Isee, quando pagare per la compilazione della DSU nei Caf

Dallo scorso 1° ottobre 2023 è necessario pagare per la compilazione della DSU nei Caf. Quanto costa e quando il servizio non è gratuito

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

A partire dallo scorso mese di ottobre l’elaborazione delle DSU per il calcolo dell’Isee è diventata a pagamento. Quando si decide di appoggiarsi ad un Caf per espletare l’operazione. Gli utenti saranno obbligati ad accedere al servizio a pagamento esclusivamente per quanto riguarda le DSU successive alla prima. La spesa massima da sostenere sarà pari a 25 euro: a prevederlo sono le indicazioni contenute all’interno del Decreto Lavoro.

È importante sottolineare, ad ogni modo, che per quanto riguarda la compilazione della DSU per ottenere l’Isee il servizio continua a rimanere gratuito, ma solo per la prima richiesta e quando si devono presentare delle variazioni che riguardano il numero dei componenti del nucleo familiare. Ma cerchiamo di capire meglio cosa cambia.

Compilazione DSU per l’Isee: cosa cambia

L’elaborazione delle DSU per ottenere l’Isee, dallo scorso 1° ottobre 2023, hanno un costo, nel caso in cui dovessero essere presentate attraverso un Centro di Assistenza Fiscale. A metterlo in evidenza è stata la Consulta Nazionale dei Caf, che si è conformata a quanto previsto all’interno del Decreto Legge n. 48/2023.

Questo decreto prevede, in estrema sintesi, che il servizio di assistenza per la compilazione della prima DSU – e le eventuali successive modifiche – continui a rimanere gratuito per il 2023 e per le modifiche relative alle variazioni del nucleo familiare. Discorso diverso, invece, per le successive operazioni e per qualsiasi altra modifica, che potrà avere un costo massimo di 25 euro per il servizio.

Dovranno sobbarcarsi questo particolare costo i contribuenti che hanno scelto di rivolgersi ad un Caf. Non cambia niente, invece, per i cittadini che continueranno ad effettuare queste operazioni accedendo in maniera autonoma al sito ufficiale dell’Inps. In questo caso non sono previsti dei costi.

In due casi il servizio è gratuito

Senza dubbio l’Isee costituisce uno degli strumenti più importanti per poter accedere ad una serie di agevolazioni e di bonus. Come viene spiegato direttamente dal sito dell’Inps è, in estrema sintesi, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente: viene utilizzato per valutare la situazione economica di una determinata famiglia. Per farlo viene preso in considerazione il reddito di tutti i membri del nucleo familiare, il loro patrimonio e viene applicata una scala di equivalenza, grazie alla quale è possibile tenere conto anche della composizione familiare.

I contribuenti, per poter ottenere l’Isee, hanno la possibilità di rivolgersi ad un Caf, attraverso il quale è possibile presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Fino allo scorso mese di settembre 2023 questo servizio veniva fornito in modalità gratuita a seguito di una convenzione stipulata con l’Inps.

A cambiare le regole del gioco, però, ci ha pensato una disposizione prevista dal Decreto Lavoro, che ha introdotto alcune novità in vigore dallo scorso 1° ottobre 2023. I cittadini hanno la possibilità di continuare ad usufruire gratuitamente dei servizi messi a disposizione dai Caf per ottenere il modello Isee solo e soltanto in due diverse occasioni:

  • nel momento in cui provvedono a compilare la prima DSU;
  • quando devono effettuare delle variazioni nel numero dei membri del nucleo familiare nel corso dell’anno.

Quanto si dovrà spendere

In altre parole la presentazione della DSU attraverso i Caf diventerà un servizio a pagamento. Fatta eccezione per i due scenari che abbiamo appena visto, il servizio diventerà a pagamento per tutte le dichiarazioni successive alla prima. E per le eventuali modifiche che dovranno essere presentate nel corso dell’anno: i costi a carico delle famiglie saranno nell’ordine massimo di 25 euro per ogni servizio richiesto.

Dallo scorso mese di ottobre, in estrema sintesi, il servizio per richiedere le DSU è diventato a pagamento, nel momento in cui si presentano delle richieste successive alla prima, se queste non coinvolgono dei cambiamenti che si sono verificati all’interno del nucleo familiare. Ma proviamo ad elencare quali possono essere le circostanze che prevedono la variazione dell’Isee e che possono comportare la richiesta di un pagamento:

  • eventuali variazioni della situazione lavorativa. In questa casistica possono rientrare la perdita del lavoro o l’inizio di una nuova occupazione: cambiamenti che comportano una modifica del reddito familiare;
  • variazioni patrimoniali. Operazioni come l’acquisizione o la vendita di beni immobili determinano un cambiamento dell’entità del patrimonio della famiglia;
  • variazione dei trattamenti previdenziali o delle indennità. Nel caso in cui i contribuenti non dovessero più percepire dei trattamenti previdenziali, assistenziali o specifiche indennità o se le dovessero iniziare a percepire è obbligatorio provvedere ad effettuare tutti gli aggiornamenti del caso.

Mantenere aggiornata la propria situazione patrimoniale risulta essere di vitale importanza per evitare delle sanzioni. E, nel caso in cui questo sia previsto dalla normativa, a rinunciare a determinate indennità nel caso in cui sia stata presentata la Dichiarazione Sostitutiva Unica (ossia la DSU).

I motivi dei cambiamenti

Ma perché è stato introdotto questo pesante cambiamento? Le risorse a disposizione dell’Esecutivo appaiono sempre più ridotte: è un fatto che si deduce dalla Legge di Bilancio 2024. La Consulta Nazionale dei Caf ha messo in evidenza – attraverso un comunicato che è stato pubblicato sul proprio sito istituzionale – che benché l’articolo 32 del Decreto Lavoro abbia previsto un finanziamento pari a 30 milioni di euro per il 2023, questi fondi risultano non essere adeguati a coprire i costi in crescita relativi ai DSU per l’Isee.

Questo è il motivo per il quale il Governo ha deciso di introdurre una tariffa per i servizi che in precedenza erano gratuiti, in modo da razionalizzare le risorse disponibili nei Centri di Assistenza Fiscale.

Proprio in questo contesto si vanno ad inserire le spese relative all’elaborazione delle DSU successive alla prima, che vengono presentate dallo stesso nucleo familiare nello stesso anno di riferimento: operazioni che non verranno più coperte dall’Inps, ma risulteranno essere a carico dei cittadini, che dovranno sostenere un costo massimo pari a 25 euro. Come anticipato in precedenza, continueranno a rimanere gratuiti – e quindi a carico dello Stato – il servizio di rilascio dell’Isee compilato per la prima volta nell’arco dell’anno. E le nuove DSU che devono essere elaborate nel momento in cui il numero dei componenti della famiglia varia.