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate. Quanti, invece, non aderiranno al concordato preventivo, non sono tenuti ad assolvere a questo obbligo.

Sarà poi obbligatorio compilare il Quadro Rs del Modello Redditi e si dovrà passare alla fatturazione elettronica, che diventerà obbligatoria per tutti, anche per quelli che fino a questo momento ne erano esclusi.