Cedolare secca, dal 1° settembre 2024 scattano le nuove sanzioni. Ecco come cambiano

Cambia il sistema sanzionatorio legato alla cedolare secca. Verrà colpito in maniera diversa chi si dimentica di dichiarare i redditi da locazione

Pubblicato: 1 Agosto 2024 06:00

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Dal 1° settembre 2024 sono previste nuove sanzioni per la cedolare secca. Il Decreto Legislativo n. 87/2024 ha introdotto una serie di novità relative al sistema sanzionatorio tributario, che va ad impattare direttamente anche sulla flat tax prevista per gli affitti, nel caso in cui le somme percepite come canone di locazione non siano completamente o sufficientemente dichiarate.

Ma come cambieranno, in estrema sintesi, le sanzioni sulla cedolare secca? È prevista una riduzione degli importi dovuti, tenendo conto di quanto previsto per le violazioni in materia di dichiarazione dei redditi. Entriamo nel dettaglio e vediamo cosa cambierà.

Cedolare secca, come cambiano le sanzioni

Per analizzare le novità relative alle sanzioni tributarie sulla cedolare secca è necessario partire dal Decreto Legislativo n. 471/1997. Anche se da un punto di vista più generale, ad apportare le modifiche vere e proprie alla disciplina sanzionatoria è l’articolo 2 del Decreto Legislativo n. 87/2024, con il quale vengono ridisegnati due casi molto particolari:

  • l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi;
  • la dichiarazione dei redditi in misura inferiore rispetto a quella realmente accertata.

Nel caso in cui il contribuente non dovesse presentare la dichiarazione dei redditi, le sanzioni passano dal range compreso tra i 120% e il 240% alla soglia fissa del 120% dell’imposta. Viene, invece, dimezzata la sanzione minima, che scende da 500 euro a 250 euro.

Il discorso cambia, invece, quando i contribuenti presentano una dichiarazione dei redditi inferiore rispetto a quelli realmente accertati: in questo caso la sanzione amministrativa dal 90% al 180% passa al valore fisso del 70%. Viene introdotta, inoltre, una soglia minima pari a 150 euro.

Le nuove sanzioni decorrono a partire dal 1° settembre 2024. La revisione, ad ogni modo, deve essere coordinata con le disposizioni specifiche che il legislatore ha introdotto per la parziale o omessa dichiarazione di redditi che risultano essere assoggettati alla cedolare secca.

Cedolare secca, le sanzioni previste

Con l’obiettivo di inibire il fenomeno dell’affitto in nero, il legislatore ha sostanzialmente raddoppiato le sanzioni in materia di cedolare secca. Anche se, per effetto della riforma fiscale, hanno un’impatto più blando.

Fino al 31 agosto 2024 l’omessa dichiarazione di redditi assoggettati alla cedolare secca comporta una sanzione compresa tra il 240% e il 480%. Dal 1° settembre 2024 la percentuale è fissa al 240%, ma con un importo minimo di 500 euro. Nel caso, invece, in cui ci sia una dichiarazione infedele, la sanzione, almeno fino al 31 agosto 2024, è compresa tra il 180 ed il 360%: dal 1° settembre, invece, c’è la soglia fissa al 140%, con un minimo dovuto di 300 euro.

Volendo sintetizzare la massimo, per le violazioni connesse alla cedolare secca dal 1° settembre 2024 si vengono a generare le seguenti situazioni:

  • omessa dichiarazione dei redditi con cedolare: sanzione pari al 240%, con un importo minimo di 500 euro;
  • dichiarazione di redditi con cedolare secca per importi inferiori: 140%, con un importo minimo di 300 euro.

Come funziona la cedolare secca nel 2024

Il 1° gennaio 2024 il legislatore ha apportato alcune novità sulla cedolare secca, almeno per quella legata alle locazioni brevi. Se per il primo immobile è rimasta ferma l’aliquota al 21%, le cose cambiano leggermente per i successivi (almeno dal secondo al quarto, oltre è necessario aprire una partita Iva): l’aliquota è stata portata al 26%.

Il legislatore ha deciso di andare ad incrementare le aliquote – almeno per quanti diano in locazione più di un immobile – per regolamentare il settore. Ma soprattutto per garantire una maggiore equità e redistribuire le opportunità di investimento.

Non strettamente legata alla cedolare secca, ma più che altro agli affitti brevi, è l’altra novità avviata proprio da quest’anno, costituita dal Codice Identificativo Nazionale (Cin). Introdotto attraverso la Legge n. 191/2023, la misura serve ad affrontare uno dei problemi maggiori che affliggono il mercato degli affitti temporanei, soprattutto quando sono gestiti attraverso delle piattaforme come Booking ed Airbnb.

Il Cin serve per garantire che tutte le strutture ricettive siano conformi alle leggi in vigore. E, soprattutto, facilitano il controllo da parte delle autorità, garantendo che il mercato delle locazioni sia equo e trasparente.

Perché è stato introdotto il Cin

Gli affitti brevi e la relativa applicazione della cedolare secca sono cresciuti in maniera esponenziale in Italia. Troppo spesso, purtroppo, sono anche sfuggiti alla regolamentazione tradizionale. L’amministrazione finanziaria si è trovata nella situazione di dover affrontare una serie di sfide, per far in modo che i proprietari immobiliari rispettino le normative fiscali e di sicurezza.

Con l’introduzione del Cin, in altre parole, si punta a ristabilire l’equilibrio nel mercato dell’affitto breve e, soprattutto, ad offrire degli strumenti per monitorare e gestire il settore nel modo migliore. L’assegnazione del Cin, infatti, non avviene in maniera automatica, ma è subordinata al soddisfacimento di alcuni requisiti di sicurezza. Per la sua assegnazione, inoltre, è importante la forma di gestione imprenditoriale o meno dell’attività.

Nel caso in cui ci sia una forma di gestione imprenditoriale, gli immobili dati in locazione devono essere dotati di sistemi di sicurezza aggiornati, come rilevatori di gas combustibile e monossido di carbonio, e devono avere estintori facilmente accessibili. Questo significa, in altre parole, che gli estintori devono essere posizionati in luoghi ben visibili: devono essere, per esempio, accanto agli accessi o nelle aree di maggior pericolo. Ma soprattutto deve essere presente un estintore per ogni 200 metri quadrati dell’immobile.

In sintesi

Il 2024 è caratterizzato da diverse novità per quanto riguarda la cedolare secca. A parte quelle più evidenti che, dal 1° gennaio 2024, hanno determinato il cambiamento delle aliquote, una novità andrà ad impattare sulle eventuali sanzioni.

A partire dal 1° settembre 2024, infatti, per chi dovesse dimenticarsi di dichiarare completamente o in parte i redditi provenienti dagli affitti, le sanzioni vengono ridotte. Anche se sono state introdotti degli importi minimi da versare.