Come deve essere gestito fiscalmente un agriturismo? A quali regole devono sottostare i diretti interessati? In Italia, l’agriturismo costituisce una forma turistico ricettiva che può essere svolta dagli imprenditori agricoli, i quali devono sottostare ad alcune regole.
La particolarità dell’agriturismo è quella di essere strettamente legato al territorio. Nel corso del tempo, questa forma di struttura ricettiva continua a riscuotere l’interesse di quanti siano alla ricerca di una vacanza diversa. Costituisce a tutti gli effetti un’esperienza al di fuori dei normali itinerari, ma che, comunque vada, è in grado di muovere dei flussi turistici molto importanti.
L’agriturismo non è unicamente un’azienda agricola che offre vitto ed alloggio. La struttura è in grado di far vivere all’ospite un’esperienza di vita unica e non replicabile a casa. Cerchiamo, a questo punto, di capire quale sia il modo di gestire, sotto il profilo fiscale, un agriturismo.
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Di cosa si occupa un agriturismo
Ma di cosa si occupa, in estrema sintesi, un agriturismo? È un’attività caratterizzata dall’ospitalità. È effettuata da un imprenditore agricolo e viene svolta verso terzi. L’intera attività viene svolta all’interno di un’azienda agricola e si svolge in stretta connessione con le normali attività di coltivazione, silvicoltura, allevamento animali e via discorrendo.
Rispetto a quella dell’agriturismo, l’attività agricola deve rimanere prevalente. Nelle normali attività svolte ci deve essere la somministrazione dei pasti ed attività ricreative e culturali. È possibile, anche svolgere della pratica sportiva e la degustazione di prodotti locali.
Lo svolgimento dell’attività agricola
L’attività agricola e l’agriturismo devono essere svolti contemporaneamente, anche se la seconda non deve sovrastare la prima. Proprio per la sua natura, un agriturismo è una struttura ricettiva che nasce all’interno di un’azienda agricola, che abbia la possibilità di accogliere un turista che voglia assaporare una vacanza alternativa e a contatto con la natura.
Ma che cosa si intende per attività agricola? A darci una risposta esaustiva a questa domanda ci ha pensato l’articolo 2135 del Codice Civile, il quale spiega che
È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. […] Nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività’ agricola esercitata. Ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.
L’attività dell’agriturismo, nel nostro paese, risulta essere connessa e complementare rispetto a quella agricola. L’attività non deve essere semplicemente svolta in ambito rurale: deve essere svolta all’interno di un’azienda agricola.
L’apertura di un agriturismo
Nel momento in cui si decide di aprire un agriturismo è necessario rispettare una particolare disciplina giuridica e fiscale, che serve per distinguerlo nettamente da qualsiasi altra forma di attività turistica che viene svolta in ambiente rurale.
L’attività agrituristica è sottoposta ad alcuni interventi normativi. A disciplinare gli agriturismi è la legge quadro nazionale n. 730 del 5 dicembre 1985, ripresa ed aggiornata dalla Legge n. 96/06. Queste norme sono utili per definire le caratteristiche di un agriturismo. Vediamo quali sono i punti salienti della legge:
- per agriturismi si intendono le attività di ricezione ed accoglienza effettuate da un imprenditore agricolo;
- è possibile assumere del personale per svolgere l’attività;
- si possono somministrare pasti e bevande, che devono provenire dalla propria produzione e da quella di altre aziende agricole della zona;
- è possibile organizzare delle degustazioni, delle escursioni e delle attività ricreative;
- i permessi sono rilasciati dalle regioni;
- l’attività agricola deve prevalere rispetto all’attività ricettiva. In caso contrario si perde lo status di agriturismo;
- la struttura può ricevere clienti tutto l’anno.
I requisiti amministrativi
Per poter avviare l’attività di agriturismo è necessario iscrivere il soggetto abilitato all’esercizio dell’attività nell’apposito elenco. A gestire questo elenco è l’amministrazione provinciale, che, a seguito di un sopralluogo, verifica che la struttura abbia le potenzialità per essere un agriturismo.
L’amministrazione provinciale deve fornire una risposta entro e non oltre sessanta giorni dal momento in cui ha ricevuto la domanda. Purtroppo, però, al momento non esiste un iter amministrativo unico per poter ottenere questa iscrizione.
Una volta ottenuta l’autorizzazione con l’iscrizione negli elenchi è necessario ottenere l’autorizzazione da parte del Comune per svolgere l’attività. Per farlo è necessario presentare la SCIA, ossia la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Questo passo è importante, perché non farlo precluderebbe l’avvio delle attività.
L’autorizzazione del Comune specifica, inoltre, quali siano le attività agrituristiche consentite. Ma soprattutto quando è possibile aprire al pubblico nel corso dell’anno: generalmente non si può fare per più di nove mesi all’anno.
I documenti da presentare in Comune
Per riuscire ad ottenere l’autorizzazione del Comune il diretto interessato è tenuto a produrre e ad inviare la seguente documentazione:
- certificato di iscrizione all’elenco provinciale degli operatori turistici;
- un parere sanitario favorevole sui locali che vengono utilizzati per l’agriturismo;
- la copia dei libretti sanitari del personale che lavora nell’agriturismo;
- l’attestato di avvenuta frequenza di un corso formativo di 100 ore;
- certificato del casellario giudiziario.
I requisiti fiscali
Accanto a tutta questa mole di documentazione, è necessario pensare anche alla documentazione fiscale. È indispensabile aprire una partita Iva ed iscriversi alla Camera di Commercio. Sarà necessario, inoltre, provvedere ai normali adempimenti contributivi nei confronti dell’Inps per la consueta attività agricola.
Ricordiamo che esistono delle limitazioni al numero delle camere e dei posti letto. Le camere dovrebbero essere inferiori a 10 per un numero complessivo di 30 posti letto. La normativa, però cambia a seconda che la zona sia ritenuta normale o sia considerata disagiata o montana. Il suggerimento, su questo punto, è quello di verificare la normativa vigente nel luogo dove si andrà ad aprire l’agriturismo.