Elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi possono bloccare i rimborsi 730-2023 spettanti ai contribuenti: cosa fare allora? L’Agenzia delle Entrate ha fornito i primi chiarimenti sui criteri di individuazione dei motivi che possono causare il ritardo dei pagamenti.
Come mai non mi arriva il rimborso del 730?
Con la pubblicazione di un apposito provvedimento, il 9 giugno 2023 l’Agenzia delle Entrate ha disposto i criteri di individuazione degli elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi modello 730/2023. In altre parole, quello che l’Amministrazione finanziaria ha fatto, è mettere nero su bianco le cause che possono causare ritardi o addirittura il blocco dei rimborsi spettanti ai contribuenti a seguito di denuncia dei redditi.
In particolare, gli elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi con esito a rimborso, presentate dai contribuenti con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta, sono individuati:
- nello scostamento per importi significativi dei dati risultanti nei modelli di versamento;
- nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente;
- nella presenza di altri elementi di significativa incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche.
È altresì considerato elemento di incoerenza la presentazione del modello 730/2023, con esito a rimborso, in presenza di situazioni di rischio individuate in base alle irregolarità verificatesi negli anni precedenti.
Quando scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate
Nel provvedimento del 9 giugno, l’Agenzia delle Entrate ha ripreso quanto già stabilito dalla normativa vigente (articolo 5, comma 3-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, introdotto dall’articolo 1, comma 949, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 – legge di stabilità per il 2016) in merito ai controlli che le autorità possono svolgere durante e dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Il legislatore, infatti, in questi casi prevede che, per il 730 presentato con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta e che presentano elementi di incoerenza,
In che mese arriva il rimborso del 730?
Quindi, presentata la dichiarazione dei redditi entro i termini stabiliti per l’anno 2023 (qui il calendario scadenze), quando arriva il rimborso 730? I rimborsi spettanti, in questo caso, arrivano entro massimo 6 mesi dalla scadenza per l’invio del modello 730. I tempi tuttavia possono variare e dipendere dalla data di trasmissione effettiva se successiva alla scadenza.
Certo è che maggiore sarà l’attesa se il pagamento del credito che il contribuente vanta nei confronti del Fisco è subordinato a tutta una serie di accertamenti. I controlli preventivi possono avvenire in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa, ma comunque entro quattro mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine. Questo vale sia per le denunce dei redditi fatte direttamente che tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale.
I controlli preventivi possono trovare applicazione anche con riferimento alle dichiarazioni presentate ai CAF o ai professionisti abilitati. Al momento non esiste un modulo o una procedura per sollecitare i rimborsi 730. Lo sportello dedicato, inoltre, non è più attivo da tempo. Il contribuente, o colui che lo rappresenta, può presentarsi presso gli uffici di competenza dell’Agenzia delle Entrate e chiedere un appuntamento per discutere della propria situazione, chiedendo in questo modo anche delucidazioni sui ritardi.