Rimborsi Irpef in prescrizione, c’è la scadenza per evitare di perderli

Anche i rimborsi Irpef vanno in prescrizione. Con alcuni accorgimenti, però, è possibile evitare di perdere i crediti che spettano

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Anche i rimborsi Irpef vanno in prescrizione. Così come succede per i debiti che si hanno con il Fisco, anche per i crediti ci sono dei termini oltre i quali si rischia di perdere completamente quanto spettante e non riuscire più a riscuotere i soldi. Molto pragmaticamente questo significa che, nel momento in cui dovessero essere state versate delle imposte in eccesso e si dovesse avere diritto alla restituzione di quanto pagato in sovrappiù, è necessario muoversi con la dovuta tempestività, in modo da non perdere nulla.

Le norme prevedono due termini precisi quando si parla di rimborsi Irpef:

  • la prescrizione decennale per i crediti che scaturiscono dalla dichiarazione dei redditi;
  • la decadenza quadriennale per le istanze di rimborso.

Riuscire a comprendere in modo preciso e dettagliato come funzionino questi due meccanismi è molto importante per evitare di perdere eventuali diritti acquisiti e, soprattutto, per stilare un piano di recupero efficiente dei crediti fiscali.

Cosa dicono le norme sui rimborsi Irpef

Nel momento in cui si ha intenzione di affrontare il tema della prescrizione dei rimborsi Irpef una delle norme da tenere a mente è l’articolo 38 del Dpr n. 602/73, attraverso il quale è stato introdotto il termine decennale per l’azione di rimborso.

Quando previsto da questa disposizione si coordina perfettamente con l’articolo 21 del Dlgs n. 546, che ha disciplinato i termini per la proposizione del ricorso tributario e con l’articolo 2946 del Codice Civile, attraverso il quale viene normata la prescrizione ordinaria.

In più occasioni la Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di prescrizione parte dal momento in cui il contribuente rende nota la propria volontà di ottenere un rimborso Irpef presentando la dichiarazione dei redditi.

Questa presa di posizione ha trovato conferma all’interno della sentenza n. 26635/2014, con la quale è stato definito in modo chiaro da quale momento si deve iniziare a calcolare la prescrizione.

Attraverso la risoluzione n. 46/E/2019 l’Agenzia delle Entrate ha precisato che il termine della prescrizione si interrompe nel momento in cui viene presentata l’istanza di rimborso o con la proposizione di ricorso presso le Corti di Giustizia Tributaria (vengono rispettati, in altre parole, i principi generali che regolamentano le interruzioni della prescrizione).

Rimborsi Irpef: prescrizione e decadenza
⏳ Prescrizione Si applica ai crediti in dichiarazione dei redditi
Dura 10 anni dalla data di presentazione della dichiarazione con opzione di rimborso
📆 Decadenza Si applica alle istanze di rimborso presentate senza opzione in dichiarazione (es. errori o versamenti in eccesso)
Termine massimo di 48 mesi dal versamento.
💡 Interruzione dei termini Il termine decennale si interrompe con la presentazione dell’istanza di rimborso o con il ricorso
⚠️ Rimborso parziale Se il rimborso è parziale, la prescrizione continua a decorrere sulla parte residua non ancora restituita
📄 Istanza di rimborso Va presentata all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate competente allegando dichiarazione, ricevute e documentazione
📮 Modalità di invio Pec, raccomandata A/R o consegna a mano all’ufficio AdE

Come funziona la prescrizione decennale

Indubbiamente uno dei principi cardine sui quali si basa il principio per ottenere il rimborso Irpef è il termine di prescrizione decennale. Questo inizia a decorrere dal momento in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi al cui interno è contenuta l’opzione per il rimborso.

A questo punto, però, è necessario sottolineare che non è sufficiente la semplice esistenza di un credito teorico a far scattare in modo automatico la prescrizione: il contribuente deve manifestare in modo esplicito la propria volontà ad ottenere il rimborso.

Quando viene compilata la dichiarazione dei redditi è sempre opportuno valutare con attenzione se scegliere la strada del rimborso o della compensazione:

  • per il rimborso, infatti, valgono i termini di prescrizione;
  • per i crediti da utilizzare in compensazione non ci sono termini temporali specifici, a parte quelli che valgono generalmente per gli accertamenti.

Attenzione al rimborso parziale

Uno dei fattori che deve essere analizzato con cura riguarda i crediti che sono stati utilizzati parzialmente: nel caso in cui il contribuente abbia ottenuto un rimborso parziale, la prescrizione continua a decorrere per la parte residua che non è stata erogata.

In questo caso è sempre opportuno verificare con precisione i pagamenti che sono stati effettuati dall’Agenzia delle Entrate e, eventualmente, sollecitare il rimborso delle somme residue.

Decadenza quadriennale per le istanze di rimborso

Il termine di prescrizione quadriennale scatta nel momento in cui il contribuente non ha espressamente manifestato l’opzione per il rimborso nella dichiarazione dei redditi, ma vuole recuperare le somme che ha versato in eccesso. In questo caso il limite dei 48 mesi è invalicabile: superato questo periodo si estingue completamente.

Questa situazione si viene a verificare spesso e volentieri: a determinarla sono degli errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi originaria o quando sono sopraggiunti degli elementi straordinari – come, ad esempio, sentenze favorevoli o chiarimenti interpretativi – che sono andati a modificare il quadro impositivo.

Onde evitare la decadenza, in questi casi, è necessario intervenire in modo tempestivo.

Uno dei casi da manuale in cui si potrebbero trovare i contribuenti è di aver versato degli acconti Irpef in eccesso e non essersene accorti nel momento in cui si presenta la dichiarazione dei redditi.

Nel caso in cui l’eccedenza non fosse stata richiesta a rimborso con quella presentata l’anno successivo, i diretti interessati hanno tempo 48 mesi dal versamento per presentare un’istanza specifica per ottenere la restituzione.

Con la circolare n. 8/E/2020 l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che il termine di decadenza si inizia a calcolare a partire dal giorno successivo rispetto a quello del versamento. Una volta che viene presentata l’istanza di rimborso scatta la prescrizione decennale.

Come presentare l’istanza di rimborso

L’istanza di rimborso deve essere presentata seguendo una procedura specifica: la domanda deve essere inviata all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate competente – si deve fare riferimento dal domicilio fiscale del momento in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi che ha portato al credito.

Operativamente parlando è sempre opportuno utilizzare il modello standardizzato che si può scaricare direttamente dal portale dell’Agenzia delle Entrate.

La richiesta può essere integrata con una relazione tecnica nella quale vengano illustrate le ragioni del credito e la documentazione a supporto della richiesta. Deve essere allegata anche copia della dichiarazione dei redditi interessata e le ricevute di versamento.

L’istanza può essere trasmessa con una Pec o con una raccomandata con ricevuta di ritorno. In alternativa è possibile consegnarla di persona all’ufficio competente.

I contribuenti con un’elevata operatività fiscale dovrebbero mantenere un registro delle istanze presentate, nel quale vengano indicati i termini di prescrizione e decadenza, in modo da mettere in calendario i solleciti necessari o le azioni giudiziarie del caso.