Superbonus, per la cessione del credito edilizio c’è tempo fino al 4 aprile: le ultime novità

Il 4 aprile sarà la data ultima per la cessione del credito edilizio legato al Superbonus: novità anche per il contributo a fondo perduto

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

La possibilità di cedere i crediti fiscali edilizi accumulati negli ultimi anni sta per scomparire. La data ultima, già prorogata una volta da quella iniziale del 16 marzo, sarà il 4 aprile. Scaduto quest’ultimo appuntamento diventerà impossibile vendere, su quello che è diventato un mercato molto complesso, il credito con lo Stato frutto dei bonus per la ristrutturazione delle abitazioni.

Questo tema è legato in maniera intrinseca al Superbonus 110%. Anche se esistono molti altri bonus che negli anni hanno generato crediti cedibili, questa misura ha avuto dimensioni tali da crearne la maggior parte. Proprio questa norma è oggetto di un’ultima modifica da parte del ministero dell’Economia e delle finanze, e che riguarda il contributo a fondo perduto per il quale il Mef sta delineando alcuni parametri.

Il 4 aprile è l’ultima data utile per cedere i crediti edilizi

Il Governo ha stabilito che il 4 aprile sarà la data conclusiva per la possibilità di cedere i crediti fiscali derivati dai bonus edilizi a terzi. Questo limite, prorogato da quello originale del 16 marzo, è parte della strategia dell’esecutivo per uscire dalla copertura delle spese dei molti provvedimenti presi da gestioni precedenti al fine di rinvigorire il settore dell’edilizia e in particolare delle ristrutturazioni.

Su tutti, a creare problemi ai conti dello Stato è il Superbonus 110%. La norma è costata più del doppio di quanto la Corte dei Conti si aspettava quando fu varata, e continua oggi a pesare sul deficit dello Stato. Secondo i dati Enea la spesa totale per l’erario al 31 dicembre 2023 era di oltre 100 miliardi di euro.

La possibilità di cedere i crediti fiscali e quindi di applicare lo sconto direttamente in fattura ha aperto la possibilità di ristrutturare molte abitazioni appartenenti a persone che altrimenti non avrebbero potuto permettersi l’investimento a monte, ma ha anche creato un vero e proprio mercato dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi. Questo però si concluderà ufficialmente il 4 aprile.

Tutta la documentazione necessaria per acquistare un credito fiscale

Per chi ancora vuole acquistare un credito fiscale edilizio entro il 4 aprile, il consiglio degli esperti è quello di procurarsi tutta la documentazione che testimoni la legittimità della provenienza dei crediti stessi. Diverse sentenze della Cassazione hanno infatti stabilito che, se lo Stato scopre che alcuni crediti derivano da lavori illegittimi o inesistenti, può sequestrarli anche se sono stati ceduti a enti o privati che non hanno nulla a che fare con la regolarità dei lavori.

Per assicurarsi che i crediti siano legittimi, un’acquirente dovrebbe entrare in possesso di:

  • Titolo abilitativo degli interventi (CILAS)
  • Visura catastale storica dell’immobile
  • Fatture derivate dall’esecuzione dei lavori
  • Asseverazioni tecniche che certifichino i risultati ottenuti dai lavori
  • Visto di conformità fiscale rilasciato dal commercialista
  • Contratto di appalto della ditta che ha eseguito la ristrutturazione

Ottenere questa documentazione garantisce di avere un quadro chiaro sulla legittimità dei lavori, ma non protegge da eventuali ripercussioni in caso le aziende responsabili degli stessi non adempiano in modo corretto ai contratti. Per quello servono verifiche sul campo.

Le verifiche tecniche e il mercato dei crediti edilizi

Le verifiche tecniche consigliate dopo aver acquisito la documentazione riguardo ai crediti che si vogliono acquistare sono di due tipi. Il primo è quello sulle carte stesse, che andrebbero sottoposte all’analisi di esperti per assicurarsi che siano del tutto regolari. In questo modo ci si protegge da ogni eventualità di rivalsa da parte dello Stato e del fisco, visto anche che i controlli in questo ambito sono fitti e automatici, per evitare che si sviluppino truffe.

Il secondo tipo di controlli è più diretto ed è quello sui cantieri stessi. Confermare non solo l’esistenza ma anche la regolarità dei lavori in prima persona garantisce un secondo livello di protezione contro gli imprevisti. Una volta completate queste procedure si può essere ragionevolmente sicuri di poter riscuotere il proprio credito con lo Stato appena acquistato.

La stessa scelta del credito da acquistare però non si basa soltanto sulla sua regolarità, ma anche sul prezzo. A parità di importo, questi titoli di credito possono avere prezzi diversi a seconda del loro sviluppo nel corso del tempo e del loro livello di rischio. In questi anni il mercato si è sviluppato molto in questo senso, diventando complesso anche per quanto riguarda l’assegnazione del valore dei crediti.

Il primo parametro da guardare è quello temporale. Più la scadenza di un credito è breve più questo è monetizzabile, e quindi più è alto il suo valore. Crediti a scadenza più lunga al contrario rappresentano un asset meno appetibile in quanto sarà molto complesso, dopo il 4 aprile, trasformarlo in denaro liquido non essendoci più la possibilità di venderlo.

Infine, l’ultimo tassello da considerare per quanto riguarda i crediti edilizi è, come spesso accade in questo tipo di mercati, il rischio. Questo viene determinato dalla qualità della ristrutturazione o comunque dei lavori edilizi che lo hanno generato. Più è alto il rischio che questi si rivelino non conformi alla norma, e quindi più è probabile che lo Stato si rifiuti di pagare il credito, meno questo costerà.

Il contributo a fondo perduto per il Superbonus

Il Superbonus non è però finito per tutti. Il governo ha infatti annunciato un contributo a fondo perduto per le famiglie in difficoltà a coprire le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024. Questa norma serve ad evitare che la fine del superbonus crei situazioni debitorie per i nuclei che hanno fatto affidamento sulla misura per ristrutturare la propria casa ma non avrebbero altrimenti i fondi necessari.

Nonostante l’annuncio di questo contributo a fondo perduto, il ministero dell’Economia e delle Finanze non ha ancora annunciato quali saranno i parametri precisi per accedervi. I tecnici stanno lavorando per capire quali siano le famiglie che dovrebbero essere incluse e si parla di una soglia di reddito legata al quoziente familiare di 15mila euro.

Il contributo sarà valido per le spese sostenute a partire dal 1 gennaio 2024 fino al 31 ottobre, ma soltanto per gli interventi che entro il 31 dicembre dello scorso anno avessero completato almeno il 60% dei lavori di ristrutturazione previsti dal contratto con cui è stato ottenuto il Superbonus.